TinyDropdown Menu diaconiperugia: XVIIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

martedì 27 luglio 2010

XVIIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA LITURGIA DEL GIORNO:
AGOSTO 2010



Grado della Celebrazione: DOMENICA

Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso


O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza:
Signore, non tardare. (Sal 70,2.6)

Colletta

Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre,
e assisti il tuo popolo,
che ti riconosce suo pastore e guida;
rinnova l’opera della tua creazione
e custodisci ciò che hai rinnovato.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Qo 1,2;2,21-23)

Quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica?

Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)

Rit: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

SECONDA LETTURA (Col 3,1-5.9-11)

Cercate le cose di lassù, dove è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 5,3)

Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia.


VANGELO (Lc 12,13-21)

Quello che hai preparato, di chi sarà?

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

Gesù ci chiede di non lasciare che le difficoltà o le soddisfazioni ci facciano perdere di vista la gioia che ci guida e ci attende: l’amore di Dio.
Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore, la sapienza del cuore.

1. Perché la scienza non ci illuda che la felicità è una questione di causa ed effetto. Preghiamo.

2. Perché le logiche della razionalità economica non ci facciano dimenticare che le persone non sono né risorse né problemi, ma fratelli. Preghiamo.

3. Perché la pazienza necessaria a raccogliere i frutti della bontà non ci faccia mai sentire degli sciocchi rispetto ai disonesti. Preghiamo.

4. Perché la morte non sia occasione di tremendo turbamento o una preoccupazione da scacciare, ma un utile metro di giudizio su ciò per cui vale veramente spendere il nostro tempo. Preghiamo.

O Padre, la stretta delle necessità di ogni giorno e la sensazione di precarietà di fronte alla forza della natura ci fanno sentire inermi. Fa’ che il nostro rapporto con te sia sorgente di sicurezza e di pace. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo
e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita
in unione alla vittima spirituale,
il tuo servo Gesù,
unico sacrificio a te gradito.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona di comunione

Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo,
un pane che porta in sé ogni dolcezza e soddisfa ogni desiderio. (Sap 16,20)

Preghiera dopo la comunione

Accompagna con la tua continua protezione, Signore,
il popolo che hai nutrito con il pane del cielo,
e rendilo degno dell’eredità eterna.
Per Cristo nostro Signore

MEDITAZIONE

Non si può negare che la prima lettura e il vangelo abbiano un tono molto serio, in contrasto con questo tempo di diversione, di feste di paese o di quartiere, di campeggi e vacanze estive. “Vanità delle vanità, tutto è vanità” afferma solennemente l’inizio del libro del Qoelet.

Indicherò tre idee, un po’ particolari, che ci aiuteranno ad applicare questi testi alla nostra vita di oggi.

(Eredità)

Prima idea. Nel vangelo si parla di eredità, qualcosa di cui non si sente quasi mai parlare nei libri sacri. E nella prima lettura si menziona un uomo che ha lavorato per tutta la sua vita e deve lasciare il frutto delle sue fatiche a chi non ha lavorato. Conosciamo tutti famiglie che sono entrate in grave conflitto per motivi di eredità o per la mancanza di un testamento ben fatto. Possiamo trarre una conclusione chiara: Gesù afferma in modo netto che lui non ha nulla a che fare con i casi di spartizione di eredità, ma non gli piace per nulla vedere dei famigliari accapigliarsi per un testamento mal fatto o perché il testamento non c’è. È importante tenere ben a posto queste cose, anche se non siamo dei grandi possidenti. L’esperienza ci insegna che è sufficiente un nulla per far litigare dei fratelli. Gesù non è venuto a spartire eredità, noi cristiani però, e in fondo tutti, dobbiamo fare in modo di evitare che si producano delle possibili inimicizie. Ecco allora un punto poco abituale in un’omelia ma che può essere molto concreto.

(Quando si ha denaro)

Seconda idea: la parabola dell’uomo che ebbe un abbondante raccolto e iniziò a fare grandi progetti per ampliare i suoi granai; senza saperlo però aveva le ore contate. Questo fa nascere un’altra riflessione che a qualcuno può andar bene. Oggi la persona che si dedica ad un’attività nella quale lavorano anche altri è logico che debba lasciarsi guidare dalla logica della produzione e del profitto. Se non lo fa l’impresa non andrà bene. Ma allora, che cosa avviene se uno si trova in questa situazione e vuole essere un buon cristiano? Io raccomanderei a chi conduce una grande impresa di non dimenticare che tutti abbiamo la vita appesa a un filo. Quando uno esercita un potere, di qualsiasi tipo, corre il pericolo di credersi un dio. Chi tiene presente di essere un uomo e che anche lui dipende da Dio, anche se ha un potere, non diventerà mai un despota e tratterà sempre coloro che ha sotto di lui con umanità. Senza ossessionarci per questo, può essere opportuno pensare ogni tanto che siamo precari.

(Le pensioni)

Ancora una riflessione, abbastanza atipica: Un buon numero di coloro che siamo qui è già anziano e, chi più chi meno, tutti pensiamo: “Che cosa sarà del nostro futuro?”.
Spesso critichiamo il tempo presente perché vediamo solo quello che va male. Dobbiamo però riconoscere che ci sono degli aspetti nei quali siamo andati avanti. Si può dire che oggi la maggior parte delle persone che ha lavorato ha la sua pensione. La pensione è il futuro del lavoratore. Tra tutti, soprattutto i politici, dobbiamo fare in modo che tutti possano godere di una pensione degna. Ricordo la lotta degli anni sessanta perché venissero elevate le pensioni delle vedove, e ricordo come molte vedove cristiane lottarono per questo. Dio non vuole un mondo pieno di persone anziane prive del necessario. Dio vuole che tutti possiamo vivere degnamente. E magari dalla nostra pensione, anche se non eccessivamente ricca, possiamo togliere qualcosa per i poveri, in modo da essere “ricchi davanti a Dio”.

FREDERIC RÁFOLS

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