TinyDropdown Menu diaconiperugia: settembre 2010

venerdì 17 settembre 2010

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA LITURGIA DEL GIORNO:
19 Settembre 2010




















Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde


Antifona d'ingresso

“Io sono la salvezza del popolo”,
dice il Signore,
in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,
e sarò il loro Signore per sempre”.

Colletta

O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo
hai posto il fondamento di tutta la legge,
fa’ che osservando i tuoi comandamenti
meritiamo di entrare nella vita eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Am 8,4-7)
Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

Dal libro del profeta Amos
Il Signore mi disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 112)
Rit: Benedetto il Signore che rialza il povero.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.

SECONDA LETTURA (1Tm 2,1-8)
Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (2Cor 8,9)

Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.

VANGELO (Lc 16,1-13)
Non potete servire Dio e la ricchezza.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Parola del Signore.

Preghiera dei fedeli
Col divieto di idolatrare il denaro, al cristiano non è tolta la possibilità di essere pienamente felice. Dio ci conosce e sa che la nostra gioia non può risiedere nei soli beni materiali.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore aiutaci a valutare con saggezza.

1. Perché il potere sia sempre concepito come servizio. Preghiamo.

2. Perché di fronte all’affanno di dover accumulare oggetti ci accompagni sempre la consapevolezza che l’essenziale sei tu. Preghiamo.

3. Perché la nostra lotta contro le ingiustizie sia mossa sempre dall’amore per chi è debole e mai dall’invidia per chi è potente. Preghiamo.

4. Perché sappiamo mettere ambizione e scaltrezza al servizio di misericordia e semplicità di cuore. Preghiamo.

O Padre, ci chiedi di essere fedeli nell’amministrazione del poco per poterci affidare il molto. Aiutaci a gestire bene la nostra libertà. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Accogli, o Padre, l’offerta del tuo popolo
e donaci in questo sacramento di salvezza
i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Hai dato, Signore, i tuoi precetti,
perché siano osservati fedelmente.
Siano diritte le mie vie nell’osservanza
dei tuoi comandamenti. (Sal 119,4-5)

Preghiera dopo la comunione

Guida e sostieni, Signore,
con il tuo continuo aiuto
il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti,
perché la redenzione operata da questi misteri
trasformi tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
La lettura frettolosa di questo vangelo, se non ci scandalizza, per lo meno ci sorprende. Il protagonista è un imbroglione, eppure, merita i complimenti del suo padrone. Ma era così sprovveduto? Gesù, come poteva lodare il furto, i conti poco chiari, gli imbrogli nell’amministrazione?


(La parabola dell’amministratore infedele)

Le parabole non devono avere un carattere moraleggiante in tutti i loro dettagli. Vogliono solo farci riflettere, trasmetterci un insegnamento. Di solito ci offrono anche una morale, che i lettori del vangelo trovano nella conclusione.
Gli elementi della parabola odierna si colgono subito. Il protagonista è un amministratore poco scrupoloso, che il suo padrone licenzia. L’uomo è furbo e vedendosi in mezzo alla strada e con pochi mezzi, pensa a come farsi degli amici che un domani lo aiutino. A questo scopo riduce astutamente il debito di coloro che dovevano qualcosa al suo padrone.
Ed ecco la stranezza della parabola. Quando avrebbe dovuto esserci il rimprovero deciso del padrone, vediamo che lui invece fa i complimenti al servo imbroglione. Certo non per il furto commesso, ma per essere stato talmente furbo da aver approfittato anche di quest’ultima occasione per prepararsi un bel futuro.
Morale: nei sotterfugi di questo ladro c’è un dettaglio che non sfugge al Signore ed è quello che merita il suo elogio e che diventa un consiglio: “I figli di questo mondo sono più astuti... dei figli della luce”. Bisogna vivere con lo sguardo in avanti, per poter essere scaltri nelle cose di Dio.

(Nel mondo senza essere del mondo)

La consegna di Gesù è questa: nel mondo senza essere del mondo. Vivere ben radicati e impegnati nel mondo, ma senza la sua malizia, senza che il male ci contagi. E questo non è così semplice. A noi piacerebbe un altro tipo di convivenza umana, più fraterna, meno violenta, più pulita. Quando sentiamo parlare di corruzione, di sgambetti per andare avanti, di intrallazzi politici... diciamo che questo mondo è uno schifo e vorremmo vivere su un altro pianeta. Ma il mondo è questo. Ha le sue leggi, le sue esigenze, la sa etica. “Gli affari sono affari, il fine giustifica i mezzi, fanno tutti così, fratelli sì, ma non nella borsa...” sono frasi che forse non si dicono in modo sfacciato, ma sono il pane quotidiano, segnano la vita di molta gente.
E un discepolo di Gesù, che sia operaio, padrone, politico o monaco, potrà anche peccare di ingenuità, però sa che l’uomo, ogni uomo, con la sua dignità, i suoi diritti, la sua vita, il suo lavoro deve essere al primo posto. Bisogna sempre amare di un amore attivo e concreto ogni essere umano. È difficile essere nel mondo, immergersi in pieno nel lavoro, nella politica, negli affari e non giocare sporco. Per questo noi cristiani possiamo cadere in una duplice tentazione: o vivere al margine del mondo, senza cogliere i nostri impegni materiali; o essere come gli altri, senza cioè che sia la luce del vangelo a guidarci, con tutte le conseguenze che ne derivano. Oggi ci viene chiesto di essere “figli della luce”, di riempire il mondo di luce, con l’astuzia dei “figli di questo mondo”.

(Due parole molto chiare)

Gesù ci trasmette due parole molto chiare:
La prima: “Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto”. Essere fedeli nel poco. Tutto quanto abbiamo tra le mani, anche se sono cose importanti, è “poco“, a confronto con il “molto” che è Dio e il suo Regno. E il Signore ci chiede che questo “poco”: denaro, responsabilità sociali, impegni, gioie, salute, lavoro... lo amministriamo molto bene. Come a qualunque amministratore ci viene chiesta onestà: il sapere che il padrone è lui ed è lui che pone le sue regole.
La seconda: “Non potete servire a due padroni...”. È una tentazione facile quella di rendere il denaro un idolo. Il denaro è il banco di prova dell’amore, non perché sia male in se, ma perché può far nascere l’avarizia e condizionare la generosità e spesso anche la giustizia. “Procuratevi amici con l’iniqua ricchezza”. Siamo chiamati a lavorare per il futuro (la vita eterna) usando evangelicamente tutte le possibilità che abbiamo, perché è l’ora di nuova fantasia nella carità.

JOSÉ Mª CONGET

sabato 11 settembre 2010

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

LA LITURGIA DEL GIORNO
12 Settembre 2010















Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde


Antifona d'ingresso

Da’, o Signore, la pace a coloro che sperano in te;
i tuoi profeti siano trovati degni di fede;
ascolta la preghiera dei tuoi fedeli
e del tuo popolo, Israele. (cf. Sir 36,15-16)

Colletta

O Dio, che hai creato e governi l’universo,
fa’ che sperimentiamo la potenza della tua misericordia,
per dedicarci con tutte le forze al tuo servizio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Es 32,7-11.13-14)
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla
terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”».
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 50)
Rit: Ricordati di me, Signore, nel tuo amore.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

SECONDA LETTURA (1Tm 1,12-17)
Cristo è venuto per salvare i peccatori.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (2Cor 5,19)

Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.

VANGELO (Lc 15,1-32)
Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parla del Signore.

Preghiera dei fedeli

La tentazione di ingabbiare Dio nei limiti del nostro pensiero è sempre forte. Altrettanto forte dev’essere la nostra voglia di ricercare il volto autentico del Padre.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore donaci il coraggio della conversione.

1. Perché di fronte al conflitto sappiamo sempre dialogare in vista della riconciliazione. Preghiamo.

2. Perché il tuo perdono sia di stimolo per perdonare. Preghiamo.

3. Perché sappiamo utilizzare la nostra forza per resistere al male e non per schiacciare coloro che riteniamo malvagi. Preghiamo.

4. Perché anche nella nostra miseria ci ricordiamo di essere tuoi figli, amati e mai lasciati in preda alla disperazione. Preghiamo.

O Padre, la tua gioia per l’esistenza di ogni uomo non si spegne nemmeno di fronte alle nostre più gravi mancanze. Aiutaci, quando non sappiamo da dove ripartire, a ripartire da te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Accogli con bontà, Signore,
i doni e le preghiere del tuo popolo,
e ciò che ognuno offre in tuo onore
giovi alla salvezza di tutti.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Quanto è preziosa la tua misericordia, o Dio!
Gli uomini si rifugiano all’ombra delle tue ali. (Sal 36,8)

MEDITAZIONE

Oggi abbiamo ascoltato una delle pagine più belle del Nuovo Testamento. Quella che chiamiamo parabola del figliol prodigo, ma che potremmo chiamare meglio parabola del padre misericordioso. Potremmo dire che questa parabola è il ritratto più perfetto del Padre del cielo. Se qualche volta ci vengono dubbi su Dio, vale la pena leggere con calma questa parabola e di sicuro la nostra fede diventerà più solida. Ci costerà meno credere in Dio.

In questa parabola ci sono tre protagonisti, oltre ai personaggi secondari come i lavoratori della casa, il proprietario dei maiali, il domestico che parla col figlio maggiore, i musicisti. I grandi protagonisti sono il figlio minore che va via di casa; il figlio maggiore che quando vede il padre perdonare il fratello non vuole entrare in casa; e soprattutto, il padre, che è Dio stesso, il padrone di casa.
(La parabola della casa)
A volte, nell'omelia, si commenta l'atteggiamento sbagliato del fratello minore, a volte si insiste di più sulla poca sensibilità del figlio maggiore, oppure si commenta la figura del Padre che perdona tutto.
Quest’anno mi piacerebbe fissarmi su un dettaglio che richiama la mia attenzione: la casa. Non la si cita molto nel corso della parabola, ma è sempre lì sullo fondo. Nella casa abitano i tre protagonisti, oltre ai domestici. Sembra che il Padre si trovi a suo agio in casa, per lo meno mentre stanno tutti insieme. Dà l'impressione di essere un uomo di casa. Ma, se è necessario, esce. Con la partenza del minore, ogni giorno esce di casa, e si addentra per le strade della vita per vedere se torna. Perché il figlio minore non si trovava a gusto in casa. La casa gli cadeva addosso. Doveva trovare tutto noioso e monotono, sempre uguale, e per questo va via, certamente con grande dispiacere di suo padre. Ma quando le cose vanno male, il ragazzo torna a casa, e gli sono aperte le sue porte. È allora che il figlio maggiore si rifiuta di entrare in casa, quando sente il suono della musica e della festa che celebrano il ritorno a casa del fratello prodigo. Allora il Padre, pieno di pazienza, torna ad uscire di casa per riappacificare il suo figlio maggiore, bravo ragazzo ma piuttosto intollerante ed intransigente...
La casa di questa famiglia era una continuo entrare ed uscire. Il padre entra ed esce, il piccolo esce e ritorna, il maggiore non vuole entrare anche se sembra che alla fine entri. Si ha l'impressione che la porta di casa fosse sempre aperta o che tutti avessero le chiavi. Ci sono tante famiglie che hanno vissuto sulla propria pelle questa storia del padre misericordioso!
(La Chiesa e la parrocchia, una casa aperta)
A me piacerebbe molto che la Chiesa assomigliasse sempre più a questa casa della parabola. Casa aperta, nella quale non si costringe nessuno a viverci, disposta sempre ad accogliere quelli che tornano o che vengono per la prima volta. Casa nella quale devono convivere mentalità differenti, casa in cui si lavora molto, ma nella quale non mancano momenti di gioia e di festa.
Anche la parrocchia deve somigliare alla casa del Padre misericordioso. Nelle parrocchie abbiamo visto più di uno andarsene via; abbiamo visto alcuni ritornare; altri che sono spariti, altri che sono rimasti. Ma la parrocchia ha sempre le porte aperte, perfino fisicamente. Una chiesa aperta nel cuore della città o del paese può essere un richiamo di Dio.
Dio è sempre lì e aspetta noi e tutti i suoi figli, tanto quelli che sono andati via, seguendo i loro comodi, come quelli che sono rimasti brontolando e rimproverando agli altri i loro errori.
Dobbiamo rallegrarci soprattutto quando vediamo che molti nostri fratelli ritornano a casa. Una casa aperta come quella della parabola.

FREDERIC RÁFOLS

venerdì 10 settembre 2010

giovedì 9 settembre 2010

FESTA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE


COMPATRONA DELL’ARCHIDIOCESI




















Domenica 12 settembre 2010, festa della Madonna delle Grazie, alle ore 18.00, l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, presiederà la Santa Messa nella basilica cattedrale di San Lorenzo in Perugia. Al sacro rito sono invitati, in modo particolare, i sacerdoti dell’archidiocesi, i diaconi, i seminaristi, i religiosi e le religiose, i membri dei gruppi ecclesiali. Sarà esposto il Sant’Anello

domenica 5 settembre 2010

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

LA LITURGIA DEL GIORNO
          5 Settembre 2010



















Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde


Antifona d'ingresso

Tu sei giusto, Signore,
e sono retti i tuoi giudizi:
agisci con il tuo servo secondo il tuo amore. (Sal 119,137.124)

Colletta
 
 O Padre,
che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...


PRIMA LETTURA (Sap 9,13-18)
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?

Dal libro della Sapienza
Quale, uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.


Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.


Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!


Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.

SECONDA LETTURA (Fm 1,9-10.12-17)
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera a Filèmone
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Sal 118,135)

Alleluia, alleluia.
Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi decreti.
Alleluia.

VANGELO (Lc 14,25-33)
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

Dio conosce il limite e la caducità della creatura umana. Invochiamo da lui il dono della sapienza e la forza del suo Spirito.
Preghiamo dicendo: Manda il tuo Spirito, Signore.

1. Perché la Chiesa riconosca la sua forza nel paradosso della croce e sappia portarla con Cristo ogni giorno. Preghiamo

2. Perché chi ha ruoli di governo e di autorità li eserciti per il bene comune in spirito di servizio. Preghiamo.

3. Perché tutti i cristiani vivano con coerenza la fedeltà alla Parola. Preghiamo.

4. Perché ognuno di noi operi per l’edificazione di un mondo più giusto e fraterno secondo il Vangelo. Preghiamo.

Padre Santo, apri il nostro cuore alla disponibilità al vangelo per essere più conformi al Figlio tuo e per testimoniare al mondo la bellezza dell’essere suoi discepoli. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

O Dio, sorgente della vera pietà e della pace,
salga a te nella celebrazione di questo mistero
la giusta adorazione per la tua grandezza
e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Come il cervo anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio:
l’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.(Sal 42,2-3)

Preghiera dopo la comunione

O Padre,
che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

MEDITAZIONE
Il nucleo del vangelo di oggi è: seguire Gesù, farsi suo discepolo, scegliere decisamente lui. Fare della sua sequela una cosa così seria da farla diventare l’impegno forte di ogni giorno, l’edificazione dell’edificio della nostra vita. Spesso discutiamo su ciò che è essenziale nel cristianesimo; oggi ci viene data la risposta: ciò che veramente conta è essere discepolo di Gesù, seguirlo. E questo impegno coinvolge tutta la vita del credente.


 (“Molta gente seguiva Gesù”)

Lo abbiamo sentito nella lettura del Vangelo: “Molta gente seguiva Gesù”. Nonostante i numerosi abbandoni, siamo in molti che seguiamo Cristo, coloro che in un modo o nell’altro ci sentiamo cristiani. Ci hanno battezzato, da bambini abbiamo imparato il catechismo e siamo stati inseriti tra le file della Chiesa. Nel clima contadino di prima era un percorso quasi obbligato. Chi aveva il coraggio di rompere le fila? L’ombra del campanile si allungava. Nella libertà di oggi invece, e più ancora nell’anonimato della città, tutto è diverso. Ormai è molta la gente che pur considerandosi cristiana non coltiva la propria fede.
Tuttavia, siamo molti, particolarmente adulti, a seguirlo, partecipando alla messa della domenica,, ricevendo i sacramenti, amando la Madonna, contribuendo alle necessità della parrocchia. A volte però non facciamo niente di più. Seguiamo Gesù come le folle del Vangelo senza però che le esigenze del vangelo segnino profondamente la nostra vita. Non ci interroghiamo sul serio sulla nostra fede.
La fede non si riceve in eredità né la si suppone. Si ha o non si ha. E ci sono dei momenti nella vita nei quali uno deve interrogarsi sulla sua fede: il matrimonio cristiano, il battesimo di un figlio, che poi va educato nella fede, la Prima Comunione, la scelta dell’Ora di Religione per i figli, determinati affari... ma anche in un momento qualsiasi di grazia, magari insieme marito e moglie. Siamo credenti? Che peso ha Cristo nella nostra vita? Trasmettiamo la fede ai nostri cari con il nostro impegno cristiano? Sono cristiano perché mi hanno battezzato e continuo così, o perché molte volte ho detto di sì a Cristo in modo chiaro nella mia vita?

 (“Se uno viene con me...”)

Gesù si rivolse a coloro che lo seguivano e volle che si ponessero a riflettere. Cosa che vuol fare anche con noi. Il seguirlo doveva venire dal cuore e così, con tre indicazioni, ci ha fatto capire cos’ è la sequela. Primo: “Se uno viene con me...”. Seguire Gesù è una decisione volontaria. Ci hanno resi cristiani da piccoli perché i nostri genitori volevano darci la cosa più bella che essi avevano, però arriva il momento - o molti momenti - nel quale uno liberamente accoglie questa realtà. Non smettiamo di essere poveri peccatori, ma confidando nella grazia del Signore diciamo: Sì, voglio. Accettiamo Gesù come il Signore, pieghiamo il capo e gli diciamo di cuore: “Tu sai tutto; tu sai che io ti amo” (Gv 21,17). Nella vita della Chiesa ci sono riunioni per gruppi, catechesi per adulti e giovani, esercizi spirituali, le omelie... tutto questo può diventare il momento di grazia che ci fa scegliere o rinnovare la nostra scelta di Cristo.
Poi aggiunge Gesù: “Chi non mi mette prima di suo padre e sua madre... e non rinuncia a tutti i suoi beni...”. Ci deve essere una gerarchia di valori. Il primo è Lui, l’unico assoluto della vita del credente. Il Signore non vuole allontanarci dalla vita delle persone o dalle cose, vuole piuttosto essere la misura di tutto. Indica le due cose che possono essere di ostacolo al seguirlo: la famiglia e i beni. E dice con molta chiarezza che tutto deve passare in secondo piano. Nulla ci deve essere di ostacolo. Niente davanti a Gesù. Né la famiglia, né gli amici, né l’ideologia. Niente davanti a Gesù. Il denaro ha una grande forza seduttrice, ma non può trasformarsi nell’idolo che soppianta Gesù.
In terzo luogo abbiamo ascoltato: “Chi di voi, se vuole costruire una torre, non si siede a fare i conti... o se decide di fare una battaglia... non si siede per vedere se...”. Gesù ci chiede di costruire la nostra vita cristiana con la testa. Come colui che vuole costruire una casa o vincere una battaglia fa i suoi calcoli, anche il cristiano deve calcolare bene le sue forze, vedere bene i suoi obiettivi, cercare chi lo accompagni, contare sempre sulla grazia di Dio e sull’impegno umano. Nella Lettera apostolica in preparazione al terzo millennio il papa insiste nel “primato della grazia” (NMI 38), “senza di me non potete fare nulla” (Gv 15,5), ma anche, nella “pedagogia della santità”, (NMI 31 e 32). E dentro questa pedagogia viene data una importanza capitale alla preghiera.
Anche se ci costa costruire l’edificio della nostra santità ed è dura la battaglia per il bene, vale la pena. Così saremo, come Maria di cui abbiamo celebrato ieri la natività, dei veri discepoli di Gesù.

JOSÉ M. CONGET

sabato 4 settembre 2010

I PRIMI CENTO ANNI DI SCOUTISMO IN UMBRIA



Sabato 11 settembre 2010, nella sala S. Francesco del Palazzo Vescovile di Perugia (Piazza IV Novembre, 6) si apriranno le celebrazioni per i cento anni dalla fondazione in Umbria del primo gruppo scout. Le celebrazioni avranno luogo con il seguente programma:


Ore 10:00 Indirizzi di saluto delle autorità locali e del Presidente Nazionale del MASCI
 Riccardo della Rocca


Ore 10:20 Enrico Biagioli: presentazione del libro “Origini e Nascita dello Scautismo in Umbria (1910-1928)”


Ore 10:40 Giuseppe Finocchietti (Capo Scout AGESCI) e Claudio Gentili (docente universitario) interverranno sul tema ”Lo scautismo tra passato e futuro: gli scout nel nuovo millennio”


Ore 12:10 Apertura della Mostra antologica sullo Scautismo Umbro nel periodo 1910-1928 presso la vicina Sala del Dottorato (Cattedrale di San Lorenzo). La mostra resterà aperta fino al 18 settembre. Verrà poi esposta in altre città dell’Umbria e all’Assemblea Nazionale MASCI a Grosseto.

Nel pomeriggio, alle 16:30 ci sarà l'innaugurazione e la benedizione dell’edicola dedicata alla Madonna degli Scout a Passignano sul Trasimeno (Località Cappuccini).

Tutti sono invitati e si prega di dare la massima diffusione dell’evento.