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giovedì 26 agosto 2010

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C)

LA LITURGIA DEL GIORNO
29 Agosto 2010






Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde


Antifona d'ingresso

Abbi pietà di me, Signore,
perché ti invoco tutto il giorno:
tu sei buono e pronto al perdono,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 86,3.5)

Colletta

O Dio, nostro Padre,
unica fonte di ogni dono perfetto,
suscita in noi l’amore per te
e ravviva la nostra fede,
perché si sviluppi in noi il germe del bene
e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sir 3,19-21.30-31)
Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.

Dal libro del Siràcide
Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 67)
Rit: Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio.

SECONDA LETTURA (Eb 12,18-19.22-24)
Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 11,29)

Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia.

VANGELO (Lc 14,1.7-14)
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

+ Dal Vangelo secondo Luca
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Per essere cristiani autentici non basta essere di buona educazione religiosa. Occorre convertirsi ed acquisire una coscienza seria e serena del proprio peccato.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, Signore.

1. Perché la saggezza ci preservi dalle tentazioni della ricerca esasperata del successo e dalla lotta per il potere ad ogni costo. Preghiamo.

2. Perché le comunità cristiane, sull’esempio del loro unico maestro, prediligano sempre «poveri, storpi, zoppi e ciechi». Preghiamo.

3. Perché la nostra umiltà nasca sempre dall’amore per ciò che siamo e ciò che possiamo diventare con l’aiuto di Dio. Preghiamo.

4. Perché impariamo ad occupare anche l’ultimo posto col cuore sereno e la mente libera. Preghiamo.

O Padre, la tua grandezza si è manifestata nella scelta degli ultimi. Aiutaci a capire che ogni capacità comporta una responsabilità verso noi stessi e verso i fratelli più fragili. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Santifica, Signore, l’offerta che ti presentiamo,
e compi in noi con la potenza del tuo Spirito
la redenzione che si attua nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Quant’è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per quelli che ti temono. (Sal 31,20)

Preghiera dopo la comunione

O Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che questo sacramento ci rafforzi nel tuo amore
e ci spinga a servirti nei nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE

Continuiamo la strada verso Gerusalemme e Gesù va sviluppando la sua dottrina. Tutte le occasioni sono buone, perché ha fretta di farci conoscere il suo Messaggio. Oggi, attorno a una tavola alla quale è stato invitato, ci dà tre lezioni di vita cristiana: che siamo umili, che facciamo della nostra vita un servizio, che viviamo aperti a tutti, in modo particolare ai più poveri.


(Umiltà)

Si inizia con l’umiltà. “Vedendo che gli invitati sceglievano i primi posti...”, il Signore li invita a scegliere i posti più discreti. Verrà poi colui che li farà andare più avanti. E questo invito non è una norma di protocollo sociale, ma un atteggiamento del discepolo, in quanto il banchetto che si celebrava il sabato era simbolo del Regno dei cieli. Ora, chiunque voglia entrare nel Regno di Dio deve farsi piccolo, accettarsi così com’è, senza i falsi orpelli della vanità e dell’orgoglio del bene che si possiede.
L’umiltà è difficile. Non siamo sempre portati ad innalzarci. Addirittura non ci lasciano essere umili nemmeno nell’ora della morte in quanto negli annunci finiscono per metterci un mucchio di cose. Questo mondo è una fiera delle vanità, per questo sono importanti coloro che curano l’immagine. Il Signore invece ci dice: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”.
Un “test” per conoscere il mio grado di umiltà potrebbe essere: come parlo di me stesso? Cosa penso di me? Come sono capace di dimenticare le umiliazioni? Come ricerco le apparenze?. “Colui che si umilia sarà innalzato”, ha detto il Signore.

(Spirito di servizio)

Poi viene lo spirito di servizio. “Quando fai un pranzo... non invitare i tuoi amici... ricchi; essi infatti ti inviteranno a loro volta e tu avrai ricevuto il contraccambio...” Se l’umiltà ci fa guardare dentro di noi, il servizio ci fa vivere attenti agli altri. È straordinario come funziona il mondo delle relazioni umane quando c’è di mezzo qualche interesse: “Il cliente ha sempre ragione”. Se invece non c’è nessun interesse come facciamo in fretta a diventare freddi e scostanti. Se il Signore ci dice di non invitare gli amici non è perché ci voglia grossolani, ma perché vuole potenziare la nostra generosità. La mania di un cristiano dovrebbe essere quella di “passare per il mondo facendo del bene”.
Ci sono delle persone stupende che sono sempre disposte a farti un favore, a dirti di sì ancor prima che tu chieda, che si vedono felici quando servono gli altri, sperimentando quanto sia vero che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”.
Trovi però anche molta gente incapace di muovere un dito se non ci ricava niente. Si sono educati nella società del “dò perché poi mi diano”. I discepoli di Gesù devono essere un po’ come i pagliacci, che quello che cercano è fare felici gli altri.

(Accoglienza)

Da ultimo l’accoglienza. “Invita i poveri, gli storpi, gli zoppi...”. Abbiamo imparato così bene che “il tempo è oro” da non saper “perdere” il nostro tempo per gli altri; e pensare che è tanta la gente che ha bisogno di noi.
Al tempo di Gesù gli emarginati erano un’infinità ed egli “perse” molto tempo con essi. Il suo invito era stato: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e vi darò ristoro”.
Anche oggi ne troviamo oggi, basta aprire gli occhi. A volte vestono da poveri, altre volte no. Quando però il Papa dice nella lettera apostolica scritta in occasione dell’inizio del terzo millennio che è necessaria “una nuova immaginazione della carità” (NMI 50) ci invita proprio a scoprire il bisogno di una parola, di un’attenzione, di un gesto d’affetto, di sentirsi amati, ascoltati, compresi, accompagnati che c’è attorno a noi.
Accogliere è scoprire che qualcuno ha bisogno di me e anche se non me lo dice con parole, io so indovinarlo, sintonizzarmi con lui, tendere ponti. Accogliere è saper trattare la gente da persone, in quanto le valorizziamo e diamo loro importanza. Accogliere, nel senso cristiano, è scoprire il Dio, dal volto forse molto sfigurato, nascosto nella persona sola, nell’immigrato, nello straniero, nel malato, nell’adolescente...
“Perdilo” così il tuo tempo. Collabora con istituzioni che aiutano gli altri, tipo la Caritas; mettiti in qualche movimento di volontariato. Quaggiù non è che renda, né in soldi né in fama. “Non possono pagarti; ti pagheranno alla risurrezione dei giusti”.

JOSÉ Mª CONGET

sabato 21 agosto 2010

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

LA LITURGIA DEL GIORNO:
22 AGOSTO  2010




Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso

Tendi l’orecchio, Signore, rispondimi:
mio Dio, salva il tuo servo che confida in te:
abbi pietà di me, Signore;
tutto il giorno a te io levo il mio grido. (Sal 86,1-3)

Colletta

O Dio,
che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,
concedi al tuo popolo
di amare ciò che comandi
e desiderare ciò che prometti,
perché fra le vicende del mondo
là siano fissi i nostri cuori
dove è la vera gioia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 66,18-21)
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria.
Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti.
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d’Israele portano l’offerta in vasi puri nel tempio del Signore.
Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 116)
Rit: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.

SECONDA LETTURA (Eb 12,5-7.11-13)
Il Signore corregge colui che egli ama.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli:
«Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui;
perché il Signore corregge colui che egli ama
e percuote chiunque riconosce come figlio».
È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.
Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 14,6)

Alleluia, alleluia.

Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Alleluia.

VANGELO (Lc 13,22-30)
Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Gesù ci chiede di vivere la vita come un costante impegno nell’obbedienza al suo Vangelo. Questo radicalità può sorgere solo da una sincera conversione alla sua Parola.

Preghiamo insieme e diciamo: Salvaci, Signore.

1. Perché la Chiesa sia fedele alla missione che le hai affidato di annunciare a tutti il Vangelo della misericordia. Preghiamo.

2. Perché la grandezza del tuo amore vinca l’incapacità degli uomini di perdonarsi reciprocamente. Preghiamo.

3. Perché nelle prove della vita non disperiamo mai della tua provvidenza. Preghiamo.

4. Perché la nostra vita non sia contraddittoria con la testimonianza del Vangelo, ma diventi continuo impegno perché tutti siano salvati nell’amore fraterno. Preghiamo.

O Padre, aiutaci ad aprire il cuore alla tua misericordia e ad avere fiducia nella tua promessa. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

O Padre, che ti sei acquistato una moltitudine di figli
con l’unico e perfetto sacrificio del Cristo,
concedi sempre alla tua Chiesa
il dono dell’unità e della pace.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Con il frutto delle tue opere sazi la terra, o Signore,
e trai dai campi il pane e il vino che allietano il cuore dell’uomo.(Sal 104,13-15)

Preghiera dopo la comunione

Porta a compimento, Signore,
l’opera redentrice della tua misericordia
e perché possiamo conformarci in tutto
alla tua volontà,
rendici forti e generosi nel tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE

C’è una domanda che sempre ha inquietato le persone religiose; è quindi logico che venisse rivolta varie volte a Gesù. La domanda è questa: “Che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”.

Nel vangelo di oggi però la domanda viene fatta da un punto di vista più pessimista: “Saranno pochi quelli che si salveranno?” Il pensiero ebraico era diviso. I più liberali credevano nella salvezza di tutti; altri invece, come si vede dai libri cosiddetti di Esdra, vedevano più nero il panorama: “Il mondo futuro porterà sollievo a pochi; a moltissimi invece porterà fatica” (4 Esd 5,4).


 (La domanda oggi)


Benché sia molta la gente che non si preoccupa di questo, la domanda continua ad inquietare ancora molti. Cosa avverrà nell’aldilà? E le risposte sono diverse.
Fino ad alcuni anni fa i predicatori e i fedeli si muovevano in un clima molto restrittivo. Si ricordava la visione di S. Teresa di Gesù, che vedeva i condannati cadere come fiocchi di neve. E c’era la preghiera per gli infedeli di S. Francesco: “Guardate come si riempie delle loro anime l’inferno”.
Oggi siamo diventati più liberali. Il passaporto lo diamo con più facilità. “Siamo già qui abbastanza all’inferno”, diciamo, per non sentire il bisogno dell’altro. E sottolineiamo la bontà e la misericordia di Dio Padre.
A noi certamente piace di più puntare su una risposta ricca di speranza, comunque è Gesù che ci sgombra il campo. Ci conviene quindi leggere il vangelo con attenzione.


 (Tre cose sulla salvezza)


Riguardo alla domanda sulla salvezza potremmo sottolineare tre cose.
Innanzitutto che la salvezza bisogna prenderla sul serio. Davanti alla domanda che gli rivolgevano, Gesù non si preoccupò tanto di soddisfare una curiosità, ma di dare una risposta pratica:”Sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Voleva come dire: la salvezza è cosa di Dio; voi fate la vostra parte e lui farà il resto. Ci fa quindi un richiamo serio alla conversione. La porta del cielo non è un colabrodo senza senso. S. Paolo, al termine della sua vita, faceva un bilancio e respirava tranquillo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho portato a termine la mia corsa, ho conservato la fede. Ora è preparata per me la corona di giustizia...”. Prima però aveva scritto: “Impegnatevi con timore e tremore nel costruire la vostra salvezza”.
L’altro aspetto da non dimenticare è che corriamo un rischio. Il pensiero di Gesù è chiaro: la porta a un certo punto verrà chiusa e qualcuno rimarrà fuori. Ce lo ha ricordato anche nella parabola del giudizio finale, chiamandoci a fare il bene: “Venite, benedetti del Padre mio... Allontanatevi da me, maledetti”.
Nella parabola odierna quelli che rimangono fuori accampano diritti: “Ci siamo seduti alla tua mensa. Abbiamo mangiato e bevuto con te”. Ma il Signore dice loro: Non vi conosco.
Non salva la comunione della mensa, che è segno della comunione della vita. Si salva colui che ha confidato in Gesù, che si è aperto alla sua misericordia e ha fatto dell’amore il pane quotidiano della sua mensa.
In terzo luogo c’è quella barzelletta famosa all’inizio del Concilio Vaticano II°. Due devote anziane commentavano una predica ecumenica e una diceva all’altra: “Non preoccuparti: alla fine saremo sempre quelli che andremo in paradiso”. Noi però sappiamo che il cielo non è una riserva chiusa. Abbiamo imparato a capire che anche nelle altre Chiese, negli altri credi e fuori della religione ci sono cristiani e persone di buona volontà. Persone fedeli alla loro coscienza, alle quali il Signore non negherà la salvezza. Cerchiamo di essere contenti, perché è sempre Gesù che salva tutti, perché è morto per tutti. Lui infatti può trasformare in grazia ogni buona volontà degli uomini. Poi dobbiamo sempre ricordare che ci “sono ultimi che saranno primi...”. Diventiamo gli ultimi mettendoci a servire e diventeremo i primi nel regno dei cieli. E continuiamo a confidare in Gesù, Salvatore e Mediatore, che ci insegna a vivere e a morire e ci ha promesso un posto nel cielo.
JOSÉ M. CONGET

giovedì 12 agosto 2010

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (Messa del Giorno)

LA LITURGIA DEL GIORNO




















Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso

Un segno grandioso apparve nel cielo:
una donna ammantata di sole,
con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle. (Ap 12,1)

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,
che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima
l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio,
fa’ che viviamo in questo mondo
costantemente rivolti ai beni eterni,
per condividere la sua stessa gloria.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ap 11,19; 12,1-6.10)
Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 44)
Rit: Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.

Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.

Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.

SECONDA LETTURA (1Cor 15,20-26)
Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Parola di Dio

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.
Maria è assunta in cielo;
esultano le schiere degli angeli.
Alleluia.
VANGELO (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Maria, madre della Chiesa, assunta in cielo, è per noi modello di vita. Chiediamo a Dio Padre di sostenerci lungo il cammino verso la meta celeste a cui lei è giunta nella gloria.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Per la Chiesa, che come Maria cammina nella storia tra consolazioni e sofferenze, perché sappia confidare sempre in Dio e discernere la sua volontà nei segni dei tempi. Preghiamo.

2. Perché gli uomini attraversino il grande viaggio della vita avendo sempre presente la meta, che è la risurrezione e la vita eterna nella comunione beata con Dio. Preghiamo.

3. Perché sappiamo riconoscere la dignità del corpo umano, spesso disprezzato o profanato, riconoscendolo dono di Dio e tempio dello Spirito. Preghiamo.

4. Per tutte le donne, perché in Maria vedano un modello di vita cristiana, riconoscano in lei le virtù dell’umiltà, della pazienza, dell’amore gratuito e generoso. Preghiamo.

5. Perché le situazioni umane, come canta Maria, siano toccate dal dito provvidente di Dio e rovesciate a favore di chi soffre ed è umiliato. Preghiamo.

O Padre, contemplando il mistero di Maria, associata in corpo e anima al trionfo di Cristo salvatore, ci sentiamo famiglia, ci sentiamo figli che chiedono il tuo aiuto, sicuri che le nostre suppliche saranno ascoltate e accolte. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Salga a te, Signore,
il sacrificio che la Chiesa ti offre
nella festa di Maria Vergine assunta in cielo,
e per sua intercessione i nostri cuori,
ardenti del tuo amore,
aspirino continuamente a te.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
Maria icona della Chiesa pellegrinante.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Oggi la Vergine Maria,
madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore,
è stata assunta nella gloria del cielo.
In lei, primizia e immagine della Chiesa,
hai rivelato il compimento del mistero di salvezza
e hai fatto risplendere per il tuo popolo,
pellegrino sulla terra,
un segno di consolazione e di sicura speranza.
Tu non hai voluto
che conoscesse la corruzione del sepolcro
colei che ha generato il Signore della vita.
E noi, uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo con gioia
l’inno della tua lode: Santo...

Antifona di comunione

Tutte le generazioni mi chiameranno beata,
perché grandi cose
ha fatto in me l’Onnipotente. (Lc 1,48-49)

Preghiera dopo la comunione

O Dio, che in questo sacrificio eucaristico
ci hai resi partecipi della tua salvezza,
fa’ che per l’intercessione della Vergine Maria
assunta in cielo
giungiamo alla gloria della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
Nel pieno dell’estate ci ritroviamo a celebrare la festa così popolare dell’assunzione di Maria al cielo, la sua incoronazione come Regina del cielo.
Non è un fatto che troviamo nel vangelo; è piuttosto una pagina scritta nel cuore della Chiesa, scolpita nella pietra delle nostre cattedrali, miniata in codici antichi, cantata nella liturgia, celebrata in riti sacramentali, difesa da antiche università... Questo mistero era talmente considerato dal “senso di fede” del popolo di Dio che molti secoli prima che diventasse un dogma era già stato posto a custodia di molte Chiese locali e dal secolo VI° iniziò ad essere celebrato nella Chiesa con carattere universale.
E il papa Pio XII, il primo novembre del 1950, la definì “urbi et orbi” come verità di fede: “Proclamiamo, celebriamo, definiamo come dogma divinamente rivelato che l’Immacolata Madre di Dio, la sempre Vergine Maria, compiuto il corso della vita terrena, fu Assunta in anima e corpo alla gloria”.
Da questa festa trabocca un sentimento di gioia: è il trionfo della nostra Madre. È anche un grido di speranza: questo è il nostro futuro, se sapremo, come Maria, percorrere l’itinerario della fede.

(Le letture della messa)

Le letture della messa ci mettono davanti il fondamento biblico sul quale basare la nostra fede nel trionfo di Maria sulla morte con la sua Assunzione gloriosa in cielo.
L’Apocalisse, nella prima lettura, ci parla di “una donna vestita di sole...”. L’Apocalisse, con un linguaggio simbolico, carico di immagini difficili per noi da capire, descrive la vittoria dei beati in cielo: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo”. C’è stata una lotta tra la donna che sta per dare alla luce un figlio, chiamato a governare -questa donna è la Chiesa e la pienezza della Chiesa, Maria- e il drago, che rappresenta il demonio, che voleva divorare il Bambino. La Chiesa, in questa “donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle, saluta Maria proprio nel mistero della sua esaltazione.
Il trionfo di Maria è un segno di speranza anche per la Chiesa, che continua, nel deserto, la lotta contro il male.
La seconda lettura, tratta dalla Lettera ai Corinzi, parla della vittoria di Cristo, del suo trionfo definitivo sulla morte. E Maria, con la sua glorificazione in anima e corpo nel cielo, di questa vittoria diventa partecipe. “Bisogna che Cristo regni” dice S. Paolo. Durante la vita regno nella Piena di grazia, nella Concepita senza peccato, nella Tutta santa. Ora colei nella quale aveva regnato viene associata a lui come Regina nel cielo.

(Il vangelo della visitazione)

Da ultimo il vangelo, che indica molto bene la fedeltà e la grandezza di Maria, che sono a fondamento della nostra fede nella sua Assunzione.
Il brano evangelico che abbiamo ascoltato è un canto alla maternità. “Benedetta tu... e benedetto il frutto del tuo seno... Chi sono io perché venga da me la Madre del Signore?”. Pio XII ricorda nella Bolla dell’Assunzione ricorda questi titoli: “Madre di Dio, Sempre Vergine, Immacolata”. Il ragionamento fila via liscio: il Signore, che l’aveva scelta, l’aveva preparata Immacolata e la voleva come Madre, doveva al fine glorificarla.
Poi c’è l’elogio della sua fede: “Beata te che hai creduto...”. Maria fu una credente, che poteva senza ombra di dubbio attendersi il cielo, sia perché Madre del Figlio di Dio fatto uomo, sia perché fedele esecutrice della volontà del Signore. Se guardiamo attentamente la sua vita, sia nei momenti di gioia che di dolore, attraverso le sue parole, i suoi gesti, i suoi silenzi, sempre potremmo dire con Elisabetta: “Beata tu che hai creduto”.
E Maria risponde con il suo cantico di riconoscenza per il favore di Dio. “Il Signore ha fatto in me cose grandi”. Il vangelo di oggi termina con il Magnificat, che è un inno riconoscente a Dio per come ha voluto manifestarsi nella sua vita. Per grazia fu scelta, per grazia mantenne la grandezza e la semplicità della sua vita, per grazia fu glorificata nell’Assunzione.
La nostra speranza si innesta nel suo stile di vita. Come lei, anche noi dobbiamo saper coniugare “il primato della grazia” (NMI 38) con la fedeltà alla vita di ogni giorno, nella quale Dio si manifesta e nella quale sempre lo scopriamo se prevale l’amore.

JOSÉ M. CONGET

sabato 7 agosto 2010

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO


8 AGOSTO 2010
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde






















Antifona d'ingresso

Sii fedele, Signore, alla tua alleanza,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
Sorgi, Signore, difendi la tua causa,
non dimenticare le suppliche di coloro che t’invocano. (Sal 74,20.19.22.23)

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,
che ci dai il privilegio di chiamarti Padre,
fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi,
perché possiamo entrare
nell’eredità che ci hai promesso.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sap 18,6-9)
Come punisti gli avversari, così glorificasti noi, chiamandoci a te.

Dal libro della Sapienza
La notte [della liberazione] fu preannunciata ai nostri padri,
perché avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà.
Il tuo popolo infatti era in attesa
della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici.
Difatti come punisti gli avversari,
così glorificasti noi, chiamandoci a te.
I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
di condividere allo stesso modo successi e pericoli,
intonando subito le sacre lodi dei padri.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Beato il popolo scelto dal Signore.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Beata la nazione che ha il Signore come Dio,
il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

SECONDA LETTURA (Eb 11,1-2.8-19)
Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio stesso.

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, la fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
Parola di Dio.

Canto al Vangelo (Mt 24,42-44)

Alleluia, alleluia.
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.

VANGELO (Lc 12,32-48)
Anche voi tenetevi pronti.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore.

Preghiera dei fedeli
Gesù ci chiede di rimanere sempre vigili, ma di non perdere nell’attesa la nostra serenità e la nostra fiducia. Preghiamo insieme e diciamo: Signore, rendici pronti per il tuo amore.

1. Perché la nostra fede sia simile ad una roccia, a volte incapace di dare risposte ma sempre ferma e irremovibile. Preghiamo.

2. Perché dove il futuro è oscuro non smetta mai di risplendere la tua luce. Preghiamo.

3. Perché la precarietà in cui viviamo, e che molti soffrono, sia resa finalmente stabile da una società costruita sulla giustizia e sulla speranza e dalla collaborazione sincera tra fratelli. Preghiamo.

O Padre, la tentazione di reagire alle iniquità del mondo con la disonestà e la violenza è grande. Aiutaci a contrastare l’azione del male nella Storia con armi diverse dalle sue, seguendo il cammino di Gesù, mite ed umile di cuore. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Accogli con bontà, Signore, questi doni
che tu stesso hai posto nelle mani della tua Chiesa,
e con la tua potenza trasformali per noi
in sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Gerusalemme, loda il Signore,
egli ti sazia con fiore di frumento. (Sal 147,12.14)

Preghiera dopo la comunione

La partecipazione a questi sacramenti
salvi il tuo popolo, Signore,
e lo confermi nella luce della tua verità.
Per Cristo nostro Signore.

lunedì 2 agosto 2010

10 AGOSTO 2010

SOLENNITA' DI SAN LORENZO
BASILICA CATTEDRALE DI PERUGIA
Diacono e martire-Titolare della Cattedrale

LUNEDI 9 AGOSTO
        ore 18.00      Primi Vespri presieduti da S.E. mons.Gualtiero Bassetti
                             Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.

MARTEDI 10 AGOSTO
        ore 8.30        Santa Messa
        ore 10.00      Santa Messa
        ore 11.30      Solenne Pontificale presieduto da S.E. mons.Gualtiero Bassetti
                             Sono invitati tutti i diaconi della Diocesi e i sacerdoti stranieri
                             presenti a Perugia.

        ore 18.00      Secondi Vespri e Santa Messa presieduta da mons.
                             Fausto Sciurpa Presidente del Capitolo di San Lorenzo