TinyDropdown Menu diaconiperugia: XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (anno C)-

venerdì 23 luglio 2010

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (anno C)-

LA LITURGIA DEL GIORNO-

























Grado della Celebrazione: DOMENICA-
Colore liturgico: Verde-

Antifona d'ingresso
Dio sta nella sua santa dimora;
ai derelitti fa abitare una casa,
e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36)

Colletta
O Dio, nostra forza e nostra speranza,
senza di te nulla esiste di valido e di santo;
effondi su di noi la tua misericordia
perché, da te sorretti e guidati,
usiamo saggiamente dei beni terreni
nella continua ricerca dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Gen 18,20-32)
Non si adiri il mio Signore, se parlo.

Dal libro della Gènesi
In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».
Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».
Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 137)
Rit: Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita;
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano.

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

SECONDA LETTURA (Col 2,12-14)
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossèsi
Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di
Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Rm 8,15)
Alleluia, alleluia.
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre!
Alleluia.

VANGELO (Lc 11,1-13)
Chiedete e vi sarà dato.

+ Dal Vangelo secondo Luca
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Gesù ci insegna ad avere fiducia nel fatto che il Padre sempre ascolta le nostre invocazioni.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, insegnaci a chiamarti Padre.

1. Perché non ci stanchiamo mai di cercare e di chiedere giustizia. Preghiamo.

2. Perché sappiamo sempre che l’unica rottura che può recidere il nostro rapporto col Padre è il nostro rifiuto. Preghiamo.

3. Perché siamo sempre coscienti che nel nostro battesimo siamo entrati a far parte di una comunità nella quale ci rivolgiamo ad un unico Padre. Preghiamo.

4. Perché impariamo ad accogliere l’immagine di Dio che ci è rivelata nel Vangelo. Preghiamo.

O Padre, la tua volontà di chiamarci “figli” supera la nostra capacità di riconoscerti come Padre. Aiutaci ad accettare quanto è meraviglioso ciò che siamo insieme a te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Accetta, Signore, queste offerte
che la tua generosità ha messo nelle nostre mani,
perché il tuo Spirito, operante nei santi misteri,
santifichi la nostra vita presente
e ci guidi alla felicità senza fine.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione
Anima mia, benedici il Signore:
non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)

Preghiera dopo la comunione
O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia
di partecipare al mistero eucaristico,
memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio,
fa’ che questo dono
del suo ineffabile amore
giovi sempre per la nostra salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE

(Abramo, modello di preghiera)

Domenica scorsa Abramo ci era proposto come esempio di accoglienza e di ospitalità, virtù di grande attualità in un mondo come il nostro. Oggi Abramo ci viene proposto come modello di preghiera. Ecco i fatti: c’era una città piena di vizi nella quale viveva un parente di Abramo, Sodoma, un nome che è diventato simbolo della corruzione. E la minaccia del castigo di Dio è molto grande.
Abramo però era un uomo di fede e inizia ad intercedere in favore della città malvagia. Inizia così una specie di gara affascinante tra il patriarca e Dio. Se si dovessero trovare nella città cinquanta innocenti, la città sarà perdonata? E se ce ne fossero solo quarantacinque? Abramo era un uomo di grande fede, ma vedeva anche la cruda realtà, per cui abbassa sempre di più la cifra. E se ne troviamo solo quaranta? o solo trentacinque? e se arriviamo solo a trenta? e se fossero solo venti? e se non superano i dieci? Dio non distruggerà la città per riguardo a quei dieci.

(Ci manca lo Spirito)
Trasferiamo questo brano ai nostri giorni. Non lasciamoci ingannare: la gente pensa poco a Dio e molti giovani vivono al margine della fede. Noi stessi siamo pieni di difetti. E attorno a noi capitano delle cose che non dovrebbero capitare. Cerchiamo di essere realisti, non chiudiamo gli occhi di fronte all’evidenza. Nonostante tutto però noi continuiamo a pregare.
Perché Abramo, nonostante veda con chiarezza i difetti del suo popolo, continua a pregare per lui? Perché il patriarca, che così bene conosceva il cuore dell’uomo, conosceva ancora meglio il cuore di Dio. Mi sembra che più preghi, se la preghiera è come si deve, più ami le persone. Per questo dobbiamo pregare giorno e notte. In tutte le messe che si celebrano nel mondo, alla domenica. sempre c’è la preghiera dei fedeli. Ci rivolgiamo al cuore di Dio perché abbia compassione del nostro mondo, il quale, benché abbia fatto molte conquiste, ha anche molti difetti.
Il mondo in cui viviamo ha fatto molti progressi nella tecnica, nella medicina, ha migliorato in quello che chiamiamo “il benessere”... In tutto questo niente di male. Però in molte parti di questo mondo manca ciò che è più importante e decisivo e che viene proprio chiesto nel vangelo di oggi: manca lo Spirito. Chiediamolo. Prima della consacrazione perché renda presente Cristo tra noi e dopo la consacrazione perché ci dia i “frutti dello Spirito”: l’amore, la gioia, la pace, la pazienza, la bontà, la fiducia, la mansuetudine, la sobrietà” (Galati 5,22).

(Chiedere a Gesù che ci insegni a pregare)
C’è però ancora qualcos’altro. Nel vangelo vediamo come gli apostoli rivolgano a Gesù una richiesta che senz’altro anche noi abbiamo formulato più di una volta: “Signore, insegnaci a pregare”. Di sicuro tutti, anche se gli anni vanno avanti, ci rendiamo conto di dover ripetere questa richiesta, perché non sappiamo pregare. Chiedere a Dio che ci insegni a pregare è riconoscere che pregare è un dono di Dio, non un frutto dello sforzo umano. Ed è proprio qui la differenza tra come vediamo la preghiera noi e come l’hanno vista santi come Teresa d’Avila, S. Giovanni della Croce, S. Teresina del Bambino Gesù. Per loro la preghiera non era né un obbligo né un sacrificio. Era una gioia, un dono di Dio. Con le comunità oranti, con le monache e i monaci contemplativi che magari conosciamo possiamo dire anche noi: “Insegnaci, Signore, a godere della preghiera. Che non sia per noi un obbligo pesante ma il respiro gioioso della nostra vita di credenti”.

(La tenerezza di Dio)
E per concludere: avete colto la tenerezza contenuta nella duplice parabola sulla preghiera? Dio è come l’amico che non abbiamo paura di svegliare nella fredda notte per chiedergli un pane. Dio è come il padre che si ammazza di lavoro per dare un pesce a suo figlio. Ci domandiamo: Forse c’è qualcosa di più grande di un padre, di una madre, di un vero amico? Si, c’è. È la bontà del Signore, alla quale possiamo rivolgerci giorno e notte.

FREDERIC RÀFOLS

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