TinyDropdown Menu diaconiperugia: RITIRO DIACONALE dal 18 al 21 AGOSTO a MONTERIPIDO

venerdì 26 agosto 2011

RITIRO DIACONALE dal 18 al 21 AGOSTO a MONTERIPIDO

 MEDITAZIONE SUL LIBRO DEI GIUDICI

Premessa:

partendo da alcuni Giudici lavoreremo su 3 temi:
• GEDEONE (il rapporto fra padre e figlio),
• DEBORAH e BARAK (i coniugi, la coppia diaconale),
• SANSONE (la maturità umana e spirituale)

Il libro dei Giudici fa normalmente da spartiacque fra il libro di Giosuè ed il libro dei Re.
In questo libro c’è una grande violenza e noi ne restiamo allibiti. La violenza è insita nella Bibbia. Queste storie sono stridenti per noi cristiani che seguiamo il discorso della montagna.
Perché allora leggerlo? I giudici sono esempi negativi (ad esempio Sansone è schiavo delle passioni); eppure Sansone fu giudice per 20 anni.
Chi sono i giudici? Non svolgevano una attività forense ma una azione di governo. I giudici guidavano le singole tribù.
Nel libro dei giudici si vede che la conquista fatta da Giosuè non è stata così rapida.
Sono storie che sono state integrate nel tempo.
I giudici sono 12 come le tribù ma solo di 5 si narrano le vicende. Ciascun giudice ha il suo popolo da combattere.
Va comunque colto l’aspetto spirituale del libro e cosa ci vuole dire. Forse è stato scritto dal profeta Samuele o forse durante l’esilio (5° secolo a.C.) ma è ambientato molti secoli prima.

Eppure c’è una differenza sostanziale fra questa violenza e quella dei nostri giorni.
Allora le guerre venivano fatte per il diritto alla esistenza, per poter sopravvivere; non era il desiderio alla conquista del territorio.
Israele doveva prendere quella terra altrimenti non avrebbe potuto avere la libertà di culto Israele non la imporrà mai agli altri popoli mentre altri non fecero così; vedasi Alessandro

La violenza di questi modelli negativi va gestita, non bisogna fermarsi semplicemente al fatto narrato ma occorre interpretarli; Per esempio Gedeone è nominato giudice ma non ha fede. Così Sansone è attratto dalle donne ma è giudice.
Quindi sono modelli inquietanti su cui dobbiamo riflettere. La storia è interpretazione molto aperta, di fede. San Girolamo diceva che queste storie sono narrate ma non tutto va lodato (presi a modello su tutto).

Anche noi possiamo negare gli aspetti più negativi della nostra storia oppure rinterpretarli ed accettarli.

Cosa succede nella famiglia di Gedeone? Il padre ha perso la fede ed ha eretto un’altare nel giardino agli idoli.
Dio parla con Gedeone. Avrebbe potuto dirgli “va e combatti” ma per prima cosa gli chiede di distruggere gli idoli di casa sua.

Siamo chiamati a gestire il rapporto con i ns giudici : la famiglia e gli educatori.

Quando parlo e mi confido l’altro diventa il mio giudice.
I giudici sono persone che hanno sbagliato e che dobbiamo accettare. Pronti ad accogliere gli aspetti negativi della loro vita perché sono anche i notri.

Il libro dei giudici ci permette di interpretare la storia dei credenti. Di chi, anche nei fallimenti, ritrova una traccia per ritornare a Dio.

Il libro dei giudici quindi mette in qualche modo in evidenza la speranza in Dio (che le cose possano cambiare e che alla fine ci sarà la mano di Dio che ci salverà).

La teologia quindi ci dice che dalla storia negativa prima o poi si esce (sarà Dio stesso a guidare il suo popolo).

Quando Dio chiama non sempre c’è una risposta immediata ma quando Dio richiama una seconda volta molte volte il chiamato risponde.

GEDEONE

I nemici della tribù di Gedeone sono gli Amaleciti (nemici per eccellenza) ed i Madianiti.
In particolare gli Amaleciti non vogliono semplicemente vincere ma vogliono distruggere Israqele. L’oppressione è totale. Inoltre i Madianiti avevano i carri di ferro.
Arriva l’angelo del Signore e stabilisce una relazione pacificante e stabile.
L’Angelo è l’inviato, il messaggero.
Gedeone vuole significare “colui che distrugge”. Ma Gedeone, uomo forte e valoroso, si nasconde. Chi fa uscire la sua vocazione? L’Angelo del Signore.

Ma Gedeone è anche un uomo cinico, sconfitto dalla vita, che non si aspetta più nulla, neanche cose belle.

Risponde: se il Signore è con me lui dov’è? Perché mi devo nascondere?

Gedeone sfugge il peccato dei genitori ma poco dopo ricadrà nel loro stesso peccato (erigerà pali sacri agli idoli).

Gedeone ha coscienza che il suo popolo è uscito dall’Egitto per mano di Dio. Questa memoria storica a volte salta i nostri figli per ricomparire nei nipoti. Quindi questa memoria non è stata trasmessa dal padre. Fare memoria educa alla fede. Sono molto importanti i riti. I bambini devono vedere cosa fanno i genitori.
I nonni hanno trasmesso a Gedeone la memoria familiare. Questa memoria corre attraverso le generazioni. Quindi la memoria ritesse la storia.

Memoria non è ricordare semplicemente gli eventi ma trovare quel filo che ci permette di fare emergere la storia di Dio. Ma è fare memoria anche delle cose negative.
La memoria non può essere lasciata da sola ma deve essere rinterpretata e gestita altrimenti potrebbe essere distruttiva. C’è bisogno di qualche cosa che ci tira fuori.
Ora il papà di Gedeone ha costruito solo idoli. Gedeone deve quindi ritornare alla sua storia familiare. Ma il figlio ha liberato il padre dagli idoli e lo rende libero.

Poniamoci delle domande su cui fare revisione di vita: Perché ci aspettiamo dei giudici straordinari e perfetti?
Chi sono stati i giudici nella mia storia che mi hanno aiutato a liberarmi?
C’è qualche cosa che devo fare anch’io di notte e che devo fare come Gedeone e che non posso più accogliere?
C’è qualche cosa che mi dicono i miei figli che devo ascoltare?

Spesso i figli sono tenuti bloccati dai genitori (è una forma di egoismo).
Spesso i figli devono avere su tutto l’approvazione della madre.
Spesso i genitori riversano sui figli un eccesso di affetto e vogliono il contraccambio

Pesare bene = dare il giusto peso alle cose
Quindi occorre dare il giusto peso ai genitori (non di meno e non di più).
Per questo molti figli non riescono ad andare fuori di casa.
Oggi la famiglia è un ombrello che supplisce le carenze della Società.
A volte i figli non vanno fuori di casa perché i genitori fanno delle chiamate ambigue.

Nella storia di Gedeone , perché tutto possa sbocciare, c’è bisogno della trasgressione e così avviene quando di notte Gedeone va e distrugge gli idoli del padre. Da questo chi troverà subito la sua liberazione sarà proprio il padre. Sarà lo stesso padre che difenderà Gedeone dal popolo che lo vuole uccidere per quello che ha fatto.

Dio è il Signore e non il padrone (Baal)
I Baal sono rassicuranti ed allettanti ed appartengono a civiltà evolute.
Portano ad una scissione fra vita vissuta e vita di fede (celebrazioni formali).
Ad un certo punto, proprio sugli idoli, entrerà in crisi lo stesso impero romano quando questi entrerà in relazione con il mondo cristiano.

Il mondo degli idoli è comodo. I sacrifici finiscono li. La vita è un’altra cosa.
Come possiamo interrompere questo ciclo vizioso? Ci pensa il Signore abbandonandoci agli idoli per il nostro bene. Al giovane ricco dice “fai pure”.

A volte occorre sbattere il muso. Ma Dio dice “sappi che comunque io sarò qui ad aspettarti”.
Abbandonati agli idoli, in balia dei nemici, quando ci sono troppe cose che non vanno, ci sono degli indicatori che ci dicono che occorre cambiare qualche cosa.
Nella normalità gli indicatori ci dicono che siamo legati e nel disagio. Il ricorso alla droga non è il problema ma il segnale .
Rispettare gli indicatori ci aiuta a sconfiggere i nemici.

E’ nei momenti di crisi che Israele supplica il Signore di liberarlo. Dio allora manda un giudice che lavora per se e per gli altri (la nostra vocazione è un bene non solo per noi ma anche per chi ci sta vicino. Questa liberazione è quindi anche per chi vive con me.
Dio interviene con i segni per fare vedere che lui è veramente Dio

Dio chiama Gedeone uomo valoroso e gli da tutti i segnali richiesti).
Occorre chiedere i segni a Dio perché Dio li da (non bisogna stupirsi).
Sono segni che Dio ci da in tutti i linguaggi possibili; anche Gedeone può capire.
Quindi Dio parla con molta tenerezza a Gedeone
Anche a Maria viene dato un segno: Elisabetta.

A volte noi chiediamo dei segni ma Dio risponde che i segni esistono già.

Revisione: Sappiamo vedere i segni di Dio nella nostra vita?

Ma questi segni vanno interpretati e scoperti. (Maria va da Elisabetta per vedere. E’ andata per controllare se era vero quanto diceva l’angelo).
Quindi Gedeone mette insieme i segni che ha chiesto lui e quelli che manda Dio. In questo modo Dio ci libera dalla presunzione di noi stessi.
Ma la storia di Gedeone finisce male perché lui incomincia a fare per conto suo rivelandosi vendicativo e violento. Questo è il rischio (il fai da te).
Da questo momento Dio non parla più (Gedeone si è allontanato da Dio).

L’essere AUTOCENTRATO porta a non accorgersi delle cose.

Gesù parla in parabole perché l’uomo è così autocentrato su se stesso che non riesco neanche a vedere i segni che Dio mi ha messo davanti. La parabola è l’unico modo per rompere questa chiusura che ci siamo creati (non non ascoltiamo perché non vogliamo sentire). Nessuno ci salva da noi stessi. Questa è l’unica paura che dobbiamo avere


Gedene fa la stessa cosa del padre: erige un palo sacro. Noi non siamo migliori dei ns padri.
E’ importante rileggere gli episodi della ns vita alla luce della fede.
Possiamo erigere degli idoli nel momento in cui imponiamo le cose e non le proponiamo.
Usiamo dei momenti di condivisione con l’altro.

DEBORAH e BARAK

Deborah e Barak sono marito e moglie.
Deborah si allontana dal marito per fare da giudice e da profetessa.
E’ l’unica donna giudice della Bibbia (il giudice può anche essere una donna in un mondo molto maschilista). Nella Bibbia la vera sapienza è il saper fare (proverbi 31, la donna perfetta). Deborah parla per conto del Signore (è profeta in modo speciale). Il profeta è l’uomo di Dio (parla per Dio).
Deborah vuole dire “colei che porta il miele”. Barak invece vuole dire “lampo”
Come giudice sedeva sotto una palma perché era una donna (quindi non poteva portare in casa nessuno). Deborah capisce che è il momento di agire, convova Barak e gli dice “il Signore ti da quest’ordine”. Invece Barak stupisce perché risponde “se vieni con me andrò”. Quindi Deborah accetta di stare con lui in modo speciale.

Nel testo emergono altre due donne (la madre di Sisak. il generale dell’esercito nemico, e Giaele).
Deborah dice a Barak “hai 10.000 uomini ma non sarai tu a sconfiggere il nemico; sarà invece per mano di donna”.

Quando poi l’esercito nemico viene sconfitto allora Deborah fa un inno perché non è solo Barak a vincere ma è Dio che manda le sue schiere e agisce sulla natura.
Si vede poi che la donna che sconfigge il nemico e Giaele (era una antenata di Mosè).
Quando Giaele vede Sisak fuggire gli va incontro e lo ospita. Poi lo fa addormentare, poi prende il picchetto della tenda e gli lo pianta nella tempia.
Questa donna sconfigge il nemico perché c’è Dio dietro che si può servire anche di una semplice donna fragile.
Compare poi la madre di Sisak , completamente autocentrata ed illusa; aspetta il figlio che ritorni ed ha tanta fiducia in lui che non riesce neanche ad immaginare che possa essere morto. E’ una donna che non ha il minimo rispetto per le donne e che ha educato il figlio ad avere 1 o 2 uteri ad ogni ritorno come bottino.
Non sappiamo dove è andata Deborah ma sicuramente è stata con il marito. Non ha però preso le armi in mano.

Ci sono quindi 2 modi di avere coraggio: quello maschile e quello femminile

Soltanto insieme (ma ciascuno con un ruolo distinti) può essere sconfitto il nemico.
Se la coppia è rimasta unita ha saputo superare tutte le battaglie; Le difficoltà hanno unito nell’alleanza la coppia.

Quindi questo coraggio deve essere a due ma nella distinzione: se Barak fosse stato da solo non avrebbe vinto. E’ con Deborah che può sconfiggere il nemico.
Gli uomini hanno una vista molto diversa da quella delle donne.
Le donne vedono qualche cosa che gli uomini non vedono.
Sono le donne che hanno il coraggio di parlare e che spronano l’altro a fare (molto importante questo nella famiglia diaconale)
E’ l’uomo che va in battaglia dietro all’altare ma la donna spiritualmente è a fianco del marito. La donna deve consigliare i passi da fare e le vie da percorrere al marito.
Il coraggio maschile è di chi deve tenere insieme 10.000 uomini.

Il coraggio degli uomini deve anche essere il coraggio del limite: Chi va in guerra non si riesce a fermare. E’ radicale e non è capace di equilibrio perché vuole stravincere.
Quindi è importante per l’uomo riuscire a fermarsi (è il coraggio del limite) per trattenersi sul bordo del baratro.
Ci vuole del coraggio per poter dire che si ha bisogno di una donna.
Quando poi una donna non esercita questo potere del limite questa diventa una “erodiade” istigando l’uomo alla violenza.

Volendo fare un parallelismo Deborah è come Maria ed è madre di Israele ed è vicina quando dice “fate quello che vi dirà”.

Revisione: Quando nella mia vita ho fatto esperienza del coraggio femminile?

E’ stato coraggio od istigazione ?

                                                 SANSONE

Nel libro dei Giudici la figura di Sansone occupa una parte considerevole. In quel periodo, prossimi alla tribù di Sansone, c’erano i Filistei ad occupare gran parte del territorio.
Sansone è un figlio molto desiderato.
La mamma era sterile e non aveva potuto avere figli.
Anche in questa parte del libro compare la figura di un angelo che comunica alla madre la nascita di un figlio, nonostante la sterilità, sulla cui testa non passerà rasoio; sarà un Nazireo (consacrato al Signore). Quindi fino a quando ci sarà questo voto non potrà radersi il capo.
Qui è quindi l’angelo che parla di un voto che subito la madre fa suo. Ogni promessa fatta a Dio o davanti agli uomini è un legame vincolante.
Il voto è per un bene possibilmente migliore. E’ un’offerta a Dio. Esempi ci vengono da Giovanni battista e da San Paolo (atti 18)
La madre quindi fa un voto per se e per il figlio e questo significa che nessuno lo potrà toccare.
I genitori darebbero tutto per i figli e così ha fatto la madre di Sansone. Davanti a Dio si offre quello che uno ha .
Gesù non ha fatto voto di Nazir perché tocca i cadaveri, beve vino, accetta l’aceto.
Sansone fa fatica ad accettare questo voto ed anzi fa il contrario. E’ molto potente. Vede un leone, lo uccide; vede che questi ha divorato del miele. Lo prende e lo offre anche ai genitori. Quindi va contro al voto che proibiva di toccare cadaveri.
Sansone è il sole dei suoi genitori; sole che da luce e calore. Ma Sansone fa i capricci. Vuole la figlia di alcuni Filistei in moglie. “Prendimi quella perché mi piace”.
Quindi Sansone ha su di se delle aspettative ma non viene correttamente educato.
Alla fine sono i genitori che ubbidiscono al figlio e fanno quanto chiede.
Il figlio è educato a comandare.
Gesù al tempio è educato ad obbedire ai genitori (4° comandamento)



Perché dei genitori arrivano ad obbedire ai figli?

1. l’attesa della grandiosità del figlio (non è come gli altri bambini. Riempirà qualche buco della coppia)
2. il padre proietta sul figlio quello che non è stato (dialogherò con mio figlio perché non l’ho fatto con mio padre). Ma il padre non può avere un rapporto amicale con il figlio
3. i figli comandano perché i genitori hanno paura che al figlio manchi qualche cosa
4. la paura di sbagliare da parte di alcun i genitori (non diamo argini ai figli)
5. il bisogno del successo del figlio all’interno della parentela (rispetto ai cugini)
(deve dimostrare che è bravo)

Cosa avrebbero potuto fare i genitori di fronte alla richiesta del figlio? LA DILAZIONE


I bambini a cui si dilaziona sono più felici ed hanno maggiore possibilità di successo nella vita
Non è possibile che anche Dio faccia la stessa cosa con noi educandoci ad attendere?
Perché non ci da subito quanto chiediamo? Vuole che sia un dono. Dacci oggi il nostro pane quotidiano.Ma i genitori fanno tutto quello che vuole il figlio.

Questo brano ci spiega alcuni disagi dei figli. Questa situazione porta alla violenza.
Sansone poi divorzia da questa donna. Ma per i figli esiste una possibilità di riscatto.
Sansone imparerà a gestire la concupiscenza dei suoi occhi.
Noi uomini percepiamo le donne attivando l’emisfero destro del cervello. Le immagini raggiungono la parte più primitiva di noi (la parte più centrale ed interna del nostro cervello). Questo è il punto di debolezza su cui agisce la pornografia che per le donne non ha significato

Revisione: come Dio mi educa?


Quindi Sansone ha paura a gestire le proprie emozioni e sentimenti.
Le emozioni principali sono: paura, rabbia, gioia, tristezza, sorpresa. Tutte le altre sono una derivazione di queste (ad esempio l’ansia)

Sansone è malato di Alessitemia (non sa riconoscere le emozioni degli altri e le proprie)
Non si rende conto delle emozioni espresse dalla moglie e poi da Dalida.
Non capisce la verità di queste donne.
L’altra malattia di cui soffre è la dipendenza sessuale
Non riesce a convogliare questa forza. Anzi sembra che acquisti forza solo per il fatto di essere stato con le donne che vuole.E’ un analfabeta delle emozioni.
Dalida vuole bene a Sansone (ma non è innamorata) e infatti non rivelerà mai il suo segreto. Infatti dopo che i filistei avranno raso il suo capo, potrà riacquistare la sua forza. Dalida però sfrutta l’uomo. Sansone è innamorato ed ha riposto tutto il suo affetto in lei.
Ma non si accorge, vede una realtà tutta sua e crede che Dalida lo ami.
Dalida capisce il suo punto debole, lo lusinga nella camera, nella intimità, sulla sua forza e Sansone crede che lei sia attratta da lui.

L’intelligenza è però anche legata al mondo affettivo delle emozioni. Sapienza è vivere bene nelle cose pratiche (non significa conoscere tante cose)
Ma Sansone non è stato educato ad esprimere i sentimenti
Sansone però acquista la luce e vede nel momento in cui viene accecato dai Filistei e capisce.

I genitori di Sansone non lo hanno aiutato a controllare i suoi impulsi. Noi lo possiamo fare attraverso:

1. La nostra umanità


L’impulso non è male. Fa parte del nostro DNA. Guai se non provassimo le emozioni
Dio ci ha dato la neocorteccia celebrale che ci permette di elaborare e di gestire le emozioni che invece ci vengono dalla amida (la parte profonda del cervello e la più primordiale)
Con la neocorteccia posso però riflettere e gestire le emozioni (è la parte più esterna del cervello che è venuta dopo)
Gesù ci chiede di “non desiderare”. Di usare la neocorteccia. Ci dice di “amare i nemici” e di non essere schiavi delle emozioni. A tutto ci si può abituare

2. la fede

Ci permette di capire che le emozioni possono essere gestite e ci educa
L’uomo che non sa dominare la collera è una città senza difese. Può accadere di tutto
Sansone è schiavo ma non per sempre. Deve però tornare a vedere e per questo deve essere cieco (deve vedere e capire cosa ha fatto Dalida).
La storia lo educa (cecità, scherno dei nemici, macina) e gli fa capire il vero nemico contro cui deve lottare
Ora i Filistei si sentono più sicuri e forti mentre Sansone è debole ma torna alla sua vocazione originaria (gli ricrescono i capelli)
Lui liberamente vive ora la sua vocazione fino in fondo
Usa la forza per compiere la volontà di Dio
Prega Dio “Signore ricordati di me”. E’ il ritorno alla memoria che coi consente di ricostruire un percorso (è la preghiera del ladrone). Ora Sansone può affidarsi alla memoria emotiva. Lui ritrova la forza e torna ad essere giudice.
Dopo la sua morte il suo corpo verrà recuperato dalla sua famiglia che ne faranno memoria. Quest’ultimo gesto farà si che Sansone recuperi la sua dignità perché si è affidato a Dio totalmente.
Questa liberazione avviene anche per noi nel momento in cui meno ce la aspettiamo
Sansone diventa uomo nella maturità e nella perfezione dei suoi sentimenti nel momento della sua morte. Diventa uomo perché riacquista la sua forza per liberare il suo popolo.
Occorre però fare verità con se stessi e con gli altri

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