TinyDropdown Menu diaconiperugia: giugno 2008

domenica 29 giugno 2008

La Chiesa Perugina in festa per quattro Ordinazioni Presbiteriali

di M. C.
La Chiesa e i nostri giovani, hanno bisogno di Sacerdoti contenti e innamorati di Gesù, di guide spirituali che si affianchino ai fratelli e alle sorelle come compagni di viaggio”. Ne è convinto Don Alessandro Scarda che insieme ad altri tre suoi compagni riceverà l'ordinazione sacerdotale per imposizione delle mani dell'arcivescovo di Perugia Mons.Giuseppe Chiaretti. La celebrazione si svolgerà Domenica 29 Giugno2008 Festività dei SS. Pietro e Paolo,nella Cattedrale di San Lorenzo con inizio alle ore 17.00. Don Alessandro ha 35 anni ed è originario di Napoli ma si è trasferito a Perugia già molto prima di entrare al Seminario regionale umbro di Assisi. Da buon partenopeo, non ha mancato di inserirsi bene nella vita ecclesiale perugina,grazie alla comunità Magnificat del rinnovamento, che frequenta da anni e,in seguito,al servizio prestato come seminarista nelle parrocchie di Prepo, San Faustino, Ponte della Pietra, Chiugiana, Castel del Piano. E' dall'insieme di queste esperienze che gli è nata l'idea di chiamare,ogni tanto,dei giovani ad animare celebrazioni liturgiche in cattedrale, cosa che sembra sia all'origine di un vero e proprio coro giovanile diocesano. Don Fabrizio Fucelli ha 39 anni,originario di Canneto,nella scoperta progressiva della fede, è giunto a comprendere “La bellezza della vita cristiana”, poi quella comunitaria e dopo alcune esperienze lavorative e due sentimentali quella di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli. Don Riccardo Pascolini ha 27 anni,originario di Ponte Pattoli, attratto dal Signore sin da bambino,ricorda come la sua vocazione è nata all'ombra del campanile della sua parrocchia,crescita nella pastorale giovanile di servizio ai malati che il Signore mi ha permesso di fare con l'Unitalsi”. Don Roberto Biagini ha 37 anni ed è originario di Perugia,in gioventù piuttosto lontano dalla Chiesa, a 25 anni viene invitato ad ascoltare delle catechesi al convento di Monteripido di Perugia. Il prete che le predicava-racconta Roberto-ci promise che se avessimo ascoltato, la nostra vita sarebbe cambiata, è così è stato. Ho fatto esperienza di Dio e del suo amore fino alla decisione di entrare in Seminario ed ora sono all'ordinazione Sacerdotale.

domenica 22 giugno 2008

DOMENICA DEL TEMPO

Colore Liturgico :Verde
ANTIFONA D'INGRESSO Il Signore è la forza del suo popoloe rifugio di salvezza per il suo Cristo.Salva il tuo popolo, Signore,benedici la tua eredità,e sii la sua guida per sempre.
GLORIA Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.Signore, figlio unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre, tu che togli i peccati dal mondo abbi pietà di noi; tu che togli i peccati dal mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.
COLLETTA Dona al tuo popolo, o Padre, di vivere sempre nella venerazione e nell'amore per il tuo santo nome, poiché tu non privi mai della tua guida coloro che hai stabilito sulla roccia del tuo amore. Per il nostro Signore...
PRIMA LETTURA Ger 20, 10-13‡ Dal libro del profeta Geremia.Io sentivo le insinuazioni di molti: «Terrore all'intorno! Denunciatelo e lo denunceremo». Tutti i miei amici spiavano la mia caduta: «Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta». Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perché non riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile. Signore degli eserciti, che provi il giusto e scruti il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di essi; poiché a te ho affidato la mia causa! Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.C: Parola di Dio.A: Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Sal.68)
‡ Nel tuo grande amore rispondimi, o Dio.Per te io sopporto l'insulto e la vergogna mi copre la faccia; sono un estraneo per i miei fratelli, un forestiero per i figli di mia madre. Poiché mi divora lo zelo per la tua casa, ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta. Io innalzo a te la mia preghiera,Signore, nel tempo della benevolenza; per la grandezza della tua bontà, rispondimi, per la fedeltà della tua salvezza, o Dio. Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia; volgiti a me nella tua grande tenerezza. Vedano gli umili e si rallegrino; si ravvivi il cuore di chi cerca Dio, poiché il Signore ascolta i poveri e non disprezza i suoi che sono prigionieri. A lui acclamino i cieli e la terra, i mari e quanto in essi si muove.
SECONDA LETTURA (Rm 5, 12-15)
‡ Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. Fino alla legge infatti c'era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire. Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini.C: Parola di Dio.A: Rendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO Alleluia, Alleluia.‡ Lo Spirito di verità mi darà testimonianza,dice il Signore,e anche voi sarete miei testimoni.Alleluia.
VANGELO (Mt 10, 26-33)
Dal Vangelo secondo Matteo
‡ In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non temete gli uomini poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.C: Parola del Signore.A: Lode a Te oCristo.
COMMENTO
Il coraggio della testimonianza.Se vogliamo dare uno sguardo alla storia del Cristianesimo, fin dalle sue origini, ci accorgeremo che non sono mancate mai le persecuzioni nei suoi duemila anni di vita. Ha iniziato Gesù, testimone del Padre, che ha concluso la sua vita sulla croce, ed egli stesso dirà ai suoi discepoli: il discepolo non è maggiore del Maestro... Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, come sono stati perseguitati i profeti, come è stato perseguitato Geremia di cui nella prima lettura. Il messaggio evangelico e la vita che propone è ben lontana da quella che il mondo offre: ricerca di ricchezze, di potere, di piaceri... spesso rinnegando ogni onesto comportamento. E' ovvio allora che la presenza del credente che coltiva l'onestà verso Dio e verso gli uomini, nel lavoro e negli impegni, che non si approfitta, ma segue le norme della giustizia... dia fastidio ai disonesti, perché costituisce un richiamo, generalmente tacito, ma non meno eloquente. E' come camminare con un sassolino nella scarpa... Ci si affretta a toglierlo perché fa male... Così si vorrebbe allontanare quella presenza che costituisce un continuo rimprovero. Sono situazioni di intolleranza che si verificano anche fra cristiani, nelle nostre città, nelle nostre fabbriche o studi professionali dove comportarsi onestamente diventa motivo di discriminazione. Gesù rassicura i suoi discepoli promettendo la sua assistenza: "...perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati..." e la sua testimonianza dinanzi al Padre celeste: "chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli"... "Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l'anima..." E non temete le macchinazioni, le calunnie, i raggiri, le doppiezze degli uomini... perché tutto sarà svelato... Difatti... "Quello che vi dico nelle tenebre, ditelo nella luce; e quello che ascoltate all'orecchio, predicatelo sui tetti". Compito quindi dei cristiani non è quello di essere "cani muti" come si esprime San Gregorio, ma uomini senza paura, intrepidi, sicuri della forza che viene dallo Spirito, nel praticare e professare la propria fede. PROFESSIONE DI FEDE Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,creatore del cielo e della terra,di tutte le cose visibili e invisibili.Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli:Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero,generato, non creato, della stessa sostanza del Padre;per mezzo di lui tutte le cose sono state create.Per noi uomini e per la nostra salvezzadiscese dal cielo,e per opera dello Spirito Santosi è incarnato nel seno della Vergine Mariae si è fatto uomo.Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,morì e fu sepolto.Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture,è salito al cielo, siede alla destra del Padre.E di nuovo verrà, nella gloria,per giudicare i vivi e i morti,e il suo regno non avrà fine.Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,e procede dal Padre e dal Figlio.Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,e ha parlato per mezzo dei profeti.Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica.Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.Aspetto la risurrezione dei mortie la vita del mondo che verrà. Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI La preghiera degli umili attraversa le nubie giunge fino al trono di Dio.Pieni di fede invochiamo Dio, Padre giusto e misericordioso.
R. Signore, difensore dei poveri, ascoltaci.
Per il popolo santo di Dio,perché manifesti la fedeltà al messaggio evangeliconell'amore ai nemici e nella solidarietà verso tutti, preghiamo.
R. Signore,difensore dei poveri, ascoltaci.
Per i ministri del Vangelo,perché siano i primi uditori e testimoni della Parolache annunziano al popolo di Dio, preghiamo.
R. Signore, difensore dei poveri, ascoltaci.
Per i fidanzati,perché scoprano il valore umano e soprannaturale del loro amoreper costruire la famiglia, prima cellula della società e della Chiesa, preghiamo.
R.Signore, difensore dei poveri, ascoltaci.
Per i coniugi separati,perché alla luce della parola di Dio, con l'aiuto e la comprensione dei fratelli,possano riscoprire il senso cristiano della vitae in ogni caso non disperdino della misericordia del Padre, preghiamo.
R.Signore, difensore dei poveri,ascoltaci.
Per noi qui riuniti in assemblea,perché la chiamata del Signore risuoni profondamente nel nostro spiritoe ci guidi a una vera conversione, preghiamo.
R. Signore, difensore dei poveri,ascoltaci.
Signore Dio nostro, che gioisci delle tue creaturee le sostieni con la forza del tuo Spirito,fà nascere per i poveri il pane della terrae la giustizia dalla generosità dei retti di cuore,perché gli umili riprendano coraggioe si manifesti la tua salvezza fra le genti.Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
SULLE OFFERTE Accogli, Signore, la nostra offerta: questo sacrificio di espiazione e di lode ci purifichi e ci rinnovi, perché tutta la nostra vita sia bene accetta alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO E' veramente cosa buona e giusta proclamare le tue grandi opere e renderti grazie a nome di tutti gli uomini, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.Egli, nascendo da Maria Vergine, ha inaugurato i tempi nuovi; soffrendo la passione, ha distrutto i nostri peccati; risorgendo dai morti, ci ha aperto il passaggio alla vita eterna; salendo a te, Padre, ci ha preparato un posto nel tuo regno.Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai Santi, cantiamo senza fine l'inno della tua lode:
ANTIFONA ALLA COMUNIONE Gli occhi di tutti, Signore, si volgono a te fiduciosi,e tu provvedi loroil cibo a suo tempo.
DOPO LA COMUNIONE O Dio, che ci hai rinnovati con il corpo e sangue del tuo Figlio, fà che la partecipazione ai santi misteri ci ottenga la pienezza della redenzione. Per Cristo nostro Signore.

lunedì 16 giugno 2008

Catechesi di Giovanni Paolo II sul Diaconato

Udienza Generale del:
7 Ottobre 1993
13 Ottobre 1993
20 Ottobre 1993




IL DIACONATO NELLA COMUNIONE MINISTERIALE E GERARCHICA

DELLA CHIESA (Lc 22, 24-27) (10/10/1993)



"1. Accanto ai Presbiteri vi è nella Chiesa un'altra categoria di ministri con mansioni e
carismi specifici, come ricorda il Concilio di Trento quando tratta del sacramento
dell'Ordine: "Nella Chiesa cattolica vi è una gerarchia, istituita per ordinazione divina,
che si compone di Vescovi, Presbiteri e Ministri" (DS, 1776). Già nei libri del Nuovo
Testamento è attestata la presenza di ministri, i "Diaconi", che progressivamente si
configurano come categoria distinta dai "Presbiteri", e dagli "Episcopi';. Basti qui
ricordare che Paolo rivolge il suo saluto agli Episcopi e ai Diaconi di Filippi (cf Fil 1,1).
La prima Lettera a Timoteo enumera le qualità che devono possedere i Diaconi, con la
raccomandazione di sottoporli alla prova prima di affidare ad essi le loro funzioni: essi
devono avere una condotta degna e onesta, essere fedeli nel matrimonio, educare bene i
loro figli e dirigere bene la loro casa, conservare "il mistero della fede in una coscienza
pura" (cf 1 Tm 3,8-13).

2. In particolare, è importante la testimonianza di sant'Ignazio di Antiochia, secondo il
quale la comunità cristiana vive sotto l'autorità di un Vescovo, circondato da Presbiteri e
da Diaconi: "Vi è una sola Eucaristia, una sola carne del Signore, un solo calice, un solo
altare, come vi è anche un solo Vescovo con il collegio dei Presbiteri e i Diaconi,
compagni di servizio" (Ad Philad., 4,1). Nelle lettere di Ignazio i Diaconi sono sempre
citati come grado inferiore nella gerarchia ministeriale: un Diacono è lodato per il fatto
"di essere sottomesso al Vescovo come alla grazia di Dio, e al Presbitero come alla legge
di Gesù Cristo" (Ad Magnes., 2). Tuttavia Ignazio sottolinea la grandezza del ministero
del Diacono, perché è "il ministero di Gesù Cristo che era presso il Padre prima dei
secoli e si è rivelato alla fine dei tempi" (Ad Magnes., 6,1). Come "ministri dei misteri di
Gesù Cristo", è necessario che i Diaconi "siano in ogni modo graditi a tutti" (Ad Trall.,
2,3). Quando Ignazio raccomanda ai cristiani l'obbedienza al Vescovo e ai Sacerdoti,
aggiunge: "Rispettate i Diaconi come un comandamento di Dio" (Ad Smyrn., 8,1).
Altre testimonianze troviamo in san Policarpo di Smirne (Ad Phil., 5,2), san Giustino
(Apol., I, 65,5; 67,5), Tertulliano (De Bapt., 17,1), san Cipriano (Epist. 15 e 16), e poi in
sant'Agostino (De cat. rud., I, c.l,1).

3. Nei primi secoli il Diacono svolgeva funzioni liturgiche. Nella celebrazione
eucaristica egli leggeva o cantava l'Epistola e il Vangelo; trasmetteva al celebrante
l'offerta dei fedeli; distribuiva la comunione e la portava agli assenti; vegliava sull'ordine
delle cerimonie e alla fine congedava l'assemblea. Inoltre egli preparava i catecumeni al
Battesimo, li istruiva, e assisteva il Sacerdote nell'amministrazione di questo sacramento.
In certe circostanze battezzava lui stesso e svolgeva un'attività di predicatore. E ancora,
egli partecipava all'amministrazione dei beni ecclesiastici; si occupava del servizio dei
poveri, delle vedove, degli orfani, e dell'aiuto ai prigionieri.
Nei testimoni della Tradizione è attestata la distinzione fra le funzioni del Diacono e
quelle del Sacerdote. Afferma, ad esempio, sant'Ippolito (II-III secolo) che il Diacono è
ordinato "non per il sacerdozio, ma per il servizio del Vescovo, per fare ciò che egli
comanda" (SCh, 11, p.39. Cf Constitutiones Aegypt., III, 2: ed. Funk, Didascalia, p. 103;
Statuta Ecclesiae Ant., 37-41: Mansi 3,954). Di fatto, secondo il pensiero e la prassi
della Chiesa, il diaconato appartiene al sacramento dell'Ordine, ma non fa parte del
sacerdozio e non comporta funzioni propriamente sacerdotali.

4. In Occidente, com'è noto, il presbiterato venne prendendo col passare del tempo un
rilievo quasi esclusivo per rapporto al diaconato, che, di fatto, si ridusse a non essere che
un grado sulla via del sacerdozio. Non è questa la sede per rifare il cammino storico e
spiegare le ragioni di tali variazioni: è piuttosto da sottolineare che, sulle basi dell'antica
dottrina, nel nostro secolo si è fatta sempre più viva in sede teologica e pastorale la
coscienza dell'importanza del diaconato per la Chiesa, e quindi dell'opportunità di un suo
ristabilimento come Ordine e stato di vita permanente. Anche il Papa Pio XII vi fece
allusione, nella sua allocuzione al secondo congresso mondiale dell'Apostolato dei Laici
(5 ottobre 1957), quando, pur affermando che l'idea di una reintroduzione del diaconato
come funzione distinta dal sacerdozio in quel momento non era ancora matura,
affermava però che poteva diventarlo e che in ogni caso il diaconato sarebbe stato
collocato nel quadro del ministero gerarchico fissato dalla più antica tradizione
(cfDiscorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, vol. XIX, p.458).
La maturazione avvenne col Concilio Ecumenico Vaticano II, che prese in
considerazione le proposte degli anni precedenti e decise quel ristabilimento (cf LG, 29).
Fu poi il Papa Paolo VI a porlo in atto disciplinando canonicamente e liturgicamente
quanto riguardava tale Ordine (cf Sacrum Diaconatus Ordinem: 18 giugno 1967;
Pontificalis Romani recognitio: 17 giugno 1968; Ad pascendum: 15 agosto 1972).

5. Le ragioni che avevano fondato sia le proposte dei teologi, sia le decisioni conciliari e
papali erano principalmente due. Anzitutto l'opportunità che certi servizi di carità,
assicurati in modo permanente da laici consapevoli di dedicarsi alla missione evangelica
della Chiesa, si concretizzassero in una forma riconosciuta in virtù di una consacrazione
ufficiale. Vi era poi la necessità di supplire alla scarsezza di Presbiteri, oltre che di
alleggerirli di molti compiti non direttamente connessi con il loro ministero pastorale.
Non mancava chi vedeva nel diaconato permanente una specie di ponte tra pastori e
fedeli.
E' chiaro che, attraverso queste motivazioni legate alle circostanze storiche e alle
prospettive pastorali, operava misteriosamente lo Spirito Santo, protagonista della vita
della Chiesa, portando ad una nuova attuazione del quadro completo della gerarchia,
tradizionalmente composta di Vescovi, Sacerdoti e Diaconi. Si promuoveva in tal modo
una rivitalizzazione delle comunità cristiane, rese più conformi a quelle uscite dalle mani
degli Apostoli e fiorite nei primi secoli, sempre sotto l'impulso del Paraclito, come
attestano gli Atti.
Una esigenza particolarmente sentita nella decisione del ristabilimento del diaconato
permanente era ed è quella della maggiore e più diretta presenza di ministri della Chiesa
nei vari ambienti di famiglia, di lavoro, di scuola ecc., oltre che nelle strutture pastorali
costituite. Ciò spiega, tra l'altro, perché il Concilio, pur non rinunciando totalmente
all'ideale del celibato anche per i Diaconi, ha ammesso che tale Ordine sacro possa
essere conferito "a uomini di età matura, anche viventi nel matrimonio". Era una linea di
prudenza e di realismo, scelta per i motivi facilmente intuibili da chiunque abbia
esperienza della condizione delle varie età e della situazione concreta delle diverse
persone secondo il grado di maturità raggiunto. Per la stessa ragione è stato poi disposto,
in sede di applicazione delle disposizioni del Concilio, che il conferimento del diaconato
a uomini sposati avvenga a certe condizioni: come un'età non inferiore ai 35 anni, il
consenso della moglie, la buona condotta e la buona reputazione, una adeguata
preparazione dottrinale e pastorale ad opera di Istituti o di Sacerdoti specialmente scelti a
questo scopo (cf Paolo VI, Sacrum Diaconatus Ordinem, 11-15: Ench. Vat., II, 1381-
1385)

7. Va però notato che il Concilio ha conservato l'ideale di un diaconato accessibile a
giovani che si votino totalmente al Signore anche con l'impegno del celibato. E' una via
di "perfezione evangelica", che può essere capita, scelta e amata da uomini generosi e
desiderosi di servire il Regno di Dio nel mondo, senza accedere al sacerdozio, per il
quale non si sentono chiamati, e tuttavia muniti di una consacrazione che garantisca ed
istituzionalizzi il loro peculiare servizio alla Chiesa mediante il conferimento della
grazia sacramentale. Non mancano oggi di questi giovani. Per essi sono state date alcune
disposizioni, come quelle che esigono, per l'ordinazione diaconale, un'età non inferiore
ai 25 anni e un periodo di formazione in un Istituto speciale, "dove siano messi alla
prova, educati a vivere una vita veramente evangelica e preparati a svolgere utilmente le
proprie specifiche funzioni", almeno per la durata di tre anni (cf ibid., 5-9: Ench. Vat., II,
1375-1379). Sono disposizioni che lasciano trasparire l'importanza che la Chiesa
attribuisce al diaconato e il suo desiderio che questa Ordinazione avvenga a ragion
veduta e su basi sicure. Ma esse sono anche manifestazioni dell'ideale antico e sempre
nuovo di consacrazione di sé al Regno di Dio, che la Chiesa raccoglie dal Vangelo ed
innalza come un vessillo specialmente dinanzi ai giovani, anche nel nostro tempo".


FUNZIONI DEL DIACONO NEL MINISTERO PASTORALE (1 Tm 3,8-
10.12-13) (12/10/1993)

"1. Il Concilio Vaticano II determina il posto che, sulla linea della tradizione più antica,
occupano i Diaconi nella gerarchia ministeriale della Chiesa: "In un grado inferiore della
gerarchia stanno i diaconi, ai quali sono imposte le mani 'non per il sacerdozio, ma per
un ministero'. Infatti, sostenuti dalla grazia sacramentale nel ministero della liturgia,
della predicazione e della carità, servono il popolo di Dio, in comunione col Vescovo e il
suo presbiterio" (LG, 29). La formula "non per il sacerdozio, ma per un ministero" è
ripresa da un testo della Traditio Apostolica di Ippolito, ma il Concilio la colloca su di
un orizzonte più ampio. In questo testo antico, il "ministero" viene precisato come
"servizio del Vescovo"; il Concilio pone l'accento sul servizio del popolo di Dio. Infatti,
già questo significato fondamentale del servizio diaconale era stato affermato all'origine
da sant'Ignazio di Antiochia, che chiamava i Diaconi "ministri della Chiesa di Dio",
ammonendo che per questo motivo erano obbligati a piacere a tutti (cf Ad Tral., 2,3).
Oltre che come ausiliario del Vescovo, nel corso dei secoli il Diacono è stato considerato
al servizio anche della comunità cristiana.

2. Per essere ammessi a svolgere le loro funzioni, i Diaconi ricevono, prima ancora
dell'Ordinazione, i ministeri di lettore e di accolito. Il conferimento di questi due
ministeri manifesta un duplice orientamento essenziale nelle funzioni diaconali, come
spiega la Lettera apostolica Ad Pascendum di Paolo VI (1972): "In particolare conviene
che i ministeri di lettore e di accolito siano affidati a coloro che, come candidati
all'Ordine del diaconato o del presbiterato, desiderano consacrarsi in modo speciale a
Dio e alla Chiesa. Questa infatti, proprio perché 'mai non cessa di nutrirsi del pane della
vita dalla mensa sia della parola di Dio che del corpo di Cristo, e di proporlo ai fedeli',
ritiene molto opportuno che i candidati agli Ordini sacri, tanto con lo studio quanto con
l'esercizio graduale del ministero della parola e dell'altare, conoscano e meditino per un
intimo contatto questo duplice aspetto della funzione sacerdotale" (Ench. Vat., IV,
1781). Questo orientamento vale non soltanto per la funzione sacerdotale, ma anche per
quella diaconale.

3. Bisogna ricordare che, prima del Concilio Vaticano II, lettorato ed accolitato erano
considerati come degli Ordini minori. Già nel 252 il Papa Cornelio, in una lettera ad un
Vescovo, indicava sette gradi nella Chiesa di Roma (cf Eusebio, Hist. Eccl., VI, 43: PG
20, 622): sacerdoti, diaconi, suddiaconi, accoliti, esorcisti, lettori e ostiarii. Nella
tradizione della Chiesa latina erano ammessi tre ordini maggiori: sacerdozio, diaconato,
suddiaconato; e quattro ordini minori: accolitato, esorcistato, lettorato, ostiariato. Era un
ordinamento della struttura ecclesiastica dovuto alle necessita delle comunità cristiane
nei secoli e determinato dall'autorità della Chiesa.
Con il ristabilimento del diaconato permanente, questa struttura è stata cambiata e, per
quanto riguarda l'ambito sacramentale, riportata ai tre Ordini di istituzione divina:
diaconato, presbiterato, episcopato. Infatti Paolo VI, nella sua Lettera apostolica sui
ministeri della Chiesa latina (1972), ha soppresso - oltre alla "tonsura", che segnava
l'ingresso nello stato clericale - il suddiaconato, le cui funzioni sono demandate al lettore
ed all'accolito. Ha mantenuto il lettorato e l'accolitato, ma considerati non più come
Ordini, ma come ministeri, e conferiti non per "ordinazione", ma per "istituzione".
Questi ministeri devono essere ricevuti dai candidati al diaconato e al presbiterato, ma
sono accessibili anche a laici che nella Chiesa vogliano assumere i soli impegni che vi
corrispondono: il lettorato, come ufficio di leggere la Parola di Dio nell'assemblea
liturgica, ad eccezione del Vangelo, e di assumere alcune funzioni (come dirigere il
canto, istruire i fedeli); e l'accolitato, istituito per aiutare il Diacono e per fare da
ministro al Sacerdote (cf Ministeria quaedam, V, VI: Ench. Vat., IV, 1762-1763).

4. Il Concilio Vaticano II elenca le funzioni liturgiche e pastorali del Diacono:
"Amministrare solennemente il Battesimo, conservare e distribuire l'Eucaristia, assistere
e benedire in nome della Chiesa il Matrimonio, portare il Viatico ai moribondi, leggere
la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla
preghiera dei fedeli, amministrare i sacramenti, dirigere il rito funebre e della sepoltura"
(LG, 29).
Il Papa Paolo VI, nella Sacrum Diaconatus Ordinem (n.22, 10): Ench. Vat., II, 1392), ha
inoltre disposto che il Diacono può "guidare legittimamente, in nome del parroco o del
Vescovo, le comunità cristiane disperse". E' una funzione missionaria da svolgere nei
territori, negli ambienti, negli strati sociali, nei gruppi, dove manchi o non sia facilmente
reperibile il Presbitero. Specialmente nei luoghi dove nessun Sacerdote sia disponibile
per celebrare l'Eucaristia, il Diacono riunisce e dirige la comunità in una celebrazione
della Parola con distribuzione delle sacre Specie, debitamente conservate. E' una
funzione di supplenza che il Diacono svolge per mandato ecclesiale quando si tratta di
rimediare alla scarsità di Sacerdoti. Ma questa supplenza, che non può mai essere
completamente sostitutiva, richiama, alle comunità prive di Sacerdote, l'urgenza di
pregare per le vocazioni sacerdotali e di adoperarsi per favorirle come un bene comune
per la Chiesa e per loro stesse. Anche il Diacono deve promuovere questa preghiera.

5. Sempre secondo il Concilio, le funzioni attribuite al Diacono non possono diminuire il
ruolo dei laici chiamati e disposti a collaborare con la gerarchia nell'apostolato. Anzi, tra
i compiti del Diacono vi è quello di "promuovere e sostenere le attività apostoliche dei
laici". In quanto presente e inserito più del Sacerdote negli ambiti e nelle strutture
secolari, egli si deve sentire incoraggiato a favorire l'avvicinamento tra il ministero
ordinato e le attività dei laici, nel comune servizio del Regno di Dio.
Altra funzione dei Diaconi è quella caritativa, che comporta anche un opportuno servizio
nell'amministrazione dei beni e nelle opere di carità della Chiesa. I Diaconi hanno in
questo campo la funzione di "esercitare, in nome della gerarchia, i doveri della carità e
dell'amministrazione, nonché le opere di servizio sociale" (Paolo VI, Sacrum Diaconatus
Ordinem, 22,9): Ench. Vat., II, 1392).

A questo riguardo il Concilio rivolge loro una raccomandazione che deriva dalla pi
antica tradizione delle comunità cristiane: "Essendo dedicati agli uffici di carità e di
assistenza, i diaconi si ricordino del monito di san Policarpo: 'misericordiosi, attivi,
camminanti nella verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti"' (LG 29; cf Ad Phil.,
5,2, ed. Funk, I, p.300).

6. Sempre secondo il Concilio, il diaconato sembra particolarmente utile nelle giovani
Chiese. Perciò il Decreto Ad Gentes stabilisce: "Laddove le Conferenze Episcopali lo
riterranno opportuno, si restauri l'Ordine diaconale come stato permanente, a norma della
costituzione 'sulla Chiesa'. E' bene, infatti, che uomini, i quali di fatto esercitano il
ministero del Diacono, o perché come catechisti predicano la Parola di Dio, o perché a
nome del Parroco e del Vescovo sono a capo di comunità cristiane lontane, o perché
esercitano la loro carità attraverso appunto le opere sociali e caritative, siano confermati
e stabilizzati per mezzo della imposizione delle mani, che è tradizione apostolica, e siano
più saldamente congiunti all'altare per poter esplicare più fruttuosamente il loro
ministero con l'aiuto della grazia sacramentale del diaconato" (AG, 16).
E' noto che, dove l'azione missionaria ha fatto sorgere nuove comunità cristiane, i
catechisti svolgono spesso un ruolo essenziale. In molti luoghi sono essi che animano la
comunità, la istruiscono, la fanno pregare. L'Ordine del diaconato può confermarli nella
missione che esercitano, mediante una consacrazione più ufficiale e un mandato più
espressamente conferito dall'autorità della Chiesa con il conferimento di un sacramento,
nel quale, oltre la partecipazione alla fonte di ogni apostolato, che è la grazia di Cristo
Redentore, effusa nella Chiesa dallo Spirito Santo, si riceve un carattere indelebile che
configura in modo speciale il cristiano a Cristo, "il quale si è fatto 'Diacono', cioè il
servo di tutti" (CCC, n. 1570)."

LINEAMENTI DELLA SPIRITUALITÀ DIACONALE (Mc 10,42-45)
(20/10/1993)


"1. Tra le tematiche della catechesi sul diaconato, è particolarmente importante e
attraente quella che riguarda lo spirito del diaconato, che tocca e coinvolge tutti coloro
che ricevono questo sacramento per esercitarne le funzioni secondo una dimensione
evangelica. E' questa la via che porta alla perfezione cristiana i suoi ministri e permette
loro di rendere un servizio (diaconia) veramente efficace nella Chiesa, "al fine di
edificare il Corpo di Cristo" (Ef 4,12).
Scaturisce di qui la spiritualità diaconale, che ha la sua sorgente in quella che il Concilio
Vaticano II chiama "grazia sacramentale del diaconato" (AG 16). Oltre ad essere un
aiuto prezioso nel compimento delle varie funzioni, essa incide profondamente
nell'animo del Diacono, impegnandolo all'offerta, alla donazione di tutta la persona a
servizio del Regno di Dio nella Chiesa. Come è indicato dal termine stesso di diaconato,
ciò che caratterizza l'intimo sentire e volere di chi riceve il sacramento è lo spirito di
servizio. Col diaconato si tende a realizzare ciò che Gesù ha dichiarato in merito alla sua
missione: "Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la
sua vita in riscatto per molti" (Mc 10,45; Mt 20,28).
Senza dubbio Gesù rivolgeva queste parole ai Dodici, che egli destinava al sacerdozio,
per far loro comprendere che, anche se muniti dell'autorità da lui conferita, essi
dovevano comportarsi come lui, da servi. Il monito vale, dunque, per tutti i ministri di
Cristo; esso, tuttavia, ha un particolare significato per i Diaconi, per i quali, in forza della
ordinazione, l'accento è posto espressamente su questo servizio. Essi, che non
dispongono dell'autorità pastorale dei Sacerdoti, sono particolarmente destinati a
manifestare, nell'espletamento di tutte le loro funzioni, l'intenzione di servire. Se il loro
ministero è coerente con questo spirito, essi mettono maggiormente in luce quel tratto
qualificante del volto di Cristo: il servizio. L'essere non solo "servi di Dio", ma anche dei
propri fratelli.

2. E' un insegnamento di vita spirituale di origine evangelica, passato nella prima
tradizione cristiana, come conferma quell'antico testo che porta il nome di "Didascalia
degli Apostoli" (sec. III). I Diaconi vi sono incoraggiati a ispirarsi all'episodio
evangelico della lavanda dei piedi: "Se il Signore ha fatto questo, - vi è scritto - voi
Diaconi non esitate a farlo per coloro che sono ammalati e infermi, perché voi siete
operai della verità, rivestiti dell'esempio di Cristo" (XVI, 36: ed. Connolly, 1904, p.151).
Il diaconato impegna alla sequela di Gesù in questo atteggiamento di umile servizio che
non s'esprime soltanto nelle opere di carità, ma investe e modella tutto il modo di
pensare e di agire.
In questa prospettiva si comprende la condizione enunciata dal documento Sacrum
Diaconatus Ordinem per l'ammissione di giovani alla formazione diaconale: "Siano
ammessi al tirocinio diaconale soltanto quei giovani che abbiano manifestato una
naturale propensione dello spirito al servizio della sacra gerarchia e della comunità
cristiana" (n.8: Ench. Vat., II, 1378). La "naturale propensione" non deve essere intesa
nel senso di una semplice spontaneità delle disposizioni naturali, quantunque anche
questa sia un presupposto di cui tener conto. Si tratta di una propensione della natura
animata dalla grazia, con uno spirito di servizio che conforma il comportamento umano
a quello di Cristo. Il sacramento del diaconato sviluppa questa propensione: rende il
soggetto più intimamente partecipe dello spirito di servizio di Cristo, ne penetra la
volontà con una speciale grazia, facendo sì che egli, in tutto il suo comportamento, sia
animato da una propensione nuova al servizio dei fratelli.
Si tratta di un servizio da rendere prima di tutto in forma di aiuto al Vescovo e al
Presbitero, sia nel culto liturgico che nell'apostolato. E' appena necessario osservare, qui,
che chi fosse dominato da una mentalità di contestazione, o di opposizione all'autorità,
non potrebbe adempiere adeguatamente alle funzioni diaconali. Il diaconato non può
essere conferito che a coloro che credono al valore della missione pastorale del Vescovo
e del Presbitero, e all'assistenza dello Spirito Santo che li guida nella loro attività e nelle
loro decisioni. In particolare va ripetuto che il Diacono deve "professare al Vescovo
riverenza ed obbedienza" (ibid., 30: Ench. Vat., II, 1400).
Ma il servizio del Diacono è rivolto, poi, alla propria comunità cristiana ed a tutta la
Chiesa, per la quale non può non nutrire un profondo attaccamento, a motivo della sua
missione e della sua istituzione divina.

3. Il Concilio Vaticano II parla anche dei doveri e degli obblighi che i Diaconi assumono
in virtù di una propria partecipazione alla missione e alla grazia del supremo sacerdozio:
essi "servendo ai misteri di Cristo e della Chiesa, devono mantenersi puri da ogni vizio e
piacere a Dio e studiarsi di fare ogni genere di opere buone davanti agli uomini (cf 1 Tm
3,8-10 e 12-13)" (LG, 41). E' dunque, il loro, un dovere di testimonianza, che investe
non solo il loro servizio ed apostolato, ma tutta la loro vita.
Su questa responsabilità e sugli obblighi che essa comporta, attira l'attenzione Paolo VI
nel già citato documento Sacrum Diaconatus Ordinem: "I Diaconi, come quelli che si
dedicano ai misteri di Cristo e della Chiesa, si astengano da qualsiasi cattiva abitudine e
procurino di essere sempre graditi a Dio, 'pronti a qualunque opera buona' per la
salvezza degli uomini. A motivo, dunque, dell'Ordine ricevuto, essi devono superare di
gran lunga tutti gli altri nella pratica della vita liturgica, nell'amore alla preghiera, nel
servizio divino, nell'esercizio dell'obbedienza, della carità e della castità" (n.25: Ench.
Vat., II, 1395).
In particolare, per quanto concerne la castità, i giovani che sono ordinati Diaconi si
impegnano a conservare il celibato e a condurre una vita di più intensa unione con
Cristo. In questo campo, anche coloro che sono più anziani, "ricevuta l'ordinazione,...
sono inabili a contrarre matrimonio in virtù della tradizionale disciplina ecclesiastica"
(ibid., 16: Ench. Vat., II, 1386).

4. Per soddisfare a questi obblighi e, ancor più profondamente, per rispondere alle
esigenze dello spirito del diaconato con l'aiuto della grazia sacramentale, è richiesta una
pratica degli esercizi di vita spirituale, che la Lettera apostolica di Paolo VI così enuncia:
1) si dedichino assiduamente alla lettura e all'intima meditazione della parola di Dio;
2) spesso, o anche ogni giorno, partecipino attivamente al sacrificio della Messa, si
ristorino spiritualmente con il sacramento della SS. Eucaristia e ad esso devotamente
rendano visita;
3) purifichino frequentemente la propria anima con il sacramento della Penitenza e, al
fine di riceverlo più degnamente, ogni giorno esaminino la propria coscienza;
4) con intenso esercizio di filiale pietà venerino e amino la Vergine Maria, Madre di Dio
(cf ibid., 26: Ench. Vat., II, 1396).
Inoltre, aggiunge il Papa Paolo VI: "E' cosa sommamente conveniente che i diaconi
stabilmente costituiti recitino ogni giorno almeno una parte dell'Ufficio divino, da
stabilirsi dalla Conferenza episcopale" (ibid., 27: Ench. Vat., II, 1397). Le stesse
Conferenze Episcopali hanno il compito di stabilire norme più particolari per la vita dei
Diaconi, secondo le condizioni dei luoghi e dei tempi.
Infine, per chi riceve il diaconato vi è un obbligo di formazione dottrinale permanente,
ce perfezioni e attualizzi sempre più quella richiesta prima dell'ordinazione: "I Diaconi
non interrompano gli studi, particolarmente quelli sacri; leggano assiduamente i libri
divini della Scrittura; si dedichino all'apprendimento delle discipline ecclesiastiche in
modo da poter rettamente esporre agli altri la dottrina cattolica e divenire sempre più
capaci di istruire e rafforzare gli animi dei fedeli. A tal fine, i diaconi siano invitati a
partecipare ai convegni periodici in cui vengono affrontati e trattati problemi relativi alla
loro vita e al sacro ministero" (ibid., 29: Ench. Vat., II, 1399).

5) La catechesi sul diaconato, che ho voluto svolgere per tracciare il quadro completo
della gerarchia ecclesiastica, mette dunque in risalto ciò che in quest'Ordine, come in
quelli del Presbiterato e dell'Episcopato, è di somma importanza: una specifica
partecipazione spirituale al Sacerdozio di Cristo e l'impegno della vita nella conformità a
Lui sotto l'azione dello Spirito Santo. Non posso concludere senza ricordare che anche i
Diaconi, come i Presbiteri e i Vescovi, impegnati nella via del servizio al seguito di
Cristo, sono associati più specialmente al Sacrificio redentore, secondo la massima
formulata da Gesù nel parlare ai Dodici del Figlio dell'uomo, venuto per "servire e dare
la sua vita in riscatto per molti" (Mc 10,45). I Diaconi sono dunque chiamati a
partecipare al mistero della Croce, a condividere`la sofferenze della Chiesa, a soffrire
dell'ostilità che la colpisce, in unione con Cristo Redentore. E quest'aspetto doloroso del
servizio diaconale è ciò che lo rende più fecondo."


FEDELTÀ ALLA TRADIZIONE CATTOLICA, AL MAGISTERO,
ALL'IMPEGNO DI RIEVANGELIZZAZIONE CHE LO SPIRITO SANTO
HA SUSCITATO NELLA CHIESA

Signor Cardinale,

Venerati Fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio,
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Sono lieto di incontrarvi, in occasione dell'Assemblea Plenaria della Congregazione
per il Clero, riunita per esaminare una questione di singolare importanza per la Chiesa:
"Il ministero e la vita dei diaconi permanenti". Saluto con affetto il Cardinale José
Sanchez, Prefetto, che ringrazio per le parole rivoltemi. Saluto pure Monsignor
Crescenzio Sepe, Segretario, e i Membri della Congregazione, insieme con gli Officiali e
gli Esperti che vi prestano la loro preziosa opera. Sulla base di un Instrumentum laboris,
che ha tenuto conto dei suggerimenti e dei contributi di ogni Conferenza Episcopale,
avete svolto queste intense giornate di riflessione e di dialogo. Alla soddisfazione per il
lavoro compiuto e per i risultati fin qui raggiunti, si unisce l'intenzione di preparare un
Documento concernente la vita e il ministero dei diaconi permanenti, simile a quello per
i presbiteri, che avete curato nella vostra precedente Plenaria. Si potrà così offrire, in tale
campo, un provvidenziale orientamento pratico sulla scia delle decisioni del Concilio
Vaticano II. Incoraggio e benedico il vostro impegno, animato com'è da profondo amore
per la Chiesa e per i nostri fratelli diaconi.

2. Da quando è stato ripreso nella Chiesa latina il diaconato "come un grado proprio e
permanente della gerarchia" (LG 29), si sono moltiplicate al riguardo le indicazioni e gli
orientamenti del Magistero. Basti qui ricordare gli insegnamenti del Papa Paolo VI, ed in
particolare quelli contenuti nei Motu proprio Sacrum Diaconatus Ordinem (18 giugno
1967, AAS 59 [1967], 697-704) e Ad Pascendum (15 agosto 1972, AAS 64 [1972], 534-
540), che rimangono un punto di riferimento fondamentale. La dottrina e la disciplina
esposte in questi documenti hanno trovato la loro espressione giuridica nel nuovo Codice
di Diritto Canonico, a cui deve ispirarsi lo sviluppo di questo sacro ministero. Al
diaconato permanente sono state dedicate altresì talune Catechesi che ho rivolto ai fedeli
durante il mese di ottobre del 1993. Riflettendo sul ministero e la vita dei diaconi
permanenti, ed alla luce dell'esperienza fin qui acquisita, occorre procedere con attenta
indagine teologica e prudente senso pastorale, avendo di mira la nuova evangelizzazione
alle soglie del terzo millennio. La vocazione del diacono permanente è un grande dono
di Dio alla Chiesa e costituisce, per questo, "un importante arricchimento per la sua
missione" (CCC, 1571). Ciò che si riferisce alla vita e al ministero dei diaconi potrebbe
essere riassunto in un'unica parola: fedeltà. Fedeltà alla tradizione cattolica, testimoniata
specialmente dalla lex orandi, fedeltà al Magistero, fedeltà all'impegno di
rievangelizzazione che lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa. Quest'impegno di
fedeltà invita, prima di tutto, a promuovere con sollecitudine, in ogni ambito ecclesiale,
un sincero rispetto dell'identità teologica liturgica canonica, propria del sacramento
conferito ai diaconi, così come delle esigenze richieste dalle funzioni ministeriali che, in
virtù della ricezione dell'Ordine, vengono loro assegnate nelle Chiese particolari.

3. Il sacramento dell'Ordine ha, infatti, natura ed effetti propri, qualunque sia il grado in
cui viene ricevuto (episcopato, presbiterato e diaconato). "La dottrina cattolica, espressa
nella Liturgia, nel Magistero e nella pratica costante della Chiesa, riconosce che esistono
due gradi di partecipazione ministeriale al sacerdozio di Cristo: l'episcopato e il
presbiterato. Il diaconato è finalizzato al loro aiuto e al loro servizio (...). Tuttavia, la
dottrina cattolica insegna che i gradi di partecipazione sacerdotale (episcopato e
presbiterato) e il grado di servizio (diaconato) sono tutti e tre conferiti mediante un atto
sacramentale chiamato 'ordinazione', cioè dal sacramento dell'Ordine" (CCC, 1554).
Mediante l'imposizione delle mani del Vescovo e la specifica preghiera di
consacrazione, il diacono riceve una peculiare configurazione a Cristo, Capo e Pastore
della Chiesa che, per amore del Padre, si è fatto l'ultimo e il servo di tutti (cfr. Mc 10,43-
45; Mt 20,28; 1Pt 5,3). La grazia sacramentale dà ai diaconi la forza necessaria per
servire il popolo di Dio nella "diaconia" della Liturgia, della Parola e della carità, in
comunione con il Vescovo e il suo presbiterio (cfr. CCC, 1588). In virtù del sacramento
ricevuto, viene impresso un carattere spirituale indelebile, che segna il diacono in modo
permanente e proprio come ministro di Cristo. Egli non è più, di conseguenza, un laico
né può ridiventare laico in senso stretto (cfr. CCC, 1583). Queste caratteristiche
essenziali della sua vocazione ecclesiale devono informare la sua disposizione a donarsi
alla Chiesa e riflettersi nei suoi atteggiamenti esterni. Dal diacono permanente la Chiesa
si attende una testimonianza fedele della condizione ministeriale. In particolare, egli
deve mostrare un forte senso di unità col Successore di Pietro, col Vescovo e col
presbiterio della Chiesa per il servizio della quale è stato ordinato e incardinato. E' di
grande importanza per la formazione dei fedeli che il diacono, nell'esercizio delle
funzioni assegnategli, promuova un'autentica ed effettiva comunione ecclesiale. Le
relazioni con il proprio Vescovo, con i presbiteri, con gli altri diaconi e con tutti i fedeli,
siano improntate ad un diligente rispetto dei diversi carismi e delle diverse funzioni.
Soltanto quando ci si attiene ai propri compiti, la comunione diventa effettiva e ciascuno
può realizzare pienamente la propria missione.

4. I diaconi vengono ordinati per l'esercizio di un ministero proprio, che non è quello
sacerdotale, poiché a loro "sono imposte le mani non per il sacerdozio, ma per il
servizio" (Lumen gentium, 29). Ad essi competono, pertanto, determinate funzioni, i cui
contenuti sono stati ben delineati dal Magistero: "Assistere il Vescovo e i presbiteri nella
celebrazione dei divini misteri, soprattutto dell'Eucaristia, distribuirla, assistere e
benedire il matrimonio - se delegati dall'Ordinario o dal parroco (cfr. CIC can. 1108 1) -
proclamare il Vangelo e predicare, presiedere ai funerali, e dedicarsi ai vari servizi della
carità (cfr. CCC, 1570; cfr. Lumen gentium, 29; Sacrosanctum Concilium, 35; Ad
gentes, 16). L'esercizio del ministero diaconale - come quello di altri ministeri nella
Chiesa - richiede di per sé, in tutti i diaconi, celibi o sposati, una disposizione spirituale
di piena dedizione. Benché in certi casi sia necessario rendere compatibile lo
svolgimento del servizio diaconale con altri obblighi, non avrebbe assolutamente senso
un'autocoscienza e atteggiamenti pratici di "diacono a tempo parziale" (cfr. Direttorio
per il ministero e la vita dei presbiteri, 44). Il diacono non è un impiegato o un
funzionario ecclesiastico a tempo parziale, ma un ministro della Chiesa. La sua non è
una professione, bensì una missione! Sono eventualmente le circostanze della vita -
prudentemente valutate dal candidato stesso e dal Vescovo, prima dell'ordinazione - a
dover essere adattate all'esercizio del ministero, agevolandolo in ogni modo. In tale luce
vanno esaminati i non pochi problemi che ancora restano da risolvere e che molto stanno
a cuore ai Pastori. Il diacono è chiamato ad essere uomo aperto a tutti, disposto al
servizio delle persone, generoso nello stimolare le giuste cause sociali, evitando
atteggiamenti o posizioni che possano farlo apparire come persona di parte. Un ministro
di Gesù Cristo deve infatti sempre favorire, anche nella sua veste di cittadino, l'unità ed
evitare, per quanto possibile, di essere occasione di disunione o di conflitto. Possa lo
studio attento che avete condotto anche in questi giorni fornire indicazioni utili in tale
settore.

5. Con la restaurazione del diaconato permanente è stata riconosciuta la possibilità di
conferire tale Ordine a uomini in età matura, già uniti in matrimonio che però, una volta
ordinati, non possono accedere ad un secondo matrimonio in caso di vedovanza (cfr.
Sacrum Diaconatus Ordinem, 16, AAS 59 [1967], 701). "Va però notato che il Concilio
ha conservato l'ideale di un diaconato accessibile a giovani che si votino totalmente al
Signore anche con l'impegno del celibato. E' una via di "perfezione evangelica" che può
essere capita, scelta e amata da uomini generosi e desiderosi di servire il Regno di Dio
nel mondo, senza accedere al sacerdozio, per il quale non si sentono chiamati, e tuttavia
muniti di una consacrazione che garantisca ed istituzionalizzi il loro peculiare servizio
alla Chiesa mediante il conferimento della grazia sacramentale. Non mancano oggi di
questi giovani" (Catechesi nell'Udienza generale del 6 ottobre 1993, 7: L'Osservatore

Romano, 7 ottobre 1993, p. 4).

6. La spiritualità diaconale "ha la sua sorgente in quella che il Concilio Vaticano II
chiama "grazia sacramentale del diaconato" (Ad gentes, 16)" (Catechesi nell'Udienza
generale del 20 ottobre 1993, 1: L'Osservatore Romano, 21 ottobre 1993, p.4). Essa ha
come tratto qualificante, in forza dell'Ordinazione, lo spirito di servizio. "Si tratta di un
servizio da rendere prima di tutto in forma di aiuto al Vescovo e al Presbitero, sia nel
culto liturgico che nell'apostolato (...). Ma il servizio del diacono è rivolto, poi, alla
propria comunità cristiana e a tutta la Chiesa, per la quale non può non nutrire un
profondo attaccamento, a motivo della sua missione e della sua istituzione divina" (ibid.,

2). Per realizzare appieno la sua missione, il diacono ha pertanto bisogno di profonda
vita interiore, sostenuta dalla pratica degli esercizi di pietà consigliati dalla Chiesa (cfr.
Sacrum Diaconatus Ordinem, 26-27: AAS 59 [1967], 702-703). L'espletamento delle
attività ministeriali e apostoliche, delle eventuali responsabilità familiari e sociali e,
infine, della personale e intensa vita di preghiera, richiedono dal diacono - sia celibe che
sposato - quell'unità di vita che soltanto si può raggiungere, come insegna il Concilio
Vaticano II, mediante una profonda unione con Cristo (cfr. Presbyterorum Ordinis, 14).

Carissimi Fratelli e Sorelle! Mentre vi ringrazio per l'attivo impegno dispiegato nel corso
di questa Assemblea Plenaria, vorrei insieme con voi deporre nelle mani di Colei che è
"Ancilla Domini" il frutto del lavoro al quale vi siete applicati. Prego la Vergine
Immacolata di accompagnare lo sforzo della Chiesa in questo importante campo di
impegno pastorale in vista anche della nuova evangelizzazione.
Con tali sentimenti, volentieri imparto a tutti la mia Benedizione.

(tratto dai documenti del sito:(http://www.unioapostolicacleri.org/)
( http://www.clerus.org/.)
riportati anche dall'Osservatore Romano




sabato 14 giugno 2008

FAMIGLIA IN FESTA

Sabato 14 e Domenica 15 giugno 2008 ci sarà la grande festa della famiglie in vista del convegno regionale che si terrà nel prossimo mese di ottobre. Alle ore 17, nella Sala dei Notari, si terrà un incontro dal titolo: La famiglia cristiana nella nuova evangelizzazione: identità e missione. I relatori saranno il Card. Carlo Caffarra Arcivescovo di Bologna, Mons. Giuseppe Chiaretti - Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Mons. Sergio Nicolli - Responsabile Ufficio nazionale di Pastorale Familiare. Al termine, nel Chiostro di S. Lorenzo ci sarà un momento conviviale. Domenica 15 giugno 2008, dalle ore 16.00, in Piazza IV Novembre, la festa delle famiglie con i figli : testimonianze di famiglie, movimenti, nuove realtà ecclesiali e un momento di animazione. Alle ore 18.30, celebrazione eucaristica in Piazza IV Novembre con la partecipazione delle corali diocesane. Al termine della celebrazione l’Arcivescovo affiderà le famiglie e i figli alla Vergine Maria.

Domenica XI del Tempo Ordinario

Colore liturgico: Verde
RITI DI INTRODUZIONE
Celebriamo oggi l'XI Domenica del Tempo Ordinario.In Gesù ha inizio un popolo nuovo,la cui via deve essere sempre più espressione;è la testimonianza del Regno di Dio e della sua giustizia che apre all'umanità la possibilità di una storia nuova con Dio e per l'uomo.Lo spirito del Risorto che ci ha convocati in questa Pasqua settimanale a celebrare l'Eucarestia faccia di noi il popolo sacerdotale,profetico e regale che reca a tutti gli uomini la gioia della salvezza.
SALUTO
C – Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. T – Amen. C – Fratelli, eletti secondo la prescienza di Dio Padre mediante la santificazione dello Spirito per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue, grazia e pace in abbondanza a tutti voi. T – E con il tuo spirito.
ATTO PENITENZIALE C – Fratelli e sorelle, poiché «siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo», all’inizio di questa Eucaristia purifichiamo il nostro cuore da ogni peccato. Come “regno di sacerdoti”, “nazione santa”, “gregge del Signore”, invochiamo la misericordia del Padre per tutte le inadempienze dei nostri impegni battesimali.
Signore, che hai compassione del tuo gregge e ti fai sua guida e pastore, [abbi pietà di noi] T – Signore, pietà! Cristo, che ci chiami ad essere operai nella tua mèsse e fai di noi il tuo popolo sacerdotale, [abbi pietà di noi]
T – Cristo, pietà! Signore, che ci invii nel mondo come annunciatori della salvezza, [abbi pietà di noi]
T – Signore, pietà! C – Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. T – Amen.
COLLETTA C - Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni, e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo... T - Amen. oppure: C - O Padre, che hai fatto di noi un popolo profetico e sacerdotale, chiamato ad essere segno visibile della nuova realtà del tuo regno, donaci di vivere in piena comunione con te nel sacrificio di lode e nel servizio dei fratelli, per diventare missionari e testimoni del Vangelo. Per il nostro Signore Gesù Cristo... T – Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
Gesù Cristo ha inaugurato il Regno e ne ha annunciato il programma; ora incomincia una nuova fase della sua missione e del suo insegnamento. Come nell'Antico Testamento Israele è scelto per essere un popolo santo e sacerdotale, con la missione di far conoscere a tutti i popoli il piano divino di salvezza e riunirli nella fede al vero Dio, allo stesso modo, Gesù manda i Dodici, che rappresentano l'inizio del nuovo Israele, a predicare il suo Vangelo e ad annunciare che il tempo della salvezza è venuto.
PRIMA LETTURA: Es 19,2-6a
Dal libro dell’Èsodo
In quei giorni, gli Israeliti, levate le tende da Refidìm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa”».Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE: dal Salmo 99
Rit. Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza. Rit.
Riconoscete che solo il Signore è Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi, suo popolo e gregge del suo pascolo. Rit.
Buono è il Signore, / il suo amore è per sempre, la sua fedeltà di generazione in generazione.
SECONDA LETTURA: Rm 5,6-11
Se siamo stati riconciliati per mezzo della morte del Figlio, molto più saremo salvati mediante la sua vita.Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.Parola di Dio
CANTO AL VANGELO: Mc 1,15 Alleluia, alleluia. Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo. Alleluia.
VANGELO: Mt 9,36-10,8
+ Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».Parola del Signore
PROFESSIONE DI FEDE
PREGHIERA DEI FEDELI C – Fratelli e sorelle, accogliamo l’invito del nostro Signore e Maestro e preghiamo per il suo campo: mandi nuovi operai, doni una messe abbondante, la Chiesa divenga sempre più il suo popolo santo con l’adesione alla fede di nuovi figli e figlie che Dio ama.
L - Preghiamo insieme e diciamo:
Manda, Signore, operai nella tua messe!
Per la Chiesa di Cristo, mandata nel mondo perché costruisca il Regno di Dio: sappia con le parole e con le opere rendere efficace il mandato del Signore recando a tutti gli uomini l’annuncio della pace, del perdono e della carità, preghiamo.
Per tutti i cristiani: facendo costante memoria del loro Battesimo si riscoprano consacrati dal Signore e mandati nel mondo per essere costruttori credibili del Regno di Dio tra gli uomini, preghiamo.
Per coloro che il Signore ama a lavorare nella sua messe: perché rispondano prontamente e non manchino mai alla Chiesa annunciatori della Sua Parola e dispensatori della Sua misericordia, preghiamo.
Per i laici, perché realizzino il sacerdozio comune dei fedeli, testimoniando la fede nella comunione fraterna e nella carità operosa. Preghiamo
Per la nostra Comunità, perché sappiamo sempre sostenere con la preghiera e con la carità operosa quanti sono impegnati nel servizio disinteressato nelle varie iniziative della Parrocchia, preghiamo.
C – O Dio, che nel tuo Figlio fatto uomo ci hai detto tutto e ci hai dato tutto, poiché nel disegno della tua provvidenza tu hai bisogno anche degli uomini per rivelarti e resti muto senza la nostra voce, rendici degni annunziatori e testimoni della Parola che salva. Per Cristo nostro Signore. T - Amen.
LITURGIA EUCARISTICA
PRESENTAZIONE DEI DONI Come popolo sacerdotale, offriamo al Padre il pane, il vino e i nostri cuori, perché diventino nutrimento per ogni uomo stanco e affamato dell’Amore di Dio. SULLE OFFERTE C - O Dio, che nel pane e nel vino doni all'uomo il cibo che lo alimenta e i sacramento che lo rinnova, fa' che non ci venga mai a mancare questo sostegno del corpo e dello spirito. Per Cristo nostro Signore. T – Amen. PREGHIERA EUCARISTICA II ANAMNESI C – Mistero della fede. T – Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta. PREGHIERA DEL SIGNORE C – Amati e scelti dal Padre come custodi della sua alleanza con gli uomini, come popolo di sacerdoti, facciamo risuonare la preghiera che ci ha insegnato Cristo, unico mediatore tra il cielo e la terra, perché il Regno di Dio venga e sia seminato nella storia degli uomini. Diciamo insieme: T - Padre nostro... SCAMBIO DI PACE D – Prima di condividere Io stesso pane, riconciliamoci tra noi, affinché il Vangelo sia testimoniato da una Comunità senza divisioni. Scambiatevi un segno di pace.
COMUNIONE
G – Nell’Eucaristia riceviamo i benefici della salvezza messianica della Chiesa e, divenuti partecipi della missione evangelizzatrice di Gesù, riceviamo da lui la forza per continuarla con le nostre parole e con le nostre opere. Accostiamoci con fiducia a questo Banchetto d’Amore, per compiere la volontà di Colui che ci chiama ad essere operai nella sua mèsse.
RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
RITI DI CONCLUSIONE
DOPO LA COMUNIONE C - Signore, la partecipazione a questo sacramento, segno della nostra unione con te, edifichi la tua Chiesa nell'unità e nella pace. Per Cristo nostro Signore. T – Amen.
BENEDIZIONE E CONGEDO C – Il Signore sia con voi. T – E con il tuo spirito. C – Mostraci la tua continua benevolenza, Signore, e assisti il tuo popolo che ti riconosce suo pastore e guida: rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per Cristo nostro Signore. T – Amen. C – E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. T – Amen. D – «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date»: annunziate che il Regno di Dio è vicino! Andate in pace.
T - Rendiamo grazie a Dio.

giovedì 12 giugno 2008

Il Vescovo Luca Brandolini ricorda a Picinisco il significato e l’importanza del diaconato

Ci hanno segnalato che su un sito internet era stato pubblicato un servizio sulle dichiarazioni che S.E. Mons.Luca Brandolini aveva rilasciato a proposito dei diaconi permanenti.Lo proponiamo qui di seguito perchè ci è sembrato di particolare interesse.
lunedì 02 giugno 2008
Il Vescovo Luca Brandolini ricorda nella Chiesa matrice di San Lorenzo a Picinisco il significato e l'importanza del diaconato: Non era né vescovo né sacerdote ma soltanto un diacono che assisteva il vescovo nei suoi uffici e nelle funzioni liturgiche. Siamo nell’antica Roma imperiale di 1750 anni fa. Si ricorda, così, quest’anno il martirio del protodiacono Lorenzo, avvenuto a Roma nel 258 d.c. sotto l’imperatore Valeriano. L’evento si celebrerà con particolare solennità il 10 agosto prossimo in molte parti dell’Italia e del mondo. In provincia di Frosinone anche ad Amaseno (Diocesi di Frosinone), dove la tradizione vuole custodita un ampolla con il sangue del santo che ad ogni ritorno di ricorrenza si comporta chimicamente (liquefazione) come quella di S.Gennaro a Napoli e a Picinisco (Diocesi di Sora) dove già nel XIII venne eretta un’importante chiesa matrice. E a Picinisco c’è questa anteprima di oggi. Davanti alle reliquie poste sull’altare e ad una statua lignea secentesca restaurata e che andrà in “peregrinatio” nelle case il Vescovo Luca Brandolini di Sora, ricorda l’ufficio antico del diaconato. In tre passi neotestamentari (Filippesi 1:1; 1 Timoteo 3:8,12) i diaconi (dal greco, diákonos, “servitore”) compaiono sempre in stretto collegamento con i vescovi. Nella Chiesa antica, il diacono era l’assistente del vescovo, responsabile soltanto davanti a lui, che l’aveva ordinato, dei servizi di carità che rendeva continuando a vivere nella sua famiglia e in società. “Il diaconato ebbe inizio quando sette uomini, tra cui il protomartire S.Stefano, furono ordinati dagli apostoli perché servissero alla “mensa del vescovo” (Atti degli Apostoli 6:1-7) e assicurassero assistenza alle vedove, agli orfani e ai poveri”. Seguendo questa tradizione, il numero dei diaconi che assistevano un vescovo fu a lungo limitato simbolicamente a sette; a Roma i sette diaconi si occupavano delle proprietà della diocesi e finirono con l’esercitare anche un potere amministrativo notevole. Nel Medioevo, tuttavia, il diaconato perse questa funzione e questa preminenza, divenendo solo uno degli ordini maggiori, un gradino sulla via del sacerdozio. Recentemente, anche a seguito della crisi di vocazioni sacerdotali, la Chiesa cattolica ha inteso ripristinare parte della dignità di questo antico ufficio creando diaconi permanenti, che dedicano molto tempo all’aiuto del vescovo (sono ben 17 nella Diocesi di Sora) e dei ministri in una parrocchia ma che vivono, poi, e si guadagnano da vivere con il normale esercizio della loro professione. L’atto liturgico posto principalmente in relazione con il diacono, il più visibile, è la lettura del Vangelo durante la celebrazione dell’Eucaristia ma, in realtà, il diacono svolge oggi funzioni di sostegno molto importanti e meno visibili alla gente. “I miei occhi, le mie orecchie, le mie mani…(mentre pronuncia queste parole si notono le mani tremanti per il parckinson di questo straordinario presule), ecco che cos’è un diacono. Là dove non arrivo io perché non posso materialmente arrivarci, lì arriva il mio diacono” dice con convinto e convincente fervore il Vescovo Brandolini.

sabato 7 giugno 2008

SARO' CON VOI

TEMPO ORDINARIO / ANNO A /
08 GIUGNO 2008: 10a DOMENICA
LITURGIA DELLA DOMENICA
Antifona d'ingresso Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono. (Sal 27,1-2)
Colletta O Dio, sorgente di ogni bene, ispiraci propositi giusti e santi e donaci il tuo aiuto, perché possiamo attuarli nella nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima lettura Os 6,3-6 Voglio l’amore e non il sacrificio. Dal libro del profeta Osèa Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l’aurora. Verrà a noi come la pioggia d’autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra. Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda? Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba svanisce. Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti. Parola di Dio.
Salmo responsoriale Sal 49 Rit.: Chi cammina per la retta via vedrà la salvezza di Dio. Parla il Signore, Dio degli dèi, convoca la terra da oriente a occidente: «Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici, i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. Se avessi fame, non te lo direi: mio è il mondo e quanto contiene. Mangerò forse la carne dei tori? Berrò forse il sangue dei capri? Offri a Dio come sacrificio la lode e sciogli all’Altissimo i tuoi voti; invocami nel giorno dell’angoscia: ti libererò e tu mi darai gloria».
Seconda lettura Rm 4,18-25 Si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza». Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo – aveva circa cento anni – e morto il seno di Sara. Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. Parola di Dio
Canto al Vangelo (Lc 4,18) Alleluia, alleluia. Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio; a proclamare ai prigionieri la liberazione.Alleluia.
Vangelo Mt 9,9-13 Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. + Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Parola del Signore.
Preghiera sulle offerte Quest’offerta del nostro servizio sacerdotale sia bene accetta al tuo nome, Signore, e accresca il nostro amore per te. Per Cristo nostro Signore.
Antifona di comunione Il Signore è mia roccia e mia fortezza: è lui, il mio Dio, che mi libera e mi aiuta. (Sal 18,3)
Preghiera dopo la comunione Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito, operante in questo sacramento, ci guarisca dal male che ci separa da te e ci guidi sulla via del bene. Per Cristo nostro Signore.