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lunedì 15 dicembre 2008

venerdì 12 dicembre 2008

IL VANGELO DELLA DOMENICA

14 dicembre 2008
III DOMENICA DI AVVENTO
Anno B
Gv 1,6-8;19-28
6 Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7 Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. 19 Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Tu, chi sei?”. 20 Egli confessò e non negò. Confessò: “Io non sono il Cristo”. 21 Allora gli chiesero: “Chi sei, dunque? Sei tu Elia?”. “Non lo sono!”, disse. “Sei tu il profeta?”. “No”, rispose. 22 Gli dissero allora: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”. 23 Rispose: “Io[sono] voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia”. 24 Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25 Essi lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. 26 Giovanni rispose loro: “Io battezzo nell’ acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27 colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”. 28 Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
______________________________________________________________________ 6 VEge,neto a;nqrwpoj( avpestalme,noj para. qeou/( o;noma auvtw/ VIwa,nnhj\ Venne (lett. avvenne che/ci fu) un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
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È sorprendente constatare che, nei vangeli, un profeta, un inviato di Dio, ha provenienza diversa da ciò che ci aspetteremmo. Quando Dio deve intervenire nella storia sceglie normalmente persone, quasi sempre, non appartenenti all’ufficialità delle istituzioni religiose. Ecco che la parola di Dio, in questo brano evangelico, si rivolge ad un individuo che, per vincoli di sangue, proviene da famiglia religiosa e sacerdotale, ma, per scelta di vita, si è orientato in altra direzione. L’evangelista Luca, in modo particolare, sottolinea enfaticamente le sorprendenti scelte di Dio presentando uno scenario volutamente pomposo: “nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca della Abilene, sotto i sommi sacerdoti (lett. il sommo sacerdote) Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto” (Lc 3,1-2). Dopo aver presentato i sette grandi della terra ed aver creato aspettativa ( a chi di questi si rivolgerà Dio?), con un colpo da maestro Luca mostra la scelta di Dio: un uomo al di fuori della sfera del potere e delle gerarchie religiose di quel tempo. Dio il cui progetto è rivolto all’uomo sceglie un uomo per adempierlo, uno che non ha altro titolo se non quello di appartenente alla specie umana e oggetto dell’amore di Dio. Unica caratteristica particolare di questa persona è il nome, Giovanni, l’ ebraico Yohanan, che significa “Dio è misericordia”.
_______________________________________________________________________ 7 ou-toj h=lqen eivj marturi,an i[na marturh,sh peri. tou/ fwto,j( i[na pa,ntej pisteu,swsin diV auvtou/Å Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
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Ecco perché Dio non ha scelto un rappresentante della gerarchia religiosa: gli occorreva un uomo che fosse testimone della luce che stava per giungere e per questo scopo non poteva scegliere un adepto del mondo delle tenebre che l’evangelista Giovanni identifica con il potere e con l’istituzione religiosa del tempo. L’azione di queste “tenebre” è stata talmente dannosa da essere riuscita ad arrestare il processo di crescita di libere personalità di uomini e donne. Compito di Giovanni è quello di risvegliare il desiderio di vita negli uomini e così renderli coscienti dell’esigenza della luce, per far scoprire in ogni uomo quel che era latente ma non morto. La ripetizione del tema della testimonianza di Giovanni, sottolinea la funzione che questi eserciterà, mediante l’invito a prendere le distanze dal passato, appartenente al mondo delle tenebre, mediante un gesto simbolico di morte attraverso l’immersione (battesimo) in un’acqua che cancella l’uomo vecchio e fa nascere il nuovo (Gv 1,26).
____________________________________________________________________ …i[na pa,ntej pisteu,swsin diV auvtou/Å … perché tutti credessero per mezzo di lui.
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La missione di Giovanni è universale (tutti). L’evangelista anticipa il programma di Dio: una chiamata non indirizzata solo ad un determinato popolo, ma a tutti quelli che hanno in sé un anelito alla pienezza di vita e che sono destinatari del suo progetto .
________________________________________________________________________ 8 ouvk h=n evkei/noj to. fw/j( avllV i[na marturh,sh peri. tou/ fwto,jÅ Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
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L’evangelista chiarisce che il ruolo di Giovanni non è quello di essere luce, ma testimone di questa. La sottolineatura è dovuta al fatto che il fascino di Giovanni non si è spento con la sua morte, ma ancora al tempo della stesura di questo vangelo esistevano dei discepoli che non avevano accettato Gesù e credevano che Giovanni fosse il Messia (Gv 1,20). Tra l’altro la testimonianza su Gesù costituirà una pesante difficoltà. La difficoltà, specialmente da parte dei religiosi di accettare Gesù come Messia, nasce dal fatto che egli si presenta come una persona tanto normale da non aver nessuna di quelle qualità che ci si aspetta da un uomo in comunione con Dio. Gesù non si distingueva in nulla – se non per l’alta capacità di amare – dal resto degli ebrei. Nessuna distinzione di Gesù nei vangeli viene messa in risalto: mangia e beve come tutti, anzi lo fa pure nei giorni dedicati al digiuno; perde la pazienza e si indigna, gioisce, si stanca, si riposa… è umano! Per di più non indossa alcun distintivo religioso, non abita in luoghi religiosi ma passa sanando e beneficando tutti!
____________________________________________________________________ 19 Kai. au[th evsti.n h‘ marturi,a tou/ VIwa,nnou( o[te avpe,steilan Îpro.j auvto.nÐ oi‘ VIoudai/oi evx ~Ierosolu,mwn i‘erei/j kai. Leui,taj i[na evrwth,swsin auvto,n\ su. ti,j ei=È Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Tu, chi sei?”.
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Con il termine Giudei (caratteristico dell’evangelista: 71 citazioni contro le 5 di Matteo, 6 di Marco e 5 di Luca) nel vangelo di Giovanni non vengono indicati gli abitanti della Giudea, ma i capi politico-religiosi (salvo alcune eccezioni). I Giudei sono distinti dal popolo che li teme (Gv 7,13; 9,22; 19,38; 20,19); sono i detentori del potere, come appare evidente in questo caso in cui sono quelli che mandano sacerdoti e leviti ad interrogare Giovanni. Giovanni nel prologo è stato definito inviato da Dio (Gv 1,6), ma gli inviati da Dio non hanno vita facile con le realtà istituzionali già costituite. Quando Giovanni il Battista appare nella storia… è subito scontro con le sacre gerarchie che partoriscono un’inchiesta giudiziaria. L’attività di Giovanni, di essere testimone della luce (Gv 1,7), suscita i sospetti delle tenebre, cioè le autorità religiose, che mandano sacerdoti e leviti, l’apparato istituzionale in funzione nel Tempio di Gerusalemme, a interrogarlo. La missione di Giovanni, di risvegliare il desiderio di pienezza di vita nelle persone, provoca l’immediata reazione delle autorità. Queste possono dominare fin tanto che le persone vivono sottomesse al loro potere e al loro insegnamento senza discernimento critico. I sacerdoti erano gli addetti al culto. I leviti, gli appartenenti alla tribù di Levi (tribù che, essendo stata eliminata dalla spartizione della terra, aveva ricevuto in cambio il privilegio di fare i sacrestani nel tempio [Nm 1,48-53]), esercitavano tra l’altro la funzione di vigilanza e di polizia (1Cr 6,33). I leviti erano a disposizione del Sinedrio per conto del quale potevano arrestare le persone ed eseguire le sentenze di pena. La loro presenza è segno evidente che erano pronti per arrestare Giovanni. L’interrogatorio comincia in maniera brutale, con una domanda intimidatoria: “Tu, chi sei?”.
____________________________________________________________________ 20 kai. w‘molo,ghsen kai. ouvk hvrnh,sato( kai. w‘molo,ghsen o[ti evgw. ouvk eivmi. o‘ cristo,jÅ Egli confessò e non negò. Confessò: “Io non sono il Cristo”.
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Giovanni va subito a quello che è il problema che suscita l’allarme e dichiara di non essere lui il Messia. Dalla risposta di Giovanni si vede che quel che le autorità temono è proprio il Messia. In apparenza lo attendevano e pregavano per la sua venuta; in realtà lo temevano, perché secondo la tradizione popolare, il Messia alla sua venuta avrebbe fatto piazza pulita del sacerdozio corrotto del Tempio e dei sommi sacerdoti venuti a compromessi con il dominatore romano. Il Messia avrebbe dovuto riformare le istituzioni religiose e deporre l’intera gerarchia religiosa resasi indegna. Il tono della risposta che l’evangelista pone sulle labbra di Giovanni indica che questi era ritenuto da molti il Messia. Nel vangelo di Luca si legge che il popolo si domandava: “riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo” (Lc 3,15).
____________________________________________________________________ 21 kai. hvrw,thsan auvto,n\ ti, ou=nÈ su. VHli,aj ei=È kai. le,gei\ ouvk eivmi,Å o‘ profh,thj ei= su,È kai. avpekri,qh\ ou;Å Allora gli chiesero: “Chi sei, dunque? Sei tu Elia?”. “Non lo sono!”, disse. “Sei tu il profeta?”. “No”, rispose.
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Spiazzati dalla risposta di Giovanni che smentisce di essere il Messia, sacerdoti e leviti gli chiedono allora chi è mai. La tradizione popolare prevedeva che Elia sarebbe venuto a preparare l’arrivo del Messia. Questa tradizione poggiava su un testo del profeta Malachia nel quale si diceva: “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore” (Mal 3,22). È l’unica volta che in Giovanni viene menzionato Elia, il profeta che con zelo violento sterminava i suoi avversari (1Re 18,20-40; 2Re 1,10). Secondo quanto scritto nel libro del Siracide Elia sarebbe dovuto ritornare per “ristabilire le tribù di Giacobbe” (Sir 48,10), in particolare Elia avrebbe dovuto selezionare il popolo, dividendo le famiglie impure da quelle pure, le legittime da quelle illegittime, perché, solo le famiglie israelite pure potevano essere sicure di partecipare alla salvezza del Messia (Eduyyot 8,7). Le risposte del Battista sono via via più brevi ed egli smentisce di essere il profeta Elia.
_____________________________________________________________________ …o‘ profh,thj ei= su,È …“Sei tu il profeta?”.
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L’enfasi posta sulla domanda allude alla promessa fatta dal Signore a Mosè secondo cui Egli avrebbe suscitato per il popolo un profeta pari a lui al quale dare ascolto (Dt 18,15). La tradizione interpretava questo profeta come un nuovo Mosè.
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…kai. avpekri,qh\ ou;Å …”No”, rispose.
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Le risposte di Giovanni, sempre più secche, accrescono lo sconcerto dei sacerdoti e leviti.
____________________________________________________________________ 22 ei=pan ou=n auvtw/\ ti,j ei=È i[na avpo,krisin dw/men toi/j pe,myasin h‘ma/j\ ti, le,geij peri. seautou/È Gli dissero allora: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”.
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Completamente spiazzati dalle secche risposte di Giovanni chiedono come questi definisca se stesso:” chi sei?” Sacerdoti e leviti devono riferire alle autorità che dovranno decidere il grado di pericolosità rappresentato dal Battista. Non può essere innocente uno che comincia un’attività senza avere il mandato delle autorità competenti.
____________________________________________________________________ 23 e;fh\ evgw. fwnh. bow/ntoj evn th/ evrh,mw\ euvqu,nate th.n o‘do.n kuri,ou( kaqw.j ei=pen VHsaiIo [sono=manca nel testo greco] voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.
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Dopo la triplice negazione ecco la risposta positiva. Nella risposta di Giovanni l’evangelista evita la formula “io sono” = (evgw, eivmi) riservata unicamente al Cristo e al cieco nato (Gv 9,9) e per questo omette il verbo. Mentre Gesù è stato presentato come il Logos, la Parola, Giovanni è solo una voce. Il deserto è il luogo dove si situa Giovanni e da dove si leva la sua voce. Giovanni adopera una espressione di Isaia, dove il profeta annuncia l’esodo liberatore dalla schiavitù babilonese (Is 40,1-11). Il testo di Isaia prosegue con l’annuncio che frutto di questa operazione sarà che “Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà” (Is 40,5). Nella citazione del profeta Isaia “preparate la strada al Signore, raddrizzate…” (Is 40,3 LXX), Giovanni omette “preparate la strada” ed utilizza solo “raddrizzate”. Per l’evangelista le autorità religiose non devono preparare nulla (non sono in grado di preparare la strada…), ma solo togliere quegli ostacoli che essi stessi hanno posto sulla strada del Signore rendendone difficile il cammino. Le autorità religiose vengono sempre presentate in questo vangelo come un ostacolo al Signore. Nel contesto dell’esodo liberatore, l’evangelista presenta i capi come i successori del faraone; anch’essi tentano di impedire la liberazione che il Signore vuole realizzare, mantenendo il popolo nella schiavitù: sono le tenebre che tentano di soffocare la luce (Gv 1,5). I capi non ascolteranno l’invito del Battista, che anzi verrà incarcerato. Essi non ascoltano i profeti che il Signore invia, ma solo quelli che sono morti, come Mosè “noi siamo discepoli di Mosè” (Gv 9,28).
____________________________________________________________________ 24 Kai. avpestalme,noi h=san evk tw/n Farisai,wnÅ Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei.
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L’interrogatorio è concluso, ma c’è chi non è soddisfatto. Appaiono per la prima volta i farisei, gli avversari di Gesù anch’essi sensibilissimi al primo sintomo di allarme per il loro sistema religioso. In questo vangelo, la prima volta che i farisei compaiono, è per interrogare (e se possibile arrestare) Giovanni, e l’ultima, per arrestare Gesù (Gv 18,3). Sono anch’essi le tenebre che tentano di soffocare la luce già al suo primo debole apparire. Anche i farisei aspettavano il Regno di Dio, che pensavano sarebbe sopraggiunto attraverso l’osservanza radicale e meticolosa di tutta la Legge. I farisei praticavano nella vita quotidiana quelle severe regole che il sacerdote osservava per una settimana all’anno nel servizio al Tempio. Costoro non sono soddisfatti delle risposte di Giovanni e continuano ad interrogarlo.
_____________________________________________________________________ 25 kai. hvrw,thsan auvto.n kai. ei=pan auvtw/\ ti, ou=n bapti,zeij eiv su. ouvk ei= o‘ cristo.j ouvde. VHli,aj ouvde. o‘ profh,thjÈ Essi lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”.
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Quel che sconcerta i farisei è che un individuo si presenti sostenendo di essere inviato da Dio senza collocarsi nel solco della tradizione di Israele. L’atteso era il Messia, il profeta Elia o il profeta… Giovanni dove si situa? I farisei sono disorientati, accusano Giovanni di esercitare un’attività (battezzare) senza alcun mandato. Il verbo tradotto con battezzare (bapti,zw) significa immergere. Il rito era conosciuto nel mondo giudaico come segno di un cambiamento di vita (per es. dalla schiavitù alla libertà) o di religione. A Gerusalemme il rito si svolgeva nella piscina di Siloe. Il fatto che sia Giovanni a battezzare, cioè a immergere le persone nell’acqua, indica che c’è chi lo riconosce come inviato da Dio e accetta il suo messaggio e attraverso questo rito accetta di passare dalle tenebre alla luce. Le autorità lo hanno intuito ed è questo che le rende inquiete.
____________________________________________________________________ 26 avpekri,qh auvtoi/j o‘ VIwa,nnhj le,gwn\ evgw. bapti,zw evn u[dati\ me,soj u‘mw/n e[sthken o]n u‘mei/j ouvk oi;date( Giovanni rispose loro: “Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,
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La risposta di Giovanni è inquietante. Lui ammette di battezzare solo con l’acqua, lasciando intendere che ci sarà chi lo farà in un’altra maniera, indubbiamente più potente ed efficace, sarà “colui che battezza in Spirito Santo” (Gv 1,33). Il battesimo di Giovanni aiuta a cambiare vita, a lasciare il mondo delle tenebre e aderire a quello della luce. Il battesimo di Gesù darà la forza di restare nell’ambito della vita e della luce.
____________________________________________________________________ … me,soj u‘mw/n e[sthken o]n u‘mei/j ouvk oi;date( … In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,
______________________________________________________________ Il personaggio annunciato è sconosciuto ai farisei. Le tenebre non percepiscono la luce e mai conosceranno il Cristo (Gv 8,19). I cultori della Legge non possono riconoscere lo Spirito.
____________________________________________________________________ 27 o‘ ovpi,sw mou evrco,menoj( ou- ouvk eivmi. Îevgw.Ð a;xioj i[na lu,sw auvtou/ to.n i‘ma,nta tou/ u‘podh,matojÅ colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”.
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Giovanni, riconoscendo di non essere degno di slegare il laccio del sandalo di colui che deve venire, allude alla pratica detta del levirato (dal latino levir = cognato – Gen 38,8-10). Nel Libro del Deuteronomio si prescrive che quando una donna rimane vedova senza figli “ …suo cognato verrà da lei e la prenderà in moglie, compiendo così verso di lei il dovere di cognato; il primogenito che ella metterà al mondo, andrà sotto il nome del fratello morto perché il nome di questi non si estingua in Israele…” (Dt 25,5-10). Con questa istituzione veniva salvaguardato il patrimonio del clan familiare, “le famiglie non si estingueranno e le proprietà resteranno tra i parenti” (Pseudo-Filone, Antichità bibliche IV, VIII, 23). Qualora il cognato avesse rifiutato di unirsi alla cognata per darle un figlio, il suo diritto di mettere incinta la donna passava ad un altro parente. Come gesto simbolico che sanciva questo passaggio, l’avente diritto si toglieva un sandalo e lo dava a colui che gli subentrava (Rt 3,12-13;4,5-8). Il rifiuto di procreare veniva considerato un grande disonore e “la famiglia di lui sarà chiamata la famiglia dello scalzato” (Girolamo Mat 3,4; Dt 25,5-10). La relazione del Signore con Israele veniva raffigurata dai profeti attraverso il rapporto nuziale (“tuo sposo è il tuo Creatore” – Is 54,5; Os 2). Ma questo matrimonio si considerava ormai cessato per le colpe del popolo e Israele era infecondo, come una vedova. Giovanni sta dichiarando di non essere colui che dovrà fecondarla e invita a rivolgere l’attenzione a colui che deve venire: “perché è lo sposo di Israele”.
____________________________________________________________________ 28 tau/ta evn Bhqani,a evge,neto pe,ran tou/ VIorda,nou( o[pou h=n o‘ VIwa,nnhj bapti,zwnÅ Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
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Questo luogo geograficamente è sconosciuto o inesistente (in certi manoscritti la località è indicata come Bet Abara [Gdc 7,24] o Bet Araba [Gs 15,6]). È probabile che sia una località simbolica, quella dove Gesù si ritirerà nell’ultima tappa del suo esodo dove costituirà la sua comunità (Gv 10,40-42; 11,1). Al di là del Giordano è espressione tipica usata per indicare il passaggio del fiume da parte di Giosuè (in greco VIhsou/j) per entrare nella terra promessa (Gs 1,14-15). Ora ne significa l’uscita: la terra promessa, quella della libertà, si trova ormai fuori dai confini di Israele, cioè fuori dall’istituzione religiosa giudaica e sarà Gesù (in greco VIhsou/j) colui che guiderà il popolo nel nuovo esodo.
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____________________________________________________________________ Riflessioni …

  • Una situazione incalzante, anche tragica: Confronti e scontri tra Mandante e mandanti: Dio mandò Giovanni, Giudei e Farisei mandarono sacerdoti e Leviti, il primo per testimoniare come Voce, per ravvivare la Luce orientante verso la Vita, i secondi per indagare e verificare che tutto fosse conforme a…
  • Giovanni venne, come venne il Messia. l’Inviato, e testimoniò la Verità, confessando, dichiarando, annunciando, riconoscendo l’autenticità e la lealtà di Dio che stava mantenendo i patti e le promesse…
  • Giovanni rispose, responsabilmente: “Non sono…; sono…”, distinguendo e profetizzando: “io conosco quello che voi non conoscete…”

Linee interpretative del Vangelo domenicale elaborate nell’incontro settimanale del lunedì dal gruppo della Comunità de “Il Filo” insieme con P. Gennaro Lamuro resp. del Servizio Animazione Biblica della Diocesi di Napoli.

  • Solo un profeta vede la Luce, oltre le tenebre; solo un profeta riconosce la voce di Dio, scuotendo animi e pensieri: raddrizzate i percorsi tortuosi per il passaggio di Dio, predisponete i cuori per accogliere la salvezza, spegnete i fuochi del terrorismo, rompete gli intrecci nefasti e pervasivi del potere, incenerite le droghe per riprendervi la vita e riproporre la pace.

venerdì 5 dicembre 2008

IL VANGELO DELLA DOMENICA

7 dicembre 2008 II DOMENICA DI AVVENTO Anno B Mc 1,1-8 _____________________ Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: Egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo". ____________________________________________________________________ 1-VArch. tou/ euvaggeli,ou VIhsou/ Cristou/ Îui`ou/ qeou/ÐÅ Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. ____________________________________________________________________ Le origini della Buona Notizia, sono nella persona, nel messaggio e nell’attività di Gesù. Mentre il titolo “Messia” apparteneva esclusivamente alla tradizione di Israele (titolo giudaico cfr. 8,29; 14,6), quello di “Figlio di Dio” (titolo universale, cfr. 3,11; 5,7; 14,61; 15,39) era comune a giudei e pagani. Marco oppone il “Messia Figlio di Dio”, la cui missione salvifica si estende a tutti, uomini e popoli, al “Messia figlio di Davide” (12,35-37), figura che, nella teologia del giudaismo, aveva la missione di restaurare la gloria della nazione giudaica.
____________________________________________________________________ C’è una preparazione espressa in un trittico, cioè, comprendente tre brani (pericopi) collegati tra loro: I parte Mc 1,2-5 Giovanni, compimento delle profezie IIparte Mc 1,6-8 Giovanni, precursore IIIparte Mc 1,9-13 Battesimo di Gesù, la sua investitura messianica e l’orizzonte della sua vita pubblica
____________________________________________________________________ 2-Kaqw.j ge,graptai evn tw/ VHsai
____________________________________________________________________ 3-fwnh. bow/ntoj evn th/ evrh,mw\ e`toima,sate th.n o`do.n kuri,ou( euvqei,aj poiei/te ta.j tri,bouj auvtou/(Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri,
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Marco compendia nella figura di Giovanni Battista l’attesa e l’anelito dell’AT per una liberazione definitiva d’Israele, per la quale, secondo la predicazione profetica, si richiede un cambiamento di vita. Nella missione di Giovanni si riassume la funzione di tutto l’Antico Testamento preparare il cammino del Signore, esortando ad un cambiamento di vita. Citando insieme i due testi dell’AT (Es 23,20; Is 40,3), Marco identifica il cammino di Gesù (v.2) con quello di Dio (v.3). Questo indica che l’attività di Gesù sarà l’attività di Dio stesso e, come suggeriscono i due testi citati, la sua opera consisterà nel realizzare un esodo, liberando da uno stato di oppressione e conducendo a una terra promessa, figura di una società umana giusta e fraterna.
____________________________________________________________________ 4-evge,neto VIwa,nnhj Îo`Ð bapti,zwn evn th/ evrh,mw kai. khru,sswn ba,ptisma metanoi,aj eivj a;fesin a`martiw/nÅ vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
____________________________________________________________________ Giovanni si situa nel deserto, mostrando la sua rottura con la società esistente e ricordando le origini di Israele. Non affronta le istituzioni, ma si rivolge agli individui: fa prendere loro coscienza che tutti, con le loro ingiustizie personali (confessavano i loro peccati…), sono responsabili della situazione sociale ingiusta; tutti devono rettificare la loro condotta se aspirano a un cambiamento della società. Il battesimo o immersione nel fiume simboleggia per ciascuno la morte al proprio passato di ingiustizia; il cambiamento di vita cancellerà quel passato peccatore (“perdono dei peccati” = a;fesin a`martiw/n). Giovanni prepara così il cammino del Signore, seguendo la linea della predicazione profetica (cfr. Is 1,17ss.).
____________________________________________________________________ 5-kai. evxeporeu,eto pro.j auvto.n pa/sa h` VIoudai,a cw,ra kai. oi` ~Ierosolumi/tai pa,ntej( kai. evbapti,zonto u`pV auvtou/ evn tw/ VIorda,nh potamw/ evxomologou,menoi ta.j a`marti,aj auvtw/nÅ Accorrevano a lui (lett. usciva verso di lui) tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
____________________________________________________________________ La risposta massiccia all’annuncio di Giovanni è prova e manifestazione del malcontento generale per la situazione. “Uscivano-accorrevano…”, come nell’esodo dall’Egitto (Es 13,4.8; Dt 11,10); il paese giudaico ora è terra di oppressione. Il fiume Giordano, al tempo di Giosuè, era la frontiera della terra promessa (Nm 13,29; Gs 4,5; 5,1) e annunciava la fine dell’esodo; il suo ricordo fa sperare in una nuova terra, ma fuori dai limiti del paese giudaico. Il testo segna una opposizione tra il deserto e Gerusalemme: il popolo non va a cercare il perdono nel Tempio ma nel luogo dove si trova il profeta.
* * *
Paragonandolo alla figura del profeta Elia, Marco presenta Giovanni Battista come il precursore immediato del Messia che viene, che sarà l’instauratore di una società nuova (il Regno di Dio) e il creatore di un uomo nuovo (la signoria di Dio).
____________________________________________________________________ 6-kai. h=n o` VIwa,nnhj evndedume,noj tri,caj kamh,lou kai. zw,nhn dermati,nhn peri. th.n ovsfu.n auvtou/ kai. evsqi,wn avkri,daj kai. me,li a;grionÅ Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico.
____________________________________________________________________ Marco descrive Giovanni con caratteristiche di profeta, in particolare con quelle di Elia (2Re 1,8: cinghia di cuoio), che era ritenuto precursore del Messia (Ml 3,23). Il suo cibo è quello di un nomade, di uno che vive lontano dalla società.
____________________________________________________________________ 7-Kai. evkh,russen le,gwn\ e;rcetai o` ivscuro,tero,j mou ovpi,sw mou( ou- ouvk eivmi. i`kano.j ku,yaj lu/sai to.n i`ma,nta tw/n u`podhma,twn auvtou/Å E proclamava: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare (lett. il legaccio) i lacci dei suoi sandali. ____________________________________________________________________ 8-evgw. evba,ptisa u`ma/j u[dati( auvto.j de. bapti,sei u`ma/j evn pneu,mati a`gi,wÅ Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo".
____________________________________________________________________ Giovanni non si considera un protagonista, annuncia l’arrivo di un altro, superiore a lui, che il lettore identifica con Gesù. Sarà superiore a lui in potenza, perché avrà la pienezza dello Spirito; anche per la sua missione, che consisterà nel fondare un nuovo popolo, una società nuova (nuova alleanza cfr. 14,24), perché il ruolo dello sposo, proprio di Dio nell’AT (Os 2,4ss.; Is 54,62; Ger 2; Ez 10), ora spetta a Gesù (cfr. 2,19ss.); questo è espresso dalla frase “non sono degno di chinarmi per slegare il legaccio dei suoi sandali”, che allude alla legge giudaica del levirato: togliere il sandalo significava appropriarsi del diritto dello sposo (cfr. Rt 3,5-11). L’attività del Messia consiste nell’infondere lo Spirito (cfr. Is 44,3-5; Ez 36,26-28), che potenzia e consacra l’uomo (Santo/santificatore); l’uomo nuovo sarà il fondamento e l’artefice della nuova società, tappa terrena del Regno di Dio.
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  • Il tempo delle ragionevoli speranze supera le epoche senza speranze e spegne quelle smisurate: è il tempo dell’Avvento di Cristo.
  • Le angosce distruttive prodotte dalle catastrofiche profezie, le utopie esasperate di superumanesimi scientisti lasciano il posto a reali e concrete ragionevoli speranze. Dove “solo un Dio ci potrà salvare” con il concorso umano individuale e comunitario.
  • Esodi, liberazioni e traguardi raggiunti risultano le tappe di ogni avvento: quello storico di un popolo, quello messianico, quello sacramentale di oggi e del tempo futuro. Giovanni ha svolto la funzione di facilitatore, pedagogo e testimone. Il Messia ha tradotto nella storia il “racconto” divino: ha compiuto esodi, è uscito fuori dal privilegio di essere uguale a Dio, dalla stessa vita, realizzando processi di liberazione.
  • Si è così compiuto il tempo delle speranze. Siamo pertanto invitati a rivisitare il racconto della liberazione/salvezza: a rileggerlo come acuti e sapienti lettori della storia della salvezza, a ripercorrerlo come attori-protagonisti, coinvolti come destinatari e fruitori, a narrarlo con l’ottimismo di un’autentica liberazione.
  • Si intravede così l’avvento di un popolo nuovo, di una nuova società, a cominciare da ogni individuo/persona, tassello e connettivo di una umanità e società liberata e rinnovata. E l’Avvento diventa così personale,impellente ed interrogante: “se non ora, quando?”.

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