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sabato 27 agosto 2011

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
        28 Agosto 2011





















Grado della Celebrazione: DOMENICA

Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Abbi pietà di me, Signore,
perché ti invoco tutto il giorno:
tu sei buono e pronto al perdono,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 86,3.5)

Colletta

O Dio, nostro Padre,
unica fonte di ogni dono perfetto,
suscita in noi l’amore per te
e ravviva la nostra fede,
perché si sviluppi in noi il germe del bene
e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ger 20,7-9)

La parola del Signore è diventata per me causa di vergogna.

Dal libro del profeta Geremìa
Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto violenza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;
ognuno si beffa di me.
Quando parlo, devo gridare,
devo urlare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 62)

Rit: Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene.

SECONDA LETTURA (Rm 12,1-2)
Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Ef 1,17-18)

Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.

VANGELO (Mt 16,21-27)
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadràmai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dPerché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

Abbiamo sete di te, o Padre, la nostra anima anela a vedere il tuo volto. Ascolta le nostre preghiere e rendici come tu ci vuoi, perché la tua grazia vale più della vita.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché i cristiani ardano d’amore per il loro Dio, senza lasciarsi sopraffare dalle persecuzioni e dallo scherno del mondo. Preghiamo.

2. Per chi è attratto dal consumismo e si lascia catturare dalle tentazioni del mondo, perché sappia riscoprire i veri valori dello spirito. Preghiamo.

3. Per gli uomini del nostro tempo, perché non facciano dell’autosufficienza un idolo, ma riconoscano che l’obbedienza alla volontà di Dio rende la vita realizzata. Preghiamo.

4. Per quanti vivono nella prova, perché si sentano amati dal Signore anche nella sofferenza e sappiano portare la croce imitando Gesù, che ha donato la sua vita per l’umanità. Preghiamo.

5. Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia, perché il Signore ci infonda il coraggio di aprirci al suo disegno d’amore e di lasciarci plasmare dalla sua volontà. Preghiamo.

Siamo come Pietro, Signore e vorremmo che il Cristo manifestasse la sua potenza e la sua forza. Invece tu lo hai predestinato alla croce. Converti il nostro cuore, o Padre, perché possiamo accogliere sempre la tua volontà, anche quando si presenta nella croce. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte


Santifica, Signore, l’offerta che ti presentiamo,
e compi in noi con la potenza del tuo Spirito
la redenzione che si attua nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione


Quant’è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per quelli che ti temono. (Sal 31,20)

Preghiera dopo la comunione



O Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che questo sacramento ci rafforzi nel tuo amore
e ci spinga a servirti nei nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
Che vantaggio infatti avra' l'uomo se guadagnera' il mondo intero, e poi perdera' la propria anima?


"Da allora Gesù cominciò a mostrare ai discepoli che doveva andare a Gerusalemme", scrive Matteo. Sapeva cosa lo aspettava. E lo dice ai discepoli. Ma, come spesso accade, non vogliono ascoltare le parole del Maestro. Pietro prende coraggio e lo rimprovera. È sincero, ma la sincerità non basta, come non basta la buona coscienza. L'amore del Signore va ben oltre. È un amore radicale. Pietro però non lo capisce. Gesù non poteva abbandonare la sua via e mentre stava parlando con Pietro si voltò, scrive Matteo, non guardò più Pietro negli occhi, come lo guarderà la notte del tradimento, gli voltò le spalle, quasi a rendere visibile la sua distanza da lui, e lo rimproverò: "Vattene via da me, satana! Tu mi sei di scandalo". Del resto nel deserto, all'inizio della sua vita pubblica, satana ebbe la stessa intenzione di Pietro, ossia allontanare Gesù dall'obbedienza al Padre. Ma è solo su questa via che si compie la volontà del Padre. Gesù lo dice subito a tutti: "Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Sono parole che suonano dure ai nostri orecchi, ma sono le uniche che possono liberarci dalla prigionia delle nostre tradizioni, delle nostre abitudini, delle nostre pigrizie. Esse sono comprensibili unicamente all'interno della sequela di Gesù. Geremia scrive: "Mi hai sedotto, Signore, ed io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso". La seduzione sta alla radice delle parole di Gesù: chi è sedotto riversa tutto il suo amore all'amato, vive per lui, opera per lui, pensa a lui. Questa è la sequela evangelica. Purtroppo spesso la nostra fede è scialba, fiacca, senza sapore. Per questo non porta la gioia. Eppure è la via per la salvezza; una via diversa da quella del mondo che spinge invece a cercare solo se stessi senza occuparsi degli altri. Per questo Gesù insiste: "Chi vorrà salvare la propria vita la perderà". Chi vuole salvarsi da solo si perderà; non gusterà la felicità dell'amicizia e della fraternità. E potrà anche guadagnare il mondo intero, ma sarà insoddisfatto. La felicità non sta nell'avere le cose ma nell'essere uomini e donne rinnovati nel cuore dal Vangelo. Come si perde l'anima? Divenendo schiavi di se stessi e delle cose, assoggettandosi alla sete del guadagno. Quante volte sacrifichiamo su questi altari le nostre giornate e il nostro avvenire senza poter gustare la vita, e quindi sacrificandola davvero. Paolo ci ricorda: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto". Le parole evangeliche sono certamente esigenti, in esse vi è tutta l'ambizione di Gesù di sedurci per farci gustare con pienezza la sua vita e il suo amore.

mons. Vincenzo Paglia

“Il coraggio del limite”

Quando mio marito Luigi ha detto il suo “eccomi” al Signore per la diaconia,lì, ho percepito il suo coraggio. E' un servizio meraviglioso, una grazia immensa, ma dovrà conoscere e rispettare dei limiti: “il coraggio del limite”
Grazie Mariarosaria  per la tua Meditazione scaturita durante il Ritiro
E' grazie all'unione sacramentale del Matrimonio che Luigi insieme a te riuscirà 
a conoscere , a rispettare  e condividere "I LIMITI"
Mario

venerdì 26 agosto 2011

RITIRO DIACONALE dal 18 al 21 AGOSTO a MONTERIPIDO

 MEDITAZIONE SUL LIBRO DEI GIUDICI

Premessa:

partendo da alcuni Giudici lavoreremo su 3 temi:
• GEDEONE (il rapporto fra padre e figlio),
• DEBORAH e BARAK (i coniugi, la coppia diaconale),
• SANSONE (la maturità umana e spirituale)

Il libro dei Giudici fa normalmente da spartiacque fra il libro di Giosuè ed il libro dei Re.
In questo libro c’è una grande violenza e noi ne restiamo allibiti. La violenza è insita nella Bibbia. Queste storie sono stridenti per noi cristiani che seguiamo il discorso della montagna.
Perché allora leggerlo? I giudici sono esempi negativi (ad esempio Sansone è schiavo delle passioni); eppure Sansone fu giudice per 20 anni.
Chi sono i giudici? Non svolgevano una attività forense ma una azione di governo. I giudici guidavano le singole tribù.
Nel libro dei giudici si vede che la conquista fatta da Giosuè non è stata così rapida.
Sono storie che sono state integrate nel tempo.
I giudici sono 12 come le tribù ma solo di 5 si narrano le vicende. Ciascun giudice ha il suo popolo da combattere.
Va comunque colto l’aspetto spirituale del libro e cosa ci vuole dire. Forse è stato scritto dal profeta Samuele o forse durante l’esilio (5° secolo a.C.) ma è ambientato molti secoli prima.

Eppure c’è una differenza sostanziale fra questa violenza e quella dei nostri giorni.
Allora le guerre venivano fatte per il diritto alla esistenza, per poter sopravvivere; non era il desiderio alla conquista del territorio.
Israele doveva prendere quella terra altrimenti non avrebbe potuto avere la libertà di culto Israele non la imporrà mai agli altri popoli mentre altri non fecero così; vedasi Alessandro

La violenza di questi modelli negativi va gestita, non bisogna fermarsi semplicemente al fatto narrato ma occorre interpretarli; Per esempio Gedeone è nominato giudice ma non ha fede. Così Sansone è attratto dalle donne ma è giudice.
Quindi sono modelli inquietanti su cui dobbiamo riflettere. La storia è interpretazione molto aperta, di fede. San Girolamo diceva che queste storie sono narrate ma non tutto va lodato (presi a modello su tutto).

Anche noi possiamo negare gli aspetti più negativi della nostra storia oppure rinterpretarli ed accettarli.

Cosa succede nella famiglia di Gedeone? Il padre ha perso la fede ed ha eretto un’altare nel giardino agli idoli.
Dio parla con Gedeone. Avrebbe potuto dirgli “va e combatti” ma per prima cosa gli chiede di distruggere gli idoli di casa sua.

Siamo chiamati a gestire il rapporto con i ns giudici : la famiglia e gli educatori.

Quando parlo e mi confido l’altro diventa il mio giudice.
I giudici sono persone che hanno sbagliato e che dobbiamo accettare. Pronti ad accogliere gli aspetti negativi della loro vita perché sono anche i notri.

Il libro dei giudici ci permette di interpretare la storia dei credenti. Di chi, anche nei fallimenti, ritrova una traccia per ritornare a Dio.

Il libro dei giudici quindi mette in qualche modo in evidenza la speranza in Dio (che le cose possano cambiare e che alla fine ci sarà la mano di Dio che ci salverà).

La teologia quindi ci dice che dalla storia negativa prima o poi si esce (sarà Dio stesso a guidare il suo popolo).

Quando Dio chiama non sempre c’è una risposta immediata ma quando Dio richiama una seconda volta molte volte il chiamato risponde.

GEDEONE

I nemici della tribù di Gedeone sono gli Amaleciti (nemici per eccellenza) ed i Madianiti.
In particolare gli Amaleciti non vogliono semplicemente vincere ma vogliono distruggere Israqele. L’oppressione è totale. Inoltre i Madianiti avevano i carri di ferro.
Arriva l’angelo del Signore e stabilisce una relazione pacificante e stabile.
L’Angelo è l’inviato, il messaggero.
Gedeone vuole significare “colui che distrugge”. Ma Gedeone, uomo forte e valoroso, si nasconde. Chi fa uscire la sua vocazione? L’Angelo del Signore.

Ma Gedeone è anche un uomo cinico, sconfitto dalla vita, che non si aspetta più nulla, neanche cose belle.

Risponde: se il Signore è con me lui dov’è? Perché mi devo nascondere?

Gedeone sfugge il peccato dei genitori ma poco dopo ricadrà nel loro stesso peccato (erigerà pali sacri agli idoli).

Gedeone ha coscienza che il suo popolo è uscito dall’Egitto per mano di Dio. Questa memoria storica a volte salta i nostri figli per ricomparire nei nipoti. Quindi questa memoria non è stata trasmessa dal padre. Fare memoria educa alla fede. Sono molto importanti i riti. I bambini devono vedere cosa fanno i genitori.
I nonni hanno trasmesso a Gedeone la memoria familiare. Questa memoria corre attraverso le generazioni. Quindi la memoria ritesse la storia.

Memoria non è ricordare semplicemente gli eventi ma trovare quel filo che ci permette di fare emergere la storia di Dio. Ma è fare memoria anche delle cose negative.
La memoria non può essere lasciata da sola ma deve essere rinterpretata e gestita altrimenti potrebbe essere distruttiva. C’è bisogno di qualche cosa che ci tira fuori.
Ora il papà di Gedeone ha costruito solo idoli. Gedeone deve quindi ritornare alla sua storia familiare. Ma il figlio ha liberato il padre dagli idoli e lo rende libero.

Poniamoci delle domande su cui fare revisione di vita: Perché ci aspettiamo dei giudici straordinari e perfetti?
Chi sono stati i giudici nella mia storia che mi hanno aiutato a liberarmi?
C’è qualche cosa che devo fare anch’io di notte e che devo fare come Gedeone e che non posso più accogliere?
C’è qualche cosa che mi dicono i miei figli che devo ascoltare?

Spesso i figli sono tenuti bloccati dai genitori (è una forma di egoismo).
Spesso i figli devono avere su tutto l’approvazione della madre.
Spesso i genitori riversano sui figli un eccesso di affetto e vogliono il contraccambio

Pesare bene = dare il giusto peso alle cose
Quindi occorre dare il giusto peso ai genitori (non di meno e non di più).
Per questo molti figli non riescono ad andare fuori di casa.
Oggi la famiglia è un ombrello che supplisce le carenze della Società.
A volte i figli non vanno fuori di casa perché i genitori fanno delle chiamate ambigue.

Nella storia di Gedeone , perché tutto possa sbocciare, c’è bisogno della trasgressione e così avviene quando di notte Gedeone va e distrugge gli idoli del padre. Da questo chi troverà subito la sua liberazione sarà proprio il padre. Sarà lo stesso padre che difenderà Gedeone dal popolo che lo vuole uccidere per quello che ha fatto.

Dio è il Signore e non il padrone (Baal)
I Baal sono rassicuranti ed allettanti ed appartengono a civiltà evolute.
Portano ad una scissione fra vita vissuta e vita di fede (celebrazioni formali).
Ad un certo punto, proprio sugli idoli, entrerà in crisi lo stesso impero romano quando questi entrerà in relazione con il mondo cristiano.

Il mondo degli idoli è comodo. I sacrifici finiscono li. La vita è un’altra cosa.
Come possiamo interrompere questo ciclo vizioso? Ci pensa il Signore abbandonandoci agli idoli per il nostro bene. Al giovane ricco dice “fai pure”.

A volte occorre sbattere il muso. Ma Dio dice “sappi che comunque io sarò qui ad aspettarti”.
Abbandonati agli idoli, in balia dei nemici, quando ci sono troppe cose che non vanno, ci sono degli indicatori che ci dicono che occorre cambiare qualche cosa.
Nella normalità gli indicatori ci dicono che siamo legati e nel disagio. Il ricorso alla droga non è il problema ma il segnale .
Rispettare gli indicatori ci aiuta a sconfiggere i nemici.

E’ nei momenti di crisi che Israele supplica il Signore di liberarlo. Dio allora manda un giudice che lavora per se e per gli altri (la nostra vocazione è un bene non solo per noi ma anche per chi ci sta vicino. Questa liberazione è quindi anche per chi vive con me.
Dio interviene con i segni per fare vedere che lui è veramente Dio

Dio chiama Gedeone uomo valoroso e gli da tutti i segnali richiesti).
Occorre chiedere i segni a Dio perché Dio li da (non bisogna stupirsi).
Sono segni che Dio ci da in tutti i linguaggi possibili; anche Gedeone può capire.
Quindi Dio parla con molta tenerezza a Gedeone
Anche a Maria viene dato un segno: Elisabetta.

A volte noi chiediamo dei segni ma Dio risponde che i segni esistono già.

Revisione: Sappiamo vedere i segni di Dio nella nostra vita?

Ma questi segni vanno interpretati e scoperti. (Maria va da Elisabetta per vedere. E’ andata per controllare se era vero quanto diceva l’angelo).
Quindi Gedeone mette insieme i segni che ha chiesto lui e quelli che manda Dio. In questo modo Dio ci libera dalla presunzione di noi stessi.
Ma la storia di Gedeone finisce male perché lui incomincia a fare per conto suo rivelandosi vendicativo e violento. Questo è il rischio (il fai da te).
Da questo momento Dio non parla più (Gedeone si è allontanato da Dio).

L’essere AUTOCENTRATO porta a non accorgersi delle cose.

Gesù parla in parabole perché l’uomo è così autocentrato su se stesso che non riesco neanche a vedere i segni che Dio mi ha messo davanti. La parabola è l’unico modo per rompere questa chiusura che ci siamo creati (non non ascoltiamo perché non vogliamo sentire). Nessuno ci salva da noi stessi. Questa è l’unica paura che dobbiamo avere


Gedene fa la stessa cosa del padre: erige un palo sacro. Noi non siamo migliori dei ns padri.
E’ importante rileggere gli episodi della ns vita alla luce della fede.
Possiamo erigere degli idoli nel momento in cui imponiamo le cose e non le proponiamo.
Usiamo dei momenti di condivisione con l’altro.

DEBORAH e BARAK

Deborah e Barak sono marito e moglie.
Deborah si allontana dal marito per fare da giudice e da profetessa.
E’ l’unica donna giudice della Bibbia (il giudice può anche essere una donna in un mondo molto maschilista). Nella Bibbia la vera sapienza è il saper fare (proverbi 31, la donna perfetta). Deborah parla per conto del Signore (è profeta in modo speciale). Il profeta è l’uomo di Dio (parla per Dio).
Deborah vuole dire “colei che porta il miele”. Barak invece vuole dire “lampo”
Come giudice sedeva sotto una palma perché era una donna (quindi non poteva portare in casa nessuno). Deborah capisce che è il momento di agire, convova Barak e gli dice “il Signore ti da quest’ordine”. Invece Barak stupisce perché risponde “se vieni con me andrò”. Quindi Deborah accetta di stare con lui in modo speciale.

Nel testo emergono altre due donne (la madre di Sisak. il generale dell’esercito nemico, e Giaele).
Deborah dice a Barak “hai 10.000 uomini ma non sarai tu a sconfiggere il nemico; sarà invece per mano di donna”.

Quando poi l’esercito nemico viene sconfitto allora Deborah fa un inno perché non è solo Barak a vincere ma è Dio che manda le sue schiere e agisce sulla natura.
Si vede poi che la donna che sconfigge il nemico e Giaele (era una antenata di Mosè).
Quando Giaele vede Sisak fuggire gli va incontro e lo ospita. Poi lo fa addormentare, poi prende il picchetto della tenda e gli lo pianta nella tempia.
Questa donna sconfigge il nemico perché c’è Dio dietro che si può servire anche di una semplice donna fragile.
Compare poi la madre di Sisak , completamente autocentrata ed illusa; aspetta il figlio che ritorni ed ha tanta fiducia in lui che non riesce neanche ad immaginare che possa essere morto. E’ una donna che non ha il minimo rispetto per le donne e che ha educato il figlio ad avere 1 o 2 uteri ad ogni ritorno come bottino.
Non sappiamo dove è andata Deborah ma sicuramente è stata con il marito. Non ha però preso le armi in mano.

Ci sono quindi 2 modi di avere coraggio: quello maschile e quello femminile

Soltanto insieme (ma ciascuno con un ruolo distinti) può essere sconfitto il nemico.
Se la coppia è rimasta unita ha saputo superare tutte le battaglie; Le difficoltà hanno unito nell’alleanza la coppia.

Quindi questo coraggio deve essere a due ma nella distinzione: se Barak fosse stato da solo non avrebbe vinto. E’ con Deborah che può sconfiggere il nemico.
Gli uomini hanno una vista molto diversa da quella delle donne.
Le donne vedono qualche cosa che gli uomini non vedono.
Sono le donne che hanno il coraggio di parlare e che spronano l’altro a fare (molto importante questo nella famiglia diaconale)
E’ l’uomo che va in battaglia dietro all’altare ma la donna spiritualmente è a fianco del marito. La donna deve consigliare i passi da fare e le vie da percorrere al marito.
Il coraggio maschile è di chi deve tenere insieme 10.000 uomini.

Il coraggio degli uomini deve anche essere il coraggio del limite: Chi va in guerra non si riesce a fermare. E’ radicale e non è capace di equilibrio perché vuole stravincere.
Quindi è importante per l’uomo riuscire a fermarsi (è il coraggio del limite) per trattenersi sul bordo del baratro.
Ci vuole del coraggio per poter dire che si ha bisogno di una donna.
Quando poi una donna non esercita questo potere del limite questa diventa una “erodiade” istigando l’uomo alla violenza.

Volendo fare un parallelismo Deborah è come Maria ed è madre di Israele ed è vicina quando dice “fate quello che vi dirà”.

Revisione: Quando nella mia vita ho fatto esperienza del coraggio femminile?

E’ stato coraggio od istigazione ?

                                                 SANSONE

Nel libro dei Giudici la figura di Sansone occupa una parte considerevole. In quel periodo, prossimi alla tribù di Sansone, c’erano i Filistei ad occupare gran parte del territorio.
Sansone è un figlio molto desiderato.
La mamma era sterile e non aveva potuto avere figli.
Anche in questa parte del libro compare la figura di un angelo che comunica alla madre la nascita di un figlio, nonostante la sterilità, sulla cui testa non passerà rasoio; sarà un Nazireo (consacrato al Signore). Quindi fino a quando ci sarà questo voto non potrà radersi il capo.
Qui è quindi l’angelo che parla di un voto che subito la madre fa suo. Ogni promessa fatta a Dio o davanti agli uomini è un legame vincolante.
Il voto è per un bene possibilmente migliore. E’ un’offerta a Dio. Esempi ci vengono da Giovanni battista e da San Paolo (atti 18)
La madre quindi fa un voto per se e per il figlio e questo significa che nessuno lo potrà toccare.
I genitori darebbero tutto per i figli e così ha fatto la madre di Sansone. Davanti a Dio si offre quello che uno ha .
Gesù non ha fatto voto di Nazir perché tocca i cadaveri, beve vino, accetta l’aceto.
Sansone fa fatica ad accettare questo voto ed anzi fa il contrario. E’ molto potente. Vede un leone, lo uccide; vede che questi ha divorato del miele. Lo prende e lo offre anche ai genitori. Quindi va contro al voto che proibiva di toccare cadaveri.
Sansone è il sole dei suoi genitori; sole che da luce e calore. Ma Sansone fa i capricci. Vuole la figlia di alcuni Filistei in moglie. “Prendimi quella perché mi piace”.
Quindi Sansone ha su di se delle aspettative ma non viene correttamente educato.
Alla fine sono i genitori che ubbidiscono al figlio e fanno quanto chiede.
Il figlio è educato a comandare.
Gesù al tempio è educato ad obbedire ai genitori (4° comandamento)



Perché dei genitori arrivano ad obbedire ai figli?

1. l’attesa della grandiosità del figlio (non è come gli altri bambini. Riempirà qualche buco della coppia)
2. il padre proietta sul figlio quello che non è stato (dialogherò con mio figlio perché non l’ho fatto con mio padre). Ma il padre non può avere un rapporto amicale con il figlio
3. i figli comandano perché i genitori hanno paura che al figlio manchi qualche cosa
4. la paura di sbagliare da parte di alcun i genitori (non diamo argini ai figli)
5. il bisogno del successo del figlio all’interno della parentela (rispetto ai cugini)
(deve dimostrare che è bravo)

Cosa avrebbero potuto fare i genitori di fronte alla richiesta del figlio? LA DILAZIONE


I bambini a cui si dilaziona sono più felici ed hanno maggiore possibilità di successo nella vita
Non è possibile che anche Dio faccia la stessa cosa con noi educandoci ad attendere?
Perché non ci da subito quanto chiediamo? Vuole che sia un dono. Dacci oggi il nostro pane quotidiano.Ma i genitori fanno tutto quello che vuole il figlio.

Questo brano ci spiega alcuni disagi dei figli. Questa situazione porta alla violenza.
Sansone poi divorzia da questa donna. Ma per i figli esiste una possibilità di riscatto.
Sansone imparerà a gestire la concupiscenza dei suoi occhi.
Noi uomini percepiamo le donne attivando l’emisfero destro del cervello. Le immagini raggiungono la parte più primitiva di noi (la parte più centrale ed interna del nostro cervello). Questo è il punto di debolezza su cui agisce la pornografia che per le donne non ha significato

Revisione: come Dio mi educa?


Quindi Sansone ha paura a gestire le proprie emozioni e sentimenti.
Le emozioni principali sono: paura, rabbia, gioia, tristezza, sorpresa. Tutte le altre sono una derivazione di queste (ad esempio l’ansia)

Sansone è malato di Alessitemia (non sa riconoscere le emozioni degli altri e le proprie)
Non si rende conto delle emozioni espresse dalla moglie e poi da Dalida.
Non capisce la verità di queste donne.
L’altra malattia di cui soffre è la dipendenza sessuale
Non riesce a convogliare questa forza. Anzi sembra che acquisti forza solo per il fatto di essere stato con le donne che vuole.E’ un analfabeta delle emozioni.
Dalida vuole bene a Sansone (ma non è innamorata) e infatti non rivelerà mai il suo segreto. Infatti dopo che i filistei avranno raso il suo capo, potrà riacquistare la sua forza. Dalida però sfrutta l’uomo. Sansone è innamorato ed ha riposto tutto il suo affetto in lei.
Ma non si accorge, vede una realtà tutta sua e crede che Dalida lo ami.
Dalida capisce il suo punto debole, lo lusinga nella camera, nella intimità, sulla sua forza e Sansone crede che lei sia attratta da lui.

L’intelligenza è però anche legata al mondo affettivo delle emozioni. Sapienza è vivere bene nelle cose pratiche (non significa conoscere tante cose)
Ma Sansone non è stato educato ad esprimere i sentimenti
Sansone però acquista la luce e vede nel momento in cui viene accecato dai Filistei e capisce.

I genitori di Sansone non lo hanno aiutato a controllare i suoi impulsi. Noi lo possiamo fare attraverso:

1. La nostra umanità


L’impulso non è male. Fa parte del nostro DNA. Guai se non provassimo le emozioni
Dio ci ha dato la neocorteccia celebrale che ci permette di elaborare e di gestire le emozioni che invece ci vengono dalla amida (la parte profonda del cervello e la più primordiale)
Con la neocorteccia posso però riflettere e gestire le emozioni (è la parte più esterna del cervello che è venuta dopo)
Gesù ci chiede di “non desiderare”. Di usare la neocorteccia. Ci dice di “amare i nemici” e di non essere schiavi delle emozioni. A tutto ci si può abituare

2. la fede

Ci permette di capire che le emozioni possono essere gestite e ci educa
L’uomo che non sa dominare la collera è una città senza difese. Può accadere di tutto
Sansone è schiavo ma non per sempre. Deve però tornare a vedere e per questo deve essere cieco (deve vedere e capire cosa ha fatto Dalida).
La storia lo educa (cecità, scherno dei nemici, macina) e gli fa capire il vero nemico contro cui deve lottare
Ora i Filistei si sentono più sicuri e forti mentre Sansone è debole ma torna alla sua vocazione originaria (gli ricrescono i capelli)
Lui liberamente vive ora la sua vocazione fino in fondo
Usa la forza per compiere la volontà di Dio
Prega Dio “Signore ricordati di me”. E’ il ritorno alla memoria che coi consente di ricostruire un percorso (è la preghiera del ladrone). Ora Sansone può affidarsi alla memoria emotiva. Lui ritrova la forza e torna ad essere giudice.
Dopo la sua morte il suo corpo verrà recuperato dalla sua famiglia che ne faranno memoria. Quest’ultimo gesto farà si che Sansone recuperi la sua dignità perché si è affidato a Dio totalmente.
Questa liberazione avviene anche per noi nel momento in cui meno ce la aspettiamo
Sansone diventa uomo nella maturità e nella perfezione dei suoi sentimenti nel momento della sua morte. Diventa uomo perché riacquista la sua forza per liberare il suo popolo.
Occorre però fare verità con se stessi e con gli altri

martedì 23 agosto 2011

MESE MARIANO 2011-MONTEMELINO-PG








Incontri di Spiritualità per Diaconi e aspiranti

MONTERIPIDO (PERUGIA)18 AGOSTO 2011-
21 AGOSTO 2011



Si è concluso il programmato Ritiro Spirituale rivolto ai diaconi ,agli aspiranti al diaconato e alle loro famiglie.
Guidato da P.Giulio Michelini il ritiro si è svolto nel Convento dei P. Francescani in un clima di grande fraternità condivisione e gioia, accresciuta anche dalla visita affettuosa di don Pietro Ortica,responsabile dei diaconi Permanenti della Diocesi di Perugia-Città della Pieve


domenica 21 agosto 2011

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
      del 21 Agosto 2011

















Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso

Tendi l’orecchio, Signore, rispondimi:
mio Dio, salva il tuo servo che confida in te:
abbi pietà di me, Signore;
tutto il giorno a te io levo il mio grido. (Sal 86,1-3)

Colletta

O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli,
concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi
e desiderare ciò che prometti,
perché fra le vicende del mondo
là siano fissi i nostri cuori
dove è la vera gioia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Is 22,19-23)
Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo:
«Ti toglierò la carica,
ti rovescerò dal tuo posto.
In quel giorno avverrà
che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkìa;
lo rivestirò con la tua tunica,
lo cingerò della tua cintura
e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide:
se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire.
Lo conficcherò come un piolo in luogo solido
e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 137)
Rit: Signore, il tuo amore è per sempre.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

SECONDA LETTURA (Rm 11,33-36)
Da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
O chi gli ha dato qualcosa per primo
tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 16,18)

Alleluia, alleluia.
Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
Alleluia.

VANGELO (Mt 16,13-20)
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

Signore, la tua bontà dura per sempre, tanto che non abbandoni l’opera delle tue mani. Ascolta le nostre preghiere e accresci la nostra fede, perché possiamo essere cristiani fedeli e coerenti.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa non si allontani mai da Cristo, sua sorgente e fine, ma attraversi la storia annunciando il Vangelo. Preghiamo.

2. Per il Papa, perché confermi con la parola la fede della Chiesa e ne testimoni al mondo la coerenza. Preghiamo.

3. Perché le Chiese e le comunità ecclesiali, divise in varie confessioni, riscoprano Cristo come unico salvatore e redentore e superino le difficoltà che ancora esistono verso una piena comunione. Preghiamo.

4. Per tutti i battezzati che vivono una fede tiepida e “impolverata”, perché riscoprano che solo il Cristo è il Figlio di Dio e solo in lui c’è la salvezza dell’uomo. Preghiamo.

5. Per la nostra comunità, perché le attività, l’organizzazione e l’attenzione alle strutture siano sempre espressione della fede in Cristo salvatore. Preghiamo.

Ti rendiamo grazie, o Padre, perché ascolti le parole della nostra bocca e consideri le nostre preghiere. Fa che siano secondo il tuo volere e il tuo disegno provvidente. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

O Padre, che ti sei acquistato una moltitudine di figli
con l’unico e perfetto sacrificio del Cristo,
concedi sempre alla tua Chiesa il dono dell’unità e della pace.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Con il frutto delle tue opere sazi la terra, o Signore,
e trai dai campi il pane e il vino che allietano il cuore dell’uomo.

Preghiera dopo la comunione

Porta a compimento, Signore,
l’opera redentrice della tua misericordia
e perché possiamo conformarci in tutto alla tua volontà,
rendici forti e generosi nel tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.

sabato 20 agosto 2011

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' 2011

Mons.Gualtiero Bassetti,19 Agosto 2011
Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve


3ª catechesi
Venerdì 19 agosto 2011
Tema: Testimoni di Cristo nel mondo





La catechesi del vescovo Gualtiero Bassetti ai giovani di Vicenza,Umbria, Novara,Roma e Otranto.

“Oggi, sentrirsi dire di essere saldi non e’ cosa di poco conto. Viviamo, infatti, in un tempo di precartieta’, che e’ il contrario della saldezza”. Cosi’, mercoledi’ 17 agosto, primo dei tre giorni dedicati alle catechesi, il vescovo di Perugia Gualtiero Bassetti ha parlato ai giovani delle diocesi di Vicenza, Novara, Roma e Otranto riuniti nella chiesa di Purisimo Corazon de Maria di Madrid. “Cosa significa essere saldi? – si e’ quindi chiesto il prelato -. E’ essere costanti, avere determinazione, essere forti d’animo. Questo discorso potrebbe dare fastidio e sentire parlare di Dio potrebbe essere come sentire parlare di un forte disturbatore. Eppure voi siete qui per imparare a riconoscere qualcosa che magari non avete ancora chiaro”.
Il Vescovo di Perugia si e’ spinto a spiegare l’importanza di avere un riferimento sicuro. “Voi giovani siete fatti per volare alto. Ma per spiccare il volo avete bisogno di un punto di appoggio, lo stesso sul quale di tanto in tanto sostare per riprendere le forze. Questo fondamento e’ Dio”.
A volte i giovani si sentono soli pur facendo parte di grandi compagnie. E si avvertono come persone anonime. “Ma Dio – ha detto mons. Bassetti – vi chiama per nome, si preoccupa per ciascuno di voi. Allora siate saldi nella fede dando ragione della speranza che e’ in voi!”.
“Fede su una mano e carita’ nell’altra – ha concluso il Vescovo di Perugia citando Sant’Ireneo -. Se vivete Gesu’ con forza, allora saprete anche testimoniarlo. Percio’ amate il vostro prossimo, fate questa esperienza d’amore”.
(Luca de Marzi)

TESTO DELLA CATECHESI
Terza catechesi – Testimoni di Cristo nel mondo

«Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21). È questa la domanda che un gruppo di greci, di pagani, di gente estranea alla fede nel Dio d’Israele, rivolgono agli apostoli.
«Il desiderio di vedere Dio abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna. Cari giovani, lasciatevi guardare negli occhi da Gesù, perché cresca in voi il desiderio di vedere la Luce, di gustare lo splendore della Verità. Che ne siamo coscienti o no, Dio ci ha creati perché ci ama e affinché lo amassimo a nostra volta. Ecco il perché dell’insopprimibile nostalgia di Dio che l’uomo porta nel cuore: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27, 8). Questo Volto – lo sappiamo – Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo». (Giovanni Paolo II, Messaggio per la XIX GMG, 4.4.2004)

Vogliamo vedere Gesù è la domanda che oggi rivolgete anche a me, successore degli apostoli: voi sapete, o almeno intuite, che la Bellezza del Suo Volto è la risposta ad ogni vostra inquietudine. E intuite anche, o già sapete, che solo nel Vangelo così come è stato trasmesso dagli Apostoli, dai primi testimoni della morte e risurrezione del Signore, si mostra la Verità che è anche Vita e Via, Bellezza attraente e affascinante. Siete qui, chiamati da Cristo attraverso Pietro, per immergervi in questa Bellezza e chiedete che oggi, l’Apostolo, vi mostri il Signore.

Ebbene, oggi sono io, l’apostolo, a dirvi: fate vedere voi Gesù! Immersi nella vita della Chiesa, diventate voi, per il mondo, per i vostri contemporanei, il volto del Signore. Siate voi coloro che rendono vera, per altri giovani, quella beatitudine di cui parlava Gesù a Tommaso: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!« (Gv 20,29). Voi potete vedere il Signore nella vita della Chiesa, la comunità sorretta dalla fede degli apostoli che furono testimoni oculari di un fatto: della morte e della risurrezione del Crocifisso. Noi non crediamo a favole artificiosamente inventate (cf. 2Pt 1,16), non crediamo ad una filosofia, non ci siamo innamorati di un sistema morale, crediamo invece alla parola di testimoni oculari, di coloro che si videro travolgere la loro povera e misera vita dallo splendore di un sepolcro vuoto all’alba di un giorno che ha cambiato, per sempre, la storia. Noi crediamo, la fede della Chiesa crede nel Signore Risorto visto da Tommaso e dai suoi amici, e siamo, per questo beati, siamo felici secondo la promessa del Salvatore.

«Ogni credente è come un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli altri” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 166). Ringraziamo sempre il Signore per il dono della Chiesa; essa ci fa progredire con sicurezza nella fede, che ci dà la vera vita (cfr Gv 20,31)» (Messaggio XXVI, n.5).

Immersi in Cristo, diveniamo noi stessi Cristo: è sant’Agostino che commentando il vangelo di San Giovanni esorta con queste parole i cristiani, esorta noi, oggi a rallegrarci, a rendere grazie a Dio «non soltanto perché ci ha fatti diventare cristiani, ma perché ci ha fatto diventare Cristo stesso. Vi rendete conto, cari giovani, di quale grazia ci ha fatto Dio, donandoci Cristo come Capo? Esultate, gioite, siamo divenuti Cristo», così predicava sant’Agostino (Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 21, 8).

Fate fiorire, dunque, il vostro battesimo e fate vedere Dio, diventate testimoni di Dio in un mondo che vuole emarginarlo «dalla vita delle persone e della società, prospettando e tentando di creare un “paradiso” senza di Lui. Ma l’esperienza insegna che il mondo senza Dio diventa un “inferno”: prevalgono gli egoismi, le divisioni nelle famiglie, l’odio tra le persone e tra i popoli, la mancanza di amore, di gioia e di speranza» (Messaggio XXVI, n. 3). A questo mondo voi siete inviati per mostrare il volto di Dio, in questo mondo il vostro battesimo vi abilita alla testimonianza, per questo mondo siete la coscienza critica, testimoni di quell’oltre che non può mai essere eliminato. «La fede si rafforza donandola» (Giovanni Paolo II, Redemptor missio, 2), non cedete ad un cristianesimo individualista, contrastate la tentazione di una fede dolciastra fatta di buoni sentimenti senza lo scandalo della croce, combattete la tentazione della chiusura nel vostro piccolo mondo, aprite invece le porte della vostra fede alle ansie, alle speranze, alle gioie, alle angosce dei vostri contemporanei. Facendo questo, troverete «la forza per vincere le proprie debolezze e superare ogni avversità» (Messaggio XXVI, n. 5).

È la vostra vita quotidiana, la vostra dedizione allo studio, al lavoro, la decisione di farne un servizio d’amore al prossimo, che i vostri coetanei attendono. Proclamate la vittoria di Cristo sull’ozio, sul nulla, sulle pigrizie, sugli egoismi. Fate che vinca prima di tutto in voi, rivestitevi di Cristo, abbiate i suoi sentimenti, diventate competenti nella vostra professione, siate onesti, fieri della fede, forti nella speranza, innamorati della carità, e allora saranno i vostri stessi amici a chiedervi il perché della vostra vita. Infatti se è vero che questo nostro tempo non ama i maestri, anzi, è pieno di cattivi maestri, non di meno, tutti cercano testimoni (cf. Paolo VI, Evangelii nuntiandi, n. 41) che certifichino con una vita che interroga, che affascina, che disturba, la via buona per l’uomo.

Non lasciatevi ingannare da quanti rifiutano Gesù: in realtà lo stanno cercando senza saperlo, non indietreggiate di fronte al cinismo, alla sufficienza, allo scherno, Cristo ama e cerca personalmente ogni uomo, ogni donna: ha bisogno di voi per toccarli, per parlargli. E se stai pensando che anche la tua fede è piccola, se anche tu, a volte ti trovi tra i cinici, o tra quelli che rinnegano, che si vergognano di Gesù, io ti dico oggi: coraggio, Cristo non ti giudica, Lui vede quello che puoi diventare come nel rinnegatore ha visto il Pastore universale, Lui vede, nella Sua misericordia, quello che può fare in te se solo ti apri, nella fede, alla Sua potenza. Mettiti in gioco, apri le porte del tuo cuore a Cristo: se ha trasformato undici poveri uomini ignoranti e pieni di paura, traditori e vigliacchi, in uomini forti che hanno testimoniato, i più con il sangue, la verità del Vangelo, può trasformare anche te in un coraggioso testimone dell’amore. Tanti prima di noi, tanti oggi, non si sono arresi e non si arrendono alla logica della

mediocrità. Circondati da questi testimoni, non arretriamo, ma andiamo avanti, vai avanti, sapendo che Cristo, l’autore e il perfezionatore della fede (cf. Eb 12,1-2), ti precede e ti conferma nella tua testimonianza. Anche tu, se credi, se sai vivere e testimoniare la tua fede ogni giorno, diventi strumento per far ritrovare ad altri giovani come te il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo! (cf. Messaggio XXVI, n. 5)

Lasciate che il Suo mistero illumini tutta la vostra persona! In questa maniera potrete portare nei vostri ambiti, nella scuola come nel lavoro, nella famiglia come nelle istituzioni, nei luoghi di svago come in quelli del dolore, quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Se Cristo è in voi, potrete non cedere a logiche individualistiche ed egoistiche! In questo siete aiutati, confortati, accompagnati, dalla testimonianza di tanti giovani che hanno raggiunto la meta della santità: pensate a santa Teresa di Gesù Bambino, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli! – e tanti altri, a noi sconosciuti, ma che hanno vissuto il loro tempo nella luce e nella forza del Vangelo, e hanno trovato la risposta: “come vivere, che cosa devo fare per vivere” (Cf. Benedetto XVI, Incontro con i giovani della Diocesi di San Marino – Montefeltro, 19.6.2011).

Resta vero infatti, che anche se da molti, specialmente dai mezzi di comunicazione, viene propagata l’idea che sia bene pensare a se stessi, che la via di salvezza consiste nel ritirarsi nel privato, o nella casa del Mulino bianco, o in un edonismo sfrenato, che l’individualismo sia la carta vincente, nonostante questo, quelli che lasciano un segno, quelli a cui davvero gli uomini vanno dietro sono coloro i quali spendono la vita per farne qualcosa di grande. E non c’è grandezza maggiore di Cristo che dà la vita per il mondo, non c’è grandezza maggiore di chi, sulle orme di Cristo, offre la propria vita per farlo conoscere. Cristo ti stima degno di essere Suo testimone nel mondo. Non c’è dignità e onore maggiore di questo. Sogna in grande allora, e mettiti alla sequela del Signore, lasciando intravvedere i Suoi tratti nei tuoi.

[Vi racconterò la mia esperienza a Firenze con Madre Teresa di Calcutta]

In questo modo voi giovani vincete il mondo con la sua logica di morte, vincete il mondo con la vostra fede in Gesù Cristo (cf 1Gv 5,5), e potete farlo in unione con Colui che ha vinto il mondo (cf. Gv 16,33). A voi Giovanni Paolo II ha affidato un compito, in voi ha visto le sentinelle del mattino, a voi, insieme con lui, io ripeto con le sue parole che: «nel corso del secolo che muore, giovani come voi, venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.

Cari giovani del secolo che inizia, dicendo “sì” a Cristo, voi dite “sì” ad ogni vostro più nobile ideale. Non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione» (Giovanni Paolo II, Veglia di preghiera, 19.8.2000, Tor Vergata). 

sabato 6 agosto 2011

Perugia-Quattro nuovi diaconi saranno ordinati il 10 Agosto 2011

Perugia-Quattro giovani seminaristi saranno ordinati diaconi Pronunceranno il loro “Eccomi” al Signore mercoledì 10 Agosto. La celebrazione in Cattedrale alle ore 17.00 presieduta dall’ Arcivescovo di Perugia Mons. Gualtiero Bassetti.

Sono giovani del nostro tempo a cui è giunta la chiamata del Signore, hanno lasciato tutto e mercoledì diranno il loro “Eccomi” definitivo consacrandosi anche nel celibato che si impegneranno di mantenere per tutta la vita



CHI SONO



Giovanni Marconi
è nato nel 1982 a Lugo,in provincia di Ravenna.
La sua vocazione è nata con l’esperienza vissuta
con l’operazione Mato Grosso grazie alla quale è
approdato a Perugia






Alessandro Segantin
è nato nel 1981 a desio,vicino Milano.La vita lo
Conduce nelle case della Caritas regionale.
Li la vocazione si fa sentire e viene accolto
Nella diocesi perugina.





Marco Pezzanera
è nato nel 1978 a Marciano dove tuttora risiede
Presta il suo servizio presso la Parrocchia di
SS. Biagio e Savino di Perugia





Francesco Verzini
è nato a Perugina nel 1986 ed è cresciuto a
Villa Pitignano per lui e Marco la vita e
l’impegno in parrocchia sono all’origine della 
loro vocazione.