TinyDropdown Menu diaconiperugia: IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

venerdì 4 marzo 2011

IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA LITURGIA DEL GIORNO
6 Marzo 2011






















Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso

Volgiti a me, Signore, e abbi misericordia,
perché sono triste e angosciato;
vedi la mia miseria e la mia pena
e perdona tutti i miei peccati. (Sal 25,16.18)

Colletta

O Dio, che nella tua provvidenza
tutto disponi secondo il tuo disegno di salvezza,
allontana da noi ogni male
e dona ciò che giova al nostro vero bene.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Dt 11,18.26-28.32)

Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Porrete nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi.
Vedete, io pongo oggi davanti a voi benedizione e maledizione: la benedizione, se obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, che oggi vi do; la maledizione, se non obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, e se vi allontanerete dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire dèi stranieri, che voi non avete conosciuto.
Avrete cura di mettere in pratica tutte le leggi e le norme che oggi io pongo dinanzi a voi».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 30)

Rit: Sei tu, Signore, per me una roccia di rifugio.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio,
vieni presto a liberarmi.

Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.

Sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.

SECONDA LETTURA (Rm 3,21-25a.28)

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, ora, indipendentemente dalla Legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla Legge e dai Profeti: giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono.
Infatti non c’è differenza, perché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, per mezzo della redenzione che è in Cristo Gesù. È lui che Dio ha stabilito apertamente come strumento di espiazione, per mezzo della fede, nel suo sangue.
Noi riteniamo infatti che l’uomo è giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Legge.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 15, 5)

Alleluia, alleluia.
Io sono la vite, voi i tralci,
dice il Signore;
chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto.
Alleluia.

VANGELO (Mt 7,21-27)

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi? Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

La Parola di Dio ci ha richiamati all’essenza del messaggio cristiano, chiedendoci di affidarci, nella fede, a Cristo salvatore e di aderire con la vita alle sue parola. Chiediamo al Padre di aiutarci ad essere fedeli e coerenti nel vivere ciò che crediamo.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci, Signore.

1. Perché coloro che nel sociale sono investiti di autorità sappiano agire con responsabilità e impegno, consapevoli che stanno operando in nome di Dio. Preghiamo.

2. Per i catechisti e gli educatori, perché sappiano guidare le giovani generazioni alla formazione di una coscienza retta e alla coerenza di una vita vissuta nella fede. Preghiamo.

3. Per chi è immerso nel peccato, perché non si disperi e non si senta perduto, ma lasci spazio alla speranza e alla consapevolezza che il Signore lo ama ed è pronto ad accogliere il suo pentimento. Preghiamo.

4. Perché le famiglie costruiscano la loro casa sulla roccia della fede, orientando il loro stile di vita all’ideale evangelico, anche se questo comporta l’assunzione di valori e comportamenti non sempre compresi e accettati dalla gente. Preghiamo.

5. Perché la nostra comunità viva l’autenticità del messaggio cristiano senza lasciarsi sviare dalla ricerca di visibilità e di successo terreno, ma sappia essere quella comunione d’amore che è luogo privilegiato per l’incontro con Cristo. Preghiamo.

O Dio nostro rifugio, tu che sei la rupe che ci accoglie, la nostra roccia, la nostra difesa, alimenta la nostra speranza e donaci il coraggio di aderire alle tue indicazioni, ai tuoi segnali d’amore, attraverso i quali ci guidi sulle strade del mondo. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Fiduciosi nella tua misericordia, Signore,
ci accostiamo con doni al tuo santo altare,
perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio
sia per noi principio di vita nuova.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Innalzo a te il mio grido e tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me il tuo orecchio, ascolta le mie parole. (Sal 17,6)

 Preghiera dopo la comunione

O Padre, che ci hai nutriti
con il corpo e il sangue del tuo Figlio,
guidaci con il tuo Spirito,
perché non solo con le parole, ma con le opere e la vita
possiamo renderti testimonianza
e così entrare nel regno dei cieli.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
L’intera sezione di Mt 7,21-27, che fa da testo della proclamazione liturgica odierna, è dall’evangelista elaborata con accuratezza letteraria evidente, anche più del testo parallelo di Luca. Non è l’unica pagina matteana di questo genere, come gli studiosi di Matteo segnalano. Del resto, l’insieme dei tre brani [24] mira a presentare la figura del vero discepolo, in dialogo con Gesù, il Maestro unico. [25] Si noti pure la puntuale formulazione dei tre avvii. [26]

► V. 21.
Gesù esprime qui un primo rimprovero ai suoi ascoltatori. Secondo Matteo però l’intervento si riferisce non tanto al tempo della presenza di Gesù quale profeta itinerante in Galilea, quanto piuttosto al tempo e all’ambiente delle invocazioni post-pasquali dei credenti in lui, quale loro Signore (Ku,rioj). Dunque, sia Matteo [27] che Luca [28] ci fanno qui conoscere un problema religioso ormai ecclesiale: ci si esprimeva con solenni dichiarazioni a Gesù Signore e frequenti invocazioni di fede in lui, a cui però non corrispondeva una adesione profonda alla volontà di Dio, insegnata da Gesù. [29]

Un esegeta osserva lucidamente a questo punto in relazione al testo lucano: «l’evangelista non vuole opporre la pratica alla parola, ma invitare alla coerenza. L’episodio di Marta e Maria [30] mostra che anche l’azione, se non è radicata nell’ascolto della parola di Cristo, rimane vuota». [31]
► Vv. 22-23.
Chi sono secondo Matteo questi «molti» che si presentano «in quel giorno» (del giudizio finale) dichiarando attività... ecclesiali di profezia, di esorcismo, di interventi miracolosi «nel nome» di Gesù?

Matteo dice che il Signore avrà a loro riguardo un giudizio severissimo, formulato con il riferimento al Salmo 6. [32] Una sentenza analoga – di non conoscenza da parte del Signore – c’è pure in Matteo a proposito delle “vergini stolte”! [33] Luca ha più diffusamente esposto il problema, qui reso dai vv. 22-23, nella pagina inserita nel “viaggio verso Gerusalemme”. [34] Forse, alla riflessione ulteriore su tale mistero del fallito rapporto con il Signore Gesù potrebbe essere esplorata una pagina evangelica parallela, spesso circolante in epoca apostolica. [35]
► Vv. 24-27.
Il testo ha un tono diverso da quello precedente. Per rapporto alla parola di Dio – che ormai qui è il Vangelo di Gesù, da lui rivelato nel suo discorso programmatico – il giudizio del Signore non riguarda né la falsa profezia, [36] né atteggiamenti di pratica cristiana – anche carismatica – ma senza coerente vita di relazione con il Signore. [37] Il problema è relativo piuttosto ad un ascoltare la Parola, ma senza la pratica attuazione di essa, proprio come nell’Antico Testamento si rimproverava spesso ad Israele. [38]

Quanto a vocabolario interpretativo del problema preso in esame, si è orientati verso gli scritti sapienziali biblici su saggezza e stoltezza umana e sulle conseguenze di stabilità e di caducità derivanti da opposte scelte umane. La novità che balza all’evidenza nelle pagine evangeliche, rispetto all’Antico Testamento, è che la parola di Dio, cui si è chiamati ad aderire praticamente, non è tanto quella della Thorâh divina, ma quella di Cristo Signore! Al posto della legge del Sinai è subentrata la parola di Gesù di Nazareth. Come nota complementare, si mettano a confronto Mt 7,2427 e Lc 6,48-49: pur rievocando l’unico insegnamento di Gesù, le due versioni rispecchiano due aree culturali differenti. Luca si riferisce a un ambiente alluvionale in cui la costruzione solida delle case richiede che si scavi in profondità fino a porre le fondamenta sulla roccia. Non è così per Matteo: la roccia è a livello di superficie.

Nei due casi la parola di Gesù è comunque professata come roccia, su cui fondare la casa della comunità cristiana.
► APPUNTI ULTERIORI.
È di immediata percezione l’argomento centrale della prima lettura e del Vangelo: quello dell’ascolto della
parola di Dio. La storia biblica di Israele e dei discepoli di Gesù è una storia di dialogo con un Dio-che-parla.

Il Vangelo proposto all’ascolto in questa domenica provoca ad una seria verifica anche le comunità cristiane attuali: circa la fede come ascolto, dialogo, coerenza di vita. Almeno tre generi di religiosità cristiana sono sottoposti a giudizio di disapprovazione da parte del Signore. E tutti e tre riferiti dagli evangelisti anche all’area intraecclesiale:

 -c’è il caso anzitutto di un pregare e lodare il Signore senza personale relazione con Dio e con il Signore Gesù, a cui non si dà tempo di parlare, né si risponde con il dialogo della vita coerente. Se Dio non può parlare, che religiosità biblico-cristiana si vive?

- per rapporto ai vv. 22-23 di Mt 7, la provocazione alla verifica si fa anche più rigorosa, perché si parla di attività intraecclesiali che – dice il Signore nel dialogo finale qui ricostruito – non sarebbero state conosciute dal Signore medesimo! A che cosa si riferivano Matteo e Luca quando interpretavano così la parola di Cristo?

- infine, il Vangelo denuncia l’incoerenza tra parola evangelica ascoltata e la mancata “sapienza” nell’edificare su di essa la propria “casa”. A tale riguardo potrebbe essere d’aiuto a tradurre in preghiera personale ed ecclesiale la nostra risposta proprio quanto la liturgia odierna ci fa invocare nella preghiera di “colletta” alternativa a quella tradizionale: «O Dio, che edifichi la nostra vita sulla roccia della tua parola, fa’ che essa diventi il fondamento dei nostri giudizi e delle nostre scelte, perché non siamo travolti dai venti delle opinioni umane, ma resistiamo saldi nella fede».

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