TinyDropdown Menu diaconiperugia: XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

sabato 23 ottobre 2010

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

LA LITURGIA DEL GIORNO
24 Ottobre 2010




















Grado della Celebrazione: DOMENICA

Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso

Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto. (Sal 104,3-4)

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,
accresci in noi la fede, la speranza e la carità,
e perché possiamo ottenere ciò che prometti,
fa’ che amiamo ciò che comandi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Sir 35,15-17.20-22)
La preghiera del povero attraversa le nubi.

Dal libro del Siràcide
Il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.
Non è parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dell’oppresso.
Non trascura la supplica dell’orfano,
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre è accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata;
non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit: Il povero grida e il Signore lo ascolta.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.

SECONDA LETTURA (2Tm 4,6-8.16-18)
Mi resta soltanto la corona di giustizia.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (2Cor 5,19)

Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.

VANGELO (Lc 18,9-14)
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore è vicino a coloro che si accostano a lui con un cuore contrito e libero. Egli ricerca un rapporto con l’uomo nella verità.

Preghiamo insieme e diciamo: Signore, accogli la nostra preghiera.

1. Perché i fedeli laici, i diaconi, i sacerdoti, i vescovi e il Papa siano fedeli al ministero loro affidato da Cristo di annunciare il Vangelo. Preghiamo.

2. Perché per quanto misera sia la nostra condizione abbiamo il coraggio di pregare per chi sta peggio di noi. Preghiamo.

3. Perché nelle ore più buie ci ricordiamo del semplice ed immenso dono che ci hai fatto regalandoci la vita. Preghiamo.

4. Perché ricordiamo sempre che, per quanto forti possiamo sentirci, solo inginocchiandoci di fronte a te possiamo davvero tornare a casa giustificati. Preghiamo.

O Padre, l’apertura alla tua presenza richiede il riconoscimento della nostra non autosufficicenza. Aiutaci ad essere sempre coscienti dei nostri limiti e sereni di fronte ad essi. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Guarda, Signore, i doni che ti presentiamo:
quest’offerta,
espressione del nostro servizio sacerdotale,
salga fino a te e renda gloria al tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Esulteremo per la tua salvezza e gioiremo nel nome
del Signore, nostro Dio. (Sal 20,6)

Preghiera dopo la comunione


Signore, questo sacramento della nostra fede
compia in noi ciò che esprime
e ci ottenga il possesso delle realtà eterne,
che ora celebriamo nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.


MEDITAZIONE
(“Abbi pietà di me peccatore”)


Che grande lezione ci dà Gesù! La semplicità, l’umiltà e il servizio disinteressato sono le virtù che lui più apprezza. Con la parabola del fariseo e del pubblicano Gesù vuole cambiare i nostri cuori. Ci vuole umili. Vanità, brama di potere e voglia di apparire vanno scartate.


L’atteggiamento di Gesù mi fa pensare alla situazione attuale della Chiesa e all’opinione che su di essa diffondono i mezzi d’informazione. È un fatto che si proclamino opinioni e si scrivano notizie ingiuste riguardanti la Chiesa. Alcune forse sono vere; altre di sicuro no. Comunque non dobbiamo allarmarci. Dobbiamo essere fedeli al cammino di umiltà che Gesù ci propone nel vangelo di oggi.


Quello che capita e quello che viene divulgato può certo rattristarci; forse vediamo nero sia il futuro della Chiesa che del mondo. Stiamo vivendo un tempo di continui cambiamenti. Ci piacerebbe forse godere del rispetto di altri tempi. Magari alcuni sentono nostalgia dei tempi in cui gli ecclesiastici erano riconosciuti pubblicamente e socialmente e potevano esercitare una certa influenza. E che la Chiesa fosse più accettata dalla società. Ma dobbiamo riconoscere che l’aria che tira è tutt’altra.


La via di Gesù è quella dell’umiltà, del servizio e dell’amore ed è questa la strada da percorrere con gioia, senza lasciarsi trasportare dai venti contrari. “Chiunque si umilia sarà esaltato” ci diceva Gesù nel vangelo di oggi. Le vie di Dio, le vie del Vangelo le potremo seguire sempre, qualunque sia il numero dei partecipanti, qualunque sia la società nella quale ci troviamo a vivere, qualunque sia le freddezza o la tiepidezza spirituale e il trattamento mediatico dei temi religiosi.


Noi conosciamo la via che Gesù ci propone. Questo dovrebbe essere motivo di grande gioia. Nonostante tutte le difficoltà, sappiamo bene chi è colui nel quale abbiamo creduto e sperimentiamo -o possiamo sperimentare- la tenerezza di un Dio che sempre ci è accanto.


(Il tempo del piccolo seme)


All’inizio del terzo millennio e in questo contesto sociale e culturale siamo chiamati a vivere nell’umiltà e nella speranza, non nel trionfalismo, che è la grande tentazione. Cerchiamo di non sbagliarci: questo è il tempo del piccolo seme, della parola semplice e amica, il tempo di amare e servire, il tempo di accompagnare e di ascoltare, il tempo di pregare e di sperare, il tempo della tenerezza e della dolce attesa. Dobbiamo preparare la terra con questo nutrimento, perché, passato l’inverno, possiamo veder nascere tenere e impercettibili gemme che annunciano una primavera nuova e diversa.


Nel contesto della nostra vecchia Europa siamo chiamati ad essere umili, certi che ciò che ci sta attorno e la nostra povertà ci obbligheranno a trovare in Gesù la luce per evangelizzare il nostro mondo e il nostro cuore.


Gesù apprezza molto l’umile preghiera del pubblicano. Questi ottiene la salvezza grazie al riconoscimento della sua situazione di peccato e al suo pentimento. Dice Gesù di lui: “Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato”.


(“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la buona battaglia, ho conservato la fede”)


San Paolo aveva una buona esperienza di preghiera costante e umile e di unione con Gesù. Si innamorò di lui e questa forza diede senso a tutta la sua vita. Nessun problema lo abbatté, nonostante la persecuzione e la solitudine di fronte alle difficoltà. Come abbiamo letto nella seconda lettura, così si esprime: “Nella mia prima difesa nessuno mi ha assistito, tutti mi hanno abbandonato”.


Queste contrarietà avrebbero potuto portarlo all’abbandono del suo impegno missionario, ma radicato com’era in Gesù proseguì. È quanto costata e afferma lui stesso: “Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza”. Una lezione che va molto bene per noi, che viviamo in un’epoca critica. L’amore per Gesù è quello che ci conserva fedeli. Per questo Paolo afferma: “Ho conservato la fede”.


La Parola di Dio ci dice oggi quale deve essere il nostro atteggiamento, la via che Gesù ci propone: quella della semplicità, quella del superamento di ogni pretesa, vanità e orgoglio, senza credersi mai superiori agli altri. A Gesù piace che abbiamo un cuore umile e colmo di amore per tutti.


Fissiamoci su Gesù. Egli ci invita al suo banchetto, dobbiamo preparargli un cuore aperto, desideroso di riceverlo. Un cuore generoso e semplice, che ha fatto proprio l’atteggiamento del pubblicano pentito.


L’Eucaristia, se trova un cuore ben disposto, ci conserverà fedeli.


JOAN SOLER

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