TinyDropdown Menu diaconiperugia: XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

venerdì 17 settembre 2010

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LA LITURGIA DEL GIORNO:
19 Settembre 2010




















Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde


Antifona d'ingresso

“Io sono la salvezza del popolo”,
dice il Signore,
in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,
e sarò il loro Signore per sempre”.

Colletta

O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo
hai posto il fondamento di tutta la legge,
fa’ che osservando i tuoi comandamenti
meritiamo di entrare nella vita eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Am 8,4-7)
Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

Dal libro del profeta Amos
Il Signore mi disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 112)
Rit: Benedetto il Signore che rialza il povero.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.

SECONDA LETTURA (1Tm 2,1-8)
Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (2Cor 8,9)

Alleluia, alleluia.
Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi,
perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia.

VANGELO (Lc 16,1-13)
Non potete servire Dio e la ricchezza.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
Parola del Signore.

Preghiera dei fedeli
Col divieto di idolatrare il denaro, al cristiano non è tolta la possibilità di essere pienamente felice. Dio ci conosce e sa che la nostra gioia non può risiedere nei soli beni materiali.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore aiutaci a valutare con saggezza.

1. Perché il potere sia sempre concepito come servizio. Preghiamo.

2. Perché di fronte all’affanno di dover accumulare oggetti ci accompagni sempre la consapevolezza che l’essenziale sei tu. Preghiamo.

3. Perché la nostra lotta contro le ingiustizie sia mossa sempre dall’amore per chi è debole e mai dall’invidia per chi è potente. Preghiamo.

4. Perché sappiamo mettere ambizione e scaltrezza al servizio di misericordia e semplicità di cuore. Preghiamo.

O Padre, ci chiedi di essere fedeli nell’amministrazione del poco per poterci affidare il molto. Aiutaci a gestire bene la nostra libertà. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Accogli, o Padre, l’offerta del tuo popolo
e donaci in questo sacramento di salvezza
i beni nei quali crediamo e speriamo con amore di figli.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione

Hai dato, Signore, i tuoi precetti,
perché siano osservati fedelmente.
Siano diritte le mie vie nell’osservanza
dei tuoi comandamenti. (Sal 119,4-5)

Preghiera dopo la comunione

Guida e sostieni, Signore,
con il tuo continuo aiuto
il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti,
perché la redenzione operata da questi misteri
trasformi tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
La lettura frettolosa di questo vangelo, se non ci scandalizza, per lo meno ci sorprende. Il protagonista è un imbroglione, eppure, merita i complimenti del suo padrone. Ma era così sprovveduto? Gesù, come poteva lodare il furto, i conti poco chiari, gli imbrogli nell’amministrazione?


(La parabola dell’amministratore infedele)

Le parabole non devono avere un carattere moraleggiante in tutti i loro dettagli. Vogliono solo farci riflettere, trasmetterci un insegnamento. Di solito ci offrono anche una morale, che i lettori del vangelo trovano nella conclusione.
Gli elementi della parabola odierna si colgono subito. Il protagonista è un amministratore poco scrupoloso, che il suo padrone licenzia. L’uomo è furbo e vedendosi in mezzo alla strada e con pochi mezzi, pensa a come farsi degli amici che un domani lo aiutino. A questo scopo riduce astutamente il debito di coloro che dovevano qualcosa al suo padrone.
Ed ecco la stranezza della parabola. Quando avrebbe dovuto esserci il rimprovero deciso del padrone, vediamo che lui invece fa i complimenti al servo imbroglione. Certo non per il furto commesso, ma per essere stato talmente furbo da aver approfittato anche di quest’ultima occasione per prepararsi un bel futuro.
Morale: nei sotterfugi di questo ladro c’è un dettaglio che non sfugge al Signore ed è quello che merita il suo elogio e che diventa un consiglio: “I figli di questo mondo sono più astuti... dei figli della luce”. Bisogna vivere con lo sguardo in avanti, per poter essere scaltri nelle cose di Dio.

(Nel mondo senza essere del mondo)

La consegna di Gesù è questa: nel mondo senza essere del mondo. Vivere ben radicati e impegnati nel mondo, ma senza la sua malizia, senza che il male ci contagi. E questo non è così semplice. A noi piacerebbe un altro tipo di convivenza umana, più fraterna, meno violenta, più pulita. Quando sentiamo parlare di corruzione, di sgambetti per andare avanti, di intrallazzi politici... diciamo che questo mondo è uno schifo e vorremmo vivere su un altro pianeta. Ma il mondo è questo. Ha le sue leggi, le sue esigenze, la sa etica. “Gli affari sono affari, il fine giustifica i mezzi, fanno tutti così, fratelli sì, ma non nella borsa...” sono frasi che forse non si dicono in modo sfacciato, ma sono il pane quotidiano, segnano la vita di molta gente.
E un discepolo di Gesù, che sia operaio, padrone, politico o monaco, potrà anche peccare di ingenuità, però sa che l’uomo, ogni uomo, con la sua dignità, i suoi diritti, la sua vita, il suo lavoro deve essere al primo posto. Bisogna sempre amare di un amore attivo e concreto ogni essere umano. È difficile essere nel mondo, immergersi in pieno nel lavoro, nella politica, negli affari e non giocare sporco. Per questo noi cristiani possiamo cadere in una duplice tentazione: o vivere al margine del mondo, senza cogliere i nostri impegni materiali; o essere come gli altri, senza cioè che sia la luce del vangelo a guidarci, con tutte le conseguenze che ne derivano. Oggi ci viene chiesto di essere “figli della luce”, di riempire il mondo di luce, con l’astuzia dei “figli di questo mondo”.

(Due parole molto chiare)

Gesù ci trasmette due parole molto chiare:
La prima: “Chi è fedele nel poco è fedele anche nel molto”. Essere fedeli nel poco. Tutto quanto abbiamo tra le mani, anche se sono cose importanti, è “poco“, a confronto con il “molto” che è Dio e il suo Regno. E il Signore ci chiede che questo “poco”: denaro, responsabilità sociali, impegni, gioie, salute, lavoro... lo amministriamo molto bene. Come a qualunque amministratore ci viene chiesta onestà: il sapere che il padrone è lui ed è lui che pone le sue regole.
La seconda: “Non potete servire a due padroni...”. È una tentazione facile quella di rendere il denaro un idolo. Il denaro è il banco di prova dell’amore, non perché sia male in se, ma perché può far nascere l’avarizia e condizionare la generosità e spesso anche la giustizia. “Procuratevi amici con l’iniqua ricchezza”. Siamo chiamati a lavorare per il futuro (la vita eterna) usando evangelicamente tutte le possibilità che abbiamo, perché è l’ora di nuova fantasia nella carità.

JOSÉ Mª CONGET

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