questo blog è dedicato ai diaconi permanenti di Perugia,ma è aperto a tutta la Chiesa.
sabato 12 maggio 2012
giovedì 10 maggio 2012
sabato 21 aprile 2012
venerdì 6 aprile 2012
PILLOLE DI LITURGIA
Guida per i ministranti
VENERDI SANTO
: : Cos'è
Nel giorno del Venerdì
Santo, la Grande Famiglia che è la Chiesa ricorda e rivive la passione e la
morte in croce del Signore. Non si celebra l'Eucaristia. ma una liturgia speciale.
chiamata «Azione Liturgica». suddivisa in tre momenti: la Liturgia della Parola
con la lettura del Passio, tratta dal Vangelo secondo Giovanni: l'adorazione
della croce e la comunione eucaristica (fatta con il pane consacrato il giorno
precedente).
: : Cosa bisogna preparare
— In sacrestia: gli
abiti del Sacerdote: amitto, camice o alba, stola e casula rosse: per il
diacono: amitto, camice o alba, stola diaconale e dalmatica rosse: libri
del Passio:
portati in processione dai due lettori e
dal Sacerdote.
— In presbiterio:
l'altare: deve essere senza tovaglia, senza ceri e senza fiori; deposti
sulla credenza: tovaglia per l'altare, messale con leggio, corporale,
piattello per la comunione; due candelieri da porre di fianco alla croce, una
volta scoperta. Sul presbiterio: due leggii per la lettura del Passio;
un crocifisso velato: la base per il crocifisso. Nella cappella della
reposizione: due candelieri con candele accese e velo omerale.
: : Come si struttura la celebrazione
e come si serve
Si arriva all'altare in
processione, senza croce né candelieri né turibolo e navicella:i lettori
portano in mano i libretti per la lettura del Passio. Arrivati davanti
all'altare tutti fanno un inchino; lettori e Sacerdote salgono all'altare dove
depositano i libri del Passio, quindi scendono i gradini del presbiterio
e si inginocchiano per qualche istante. Poi, lettori, Sacerdote e ministranti
salgono in presbiterio per andare ai loro posti. Dopo la seconda lettura, i
lettori e il Sacerdote (o diacono) vanno all'altare dove prendono i libretti
del Passio; i lettori si recano ai leggii, mentre il Sacerdote (o il
diacono) va all'ambone. Terminata la lettura del Passio, i libretti
vanno lasciati sui leggii e sull'ambone. Seguono: l'omelia e la preghiera
universale. A questo punto il Sacerdote scopre a più riprese il crocifisso
velato. Una volta svelato, il crocifisso viene posto al centro dell'altare su
una base preparata precedentemente o lo si affida a due ministranti che lo
reggono, appoggiandolo a terra. Tutti si inginocchiano per qualche istante in
adorazione. Di fianco al crocifisso si collocano due candelieri con candele
accese. Successivamente, tutti vanno alla croce per baciarla. Terminato il
bacio al crocifisso. due ministranti salgono all'altare sul quale stendono la
tovaglia e portano il messale. Intanto il Sacerdote (o il diacono), preceduto
da due ministranti con i ceri accesi. va alla cappella della reposizione per
prendere il Santissimo. Giunti alla cappella, un ministrante mette sulle spalle
del Sacerdote (o diacono) il velo omerale. Si porta l'Eucaristia all'altare e
agli angoli dello stesso si depongono i due ceri, prima portati in processione:
intanto un ministrante leva il velo omerale dalle spalle del Sacerdote. Seguono
i riti di comunione a partire dal «Padre Nostro». Terminata la Comunione, si
riporta l'Eucaristia nella cappella della reposizione. Dopo l'orazione finale
il Sacerdote e i ministranti tornano in sacrestia.
giovedì 5 aprile 2012
PILLOLE DI LITURGIA
Guida per i Ministranti
Cos'è
Con la Messa della Cena del Signore del Giovedì Santo inizia il triduo pasquale che si concluderà con la grande veglia
del Sabato Santo. Nella Messa del giovedì sera si da spazio all'istituzione
dell'Eucaristia e, dopo il Vangelo, si compie il gesto
della lavanda dei piedi, come aveva fatto Gesù agli apostoli.
In sacrestia: gli abiti del Sacerdote:
amitto, camice o alba, stola e casula bianche;
per il diacono: amitto, camice o alba, stola diaconale e dalmatica bianche.
In presbiterio deposti sulla credenza: tutto il necessario per
la Messa, una bacinella per lavare le mani al Sacerdote dopo la lavanda dei
piedi; tre asciugamani; uno per asciugare i piedi, uno per asciugare le mani al
Sacerdote dopo la lavanda dei piedi e l'altro per la purificazione; un grembiule
per il Sacerdote, una brocca ed un catino per la lavanda dei piedi; velo
omerale bianco.Fuori dal presbiterio: dodici
sedie su di un tappeto per la lavanda dei piedi: alla cappella della reposizione: ceri accesi e fiori.
Come si struttura la celebrazione e come si
serve
La Messa procede regolarmente fino al termine
dell'omelia: dopo che il Sacerdote si è tolto la casula e si è messo un
grembiule. si svolge il rito della lavanda
dei piedi. I ministranti aiutano il Sacerdote a reggere la brocca, la
bacinella e l'asciugatoio, terminata la lavanda dei piedi, dopo aver lavato le
mani al Sacerdote (portare: brocca,
bacinella con sapone e asciugamani pulito), la Messa procede regolarmente
fino alla fine dei riti di comunione, quando si depone la pisside con
l'Eucaristia, non nel tabernacolo, ma sull'altare. A questo punto il Sacerdote
incensa il Santissimo (portare: turibolo
e navicella), si pone sulle spalle del celebrante il velo omerale e si dà inizio alla processione fino alla cappella
della reposizione. Ci si dispone in questo ordine: davanti stanno turibolo e
navicella, poi la croce con candelieri, segue la gente e, per ultimo, il
Sacerdote con il Santissimo. Giunti alla cappella della reposizione, si pone
l'Eucaristia nel tabernacolo allestito appositamente, si incensa (portare: turibolo e navicella), si prega qualche
minuto in silenzio e si ritorna in sacrestia.
sabato 10 marzo 2012
INCONTRI E FORMAZIONE per Diaconi e Aspiranti 2011/2012
giorno
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Data da definire
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ora
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Dove da definire
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per chi
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Domenica
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15.30
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Diaconi e Aspiranti (comunità diaconale)
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Sabato
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15.30
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Aspiranti e diaconi
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Domenica
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15.00
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Diaconi e aspiranti (comunità diaconale)
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Domenica
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15.30
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Aspiranti e diaconi
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Domenica
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15.30
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Diaconi e aspiranti
(comunità diaconale)
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Domenica
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15.30
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Aspiranti e diaconi
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Domenica
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15.30
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Diaconi e aspiranti (comunità diaconale)
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Domenica
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15.30
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Aspiranti e diaconi
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Domenica
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15.30
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Diaconi e aspiranti (comunità diaconale)
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Domenica
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15.30
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Aspiranti e diaconi
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Domenica
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15.00
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Diaconi e aspiranti (comunità diaconale)
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Domenica
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Aspiranti e diaconi
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Domenica
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15.30
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Diaconi e aspiranti (comunità diaconale)
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Domenica
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15.30
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S.Martino in Campo- don Antonello
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Aspiranti e diaconi
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Venerdi
Sabato Domenica---- |
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Diaconi e aspiranti
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ritiro Sprituale
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giovedì 1 marzo 2012
PILLOLE DI LITURGIA
Guida per i
Ministranti
: : Cos'è
DOMENICA DELLE PALME
: : Cos'è
La celebrazione della domenica delle Palme è il ricordo dell' ingresso di
Gesù a Gerusalemme, salutato e festeggiato come un Re dalla gente con rami di
Palma è di ulivo .
: : Cosa bisogna preparare
In sacrestia: gli abiti del Sacerdote: amitto, camice o alba, stola e casula rosse; per
il diacono : amitto, camice o alba, stola diagonale e dalmatiche rosse; libri
del Passio :portati in processione dai lettori e dai Sacerdote(o diacono).
In presbiterio: deposti sulla credenza: tutto il
necessario per la messa; in presbiterio: due leggii per la lettura del Passio .
Fuori chiesa: la croce per la processione ;turibolo e navicella davanti alla croce e
candelieri; secchiello, aspersorio ,messale e lezionario.
Con processione fuori dalla chiesa: all'esterno della chiesa, il Sacerdote
inizia la celebrazione e benedice i rami d' ulivo e le palme ; seguono: a
lettura del vangelo che narra l' ingresso di Gesù a Gerusalemme e la
processione verso la chiesa. I lettori e il Sacerdote (o il diacono) portano il
libro del Passio. Giunti in chiesa ,dopo l' inchino la genuflessione, i lettori
e il Sacerdote depongono il libro del Passio sulla mensa. La messa procede con
la liturgia della parola all' interno della quale si legge il Passio: il
racconto della passione del Signore. Dopo la proclamazione del Passio, la
celebrazione continua regolarmente.
Con processione all' interno della chiesa:
tutto come sopra, solo che la benedizione degli ulivi e la lettura del
Vangelo dell' ingresso di Gesù a Gerusalemme si fanno in fondo Chiesa.
mercoledì 29 febbraio 2012
NUNTIUM PERUSINUM-N. 203 - 1 MARZO 2012
«La Quaresima ci offre ancora una volta l’opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l’aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. È un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale».
(Benedetto XVI, messaggio per la quaresima 2012)
PRESENTATO IL DIRETTORIO PASTORALE
“COME SONO BELLE LE TUE TENDE”
E' scaricabile dal sito della diocesi (qui) il testo del Direttorio Pastorale "Come sono belle le tue tende" dedicato alle Unità Pastorali. Se ne raccomanda la lettura e la diffusione, soprattutto della prima parte. In occasione del prossimo ritiro del clero saranno disponibili alcune migliaia di copie cartacee (in ragione di una ogni cento abitanti), per distribuirle agli operatori pastorali di tutte le parrocchie.
DOMENICA 4 MARZO FESTA DI SANT’ERCOLANO Domenica 4 marzo si celebra la festa di sant’Ercolano, vescovo e martire, patrono della città di Perugia, appellato “defensor civitatis”. È la festa in cui si fa memoria della traslazione dei resti mortali di Ercolano dalla cattedrale di San Lorenzo alla attuale chiesa a lui intitolata. Secondo antica tradizione, la data sarebbe il 1° marzo, portata alla domenica successiva. L’altra sua festa, da alcuni anni riportata in vigore, è quella del 7 novembre che è il giorno del martirio, secondo il Martirologio romano. Le due feste hanno anche un carattere diverso, in quanto quella di marzo interessa tutto il quartiere cittadino e la città in genere, la seconda è più indirizzata a valorizzare il patrono del Comune e dell’Università. Programma: Sabato 3 marzo, ore 18, primi vespri e messa, celebra l’abate dom Giustino Farnedi osb. Domenica 4 marzo, ore 10.30, messa per la pace e in ricordo dei caduti e dispersi in guerra, celebra mons. Elio Bromuri. Ore 18 messa, celebrata da mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia - Città della Pieve. La corale di San Giovanni Battista di Pila, diretta dal maestro Anselmo Ravalli, animerà la liturgia e al termine eseguirà un concerto.
AL VIA I “DIALOGHI CON LA SCUOLA 2012” DEDICATI AL TEMA:
“LEGGERE LA CRISI: PER COMPRENDERE E CONTRASTARE UN ALLARMANTE INTRECCIO DI VECCHIE E NUOVE POVERTÀ” “Leggere la crisi: per comprendere e contrastare un allarmante intreccio di vecchie e nuove povertà” è il tema della dodicesima edizione dei Dialoghi con la scuola, iniziativa promossa dall’Associazione - Centro culturale diocesano “Leone XIII” con il patrocinio dell’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria. Il corso, ad iscrizione gratuita, è destinato a studenti e docenti delle Scuole secondarie superiori della provincia di Perugia. L’intento dei “Dialoghi” è da sempre quello di avvicinare gli studenti di liceo all’analisi complessa e ragionata dei problemi del nostro tempo, attraverso il dialogo diretto con docenti universitari ed esperti di ciascun settore affrontato. Il ciclo di incontri di quest’anno, che si terrà ogni venerdì dal 2 al 30 marzo (ore 16-18) presso l’aula magna del Liceo classico “A. Mariotti” di Perugia (Piazza San Paolo, 3), è pensato per avvicinare gli studenti di liceo al tema della crisi e della povertà, fenomeno in crescita in Italia e nel mondo, per comprenderne le cause, le forme in cui si manifesta, le modalità di intervento per contrastarla. Oltre agli incontri, un blog consentirà l’interazione tra i partecipanti (e con i relatori) e l’approfondimento degli argomenti trattati. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato valido per il credito formativo. Per informazioni dettagliate consultare il sito: www.LeoneXIII.org
UN PAROLA D’AMORE PER TE!
LECTIO DIVINA AL MONASTERO S.AGNESE
Il primo giovedì del mese, dal 2 febbraio fino a giugno, alle ore 21 presso il salone
delle clarisse del monastero S. Agnese. In chiesa, adorazione notturna dalle 21 alle 6 (si consiglia di portare la Bibbia). Giovedì 1 Marzo secondo appuntamento: “Giovanni 19: il costato di Gesù”.
PASTORALE UNIVERSITARIA:
LE INIZIATIVE DI QUARESIMA ALLA CHIESA DELL’UNIVERSITÀ Per il periodo quaresimale nella Chiesa dell'Università saranno celebrate due messe giornaliere: alla messa di orario delle 19.15 (la chiesa apre alle 18.30) dal lunedì al sabato, si aggiunge la celebrazione mattutina delle ore 8.10 dal lunedì al venerdì. Inoltre anche quest'anno la Pastorale universitaria propone agli studenti, docenti e dipendenti dell'Università la Via Crucis nei Venerdì di Quaresima, a partire dal 2 marzo (ore 19.15).
“IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE”
CENTRO MATER GRATIAE - LUNEDI’ 5-12-19 MARZO, ORE 21 Ancora tre incontri per approfondire il senso cristiano del sacramento della riconciliazione: li tiene a Montemorcino il biblista padre Vittorio Viola, a partire dalla frase del profeta Isaia (53,3): “Per le Sue piaghe noi siamo stati guariti”. Appuntamento al centro Mater Gratiae nei giorni 5 - 12 - 19 marzo, sempre alle ore 21. 8 MARZO “DONNE TRA LIBERAZIONE E MARGINALIZZAZIONE” MEIC – CIF, SALA DEL DOTTORATO, ORE 16.30
“Donne tra liberazione e marginalizzazione” è il tema dell'incontro promosso dal Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) e dal Centro italiano femminile (CIF gruppi di Perugia, Città di Castello, Terni) giovedì 8 marzo 2012 ore 16.30, presso la Sala del Dottorato (Chiostro di San Lorenzo, p.zza IV Novembre, Perugia). Terrà la relazione sul tema Simona Segoloni, teologa, docente all'Istituto teologico di Assisi. Seguirà l'intervento di Romanella Bistoni del Cif di Città di Castello su “Storie di donne cattoliche del XIX e XX secolo”. Seguirà dibattito. Modera Maria Rita Valli, presidente del Meic gruppo di Perugia.
AGENDA DEL VESCOVO
Giovedì 1Ore 10.00 – Montemorcino, incontro con i sacerdoti della I Zona
Domenica 4Ore 11.00 – Fontignano, Celebrazione Eucaristica Ore 16.00 – Perugia, Santa Teresa degli Scalzi, incontro di pastorale familiare Ore 18.00 – Perugia, Sant’Ercolano, celebrazione patronale Lunedì 5Ore 18.00 – Curia, incontro con un gruppo di cresimandi Ore 20.45 – Perugia, San Filippo Neri, Celebrazione Eucaristica con i neocatecumenali Martedì 6Ore 16.30 – Perugia, Università per gli Stranieri, convegno su immigrazione e comunicazione Mercoledì 7Ore 18.00 – Roma, Camera dei Deputati, incontro con la Comunità di Rondine Giovedì 8Ore 9.30 – Perugia, Montemorcino, ritiro del clero Ore 17.00 – Perugia, Casa di riposo Seppilli, Celebrazione Eucaristica con gli anziani Venerdì 9Ore 10.00 – Cascia, ritiro per i religiosi Sabato 10Ore 18.00 – Mantignana, Celebrazione Eucaristica per l’inizio delle missioni Ore 20.30 – Abbazia di San Pietro, concerto di Pasqua Domenica 11Ore 16.00 – Perugia, Villaggio San Francesco, Celebrazione Eucaristica con gli immigrati Lunedì 12Ore 9.30 – Assisi, riunione della CEU Ore 16.00 – Marsciano, Oratorio, Celebrazione Eucaristica con i neocatecumenali Ore 19.00 – Marsciano, Oratorio, Celebrazione Eucaristica con i neocatecumenali Giovedì 15Ore 10.00 – Perugia, casa del Sacro Cuore, incontro con i preti giovani Ore 21.00 – Perugia, veglia dei giovani in cattedrale |
venerdì 24 febbraio 2012
Veglia di Quaresima 2012
Veglia di Quaresima 2012
Ecco
l’appuntamento di Quaresima con la
VEGLIA DEI GIOVANI
CON IL VESCOVO IN QUARESIMA
CON IL VESCOVO IN QUARESIMA
Giovedì 15 Marzo 2012
h. 20.45
Cattedrale di San Lorenzo (PG)
“Siate lieti nella speranza!” (Rm 12, 12)
sabato 18 febbraio 2012
mercoledì 15 febbraio 2012
ALCUNE INDICAZIONI PER IL SERVIZIO LITURGICO DEI DIACONI
Oltre al ruolo specifico nel settore della carità e della catechesi, i principali compiti dei Diaconi nella liturgia sono:
(l'artico completo sù: (http://diaconiperugiadocumenti.blogspot.com)
giovedì 26 gennaio 2012
LA RICCHEZZA DI DUE SACRAMENTI IN UN UNICO MINISTERO
Diacono e sposo intreccio di risorse
Dalla
consacrazione diaconale e matrimoniale deriva la spiritualità del diacono
permanente. Essa è caratterizzata da un intreccio profondo di dinamismi diversi
e complementari, derivanti dai due sacramenti. Ha un'incredibile bellezza e
costituisce una ricchezza per il diacono, per la sua famiglia, per la chiesa.
Spiritualità
coniugale/familiare: spiritualità del
dono
*
"Famiglia, credi in ciò che sei; diventa ciò che sei", cioè… icona
della Trinità, mistero grande di Dio, volto attuale di Cristo sposo e della
chiesa sposa, fantasia dello Spirito Santo.
* La spiritualità coniugale/familiare è affacciata al principio e radicata nel sacramento delle nozze. Si configura come sequela e imitazione di Cristo sposo, secondo un percorso ispirato al mistero eucaristico e pasquale; si snoda nell'obbedienza allo Spirito Santo.
* Affacciati al principio, gli sposi sono chiamati a contemplare con stupore il coniuge; vivere la cultura dell'alterità (frontalità e dono); gustare il reciproco esistere nell'amore del coniuge; interpretare il significato sponsale del corpo.
* Consacrati nel sacramento delle nozze, gli sposi sono chiamati alla sequela sponsale/familiare di Cristo: essi sono «il richiamo permanente di ciò che è accaduto sulla croce» (FC 13). Sono, quindi, impegnati a vivere: la logica del dono, lo slancio della fedeltà totale, il dono nel segno del corpo (conoscenza sponsale), la promozione dell'alterità e l'apertura alla reciprocità.
* Abitati dallo Spirito Santo, il quale avvia e custodisce il bell'amore e li aiuta a farsi dono reciproco, i coniugi sono chiamati a vivere in estasi d'amore secondo i ritmi della danza trinitaria: uscire da sé, perdersi nel dono, convergere nell'unità dell'amore. La preghiera condivisa è il respiro della vita coniugale. L'eucaristia nutre l'amore sponsale; la Riconciliazione lo rigenera.
* Il diacono sposato è impegnato a vivere «la diakonia dell'amore coniugale», cioè «a custodire, rivelare e comunicare l'amore, quale riflesso vivo e reale partecipazione dell'amore di Dio per l'umanità e dell'amore di Cristo sposo per la chiesa sua sposa» (FC 17).
• Il suo impegno fondamentale è, quindi, coltivare la relazione coniugale/familiare che è «simbolo reale della nuova ed eterna alleanza» (FC 13). È questo il primo servizio del diacono permanente alla chiesa ed al mondo: testimoniare, insieme con la moglie ed i figli, l'amore appassionato e sempre fedele di Dio per l'umanità.
• «I diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto e conservino il mistero della fede in una coscienza pura… I diaconi non siano sposati che una sola volta (BJ: "mariti di una sola donna"), sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie» (1Tm 3,8-9.12).
Il matrimonio non è un ostacolo al diaconato, ma lo alimenta dello stesso slancio d'amore nuziale che caratterizza il rapporto di Cristo con la chiesa.
Il diacono sposato offre un contributo importante alla trasformazione della vita coniugale/familiare.
L'arricchimento e l'approfondimento dell'amore sacrificale e reciproco tra marito e moglie costituisce forse il più significativo coinvolgimento della moglie di un diacono nel ministero pubblico del proprio marito nella chiesa.
L'amore, il sostegno e la collaborazione delle mogli rendono possibile la risposta fedele del diacono alla propria vocazione diaconale.
Spiritualità diaconale: spiritualità del servizio
a) Il diacono riceve l'imposizione delle mani «non per il sacerdozio, ma per il servizio» (LG 29). È chiamato, quindi, a crescere nella totale disponibilità al dono. È persona esposta: esiste per Dio e per la comunità. Tale gratuità è anche il dinamismo fondamentale dell'amore coniugale. Il servizio diaconale dona qualità all'amore coniugale; l'amore coniugale dona il tocco della tenerezza al servizio diaconale.
b) Il diacono deve seguire e imitare Cristo nella diakonia. È chiamato a vivere una vera conformazione a Cristo, ricercando nell'imitazione di lui un modo di essere prima che di operare.
La spiritualità del servizio:
• Nasce a Nazaret: «Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). È abbandono totale alla volontà ed al progetto di Dio. È piena disponibilità a Dio. Non permette di cercare il proprio gusto ed il proprio tornaconto. Induce ad essere abbandonato al sogno d'amore che Dio coltiva per l'umanità, divenendo una carne sola con essa ed amandola sino alla fine, dando la vita per lei.
Il diacono è chiamato a servire il realizzarsi di questo sogno sponsale di Dio. Vivendo il ministero diaconale, si affaccia al «mistero grande» che già vive nel matrimonio.
Vivendo il matrimonio nella verità dell'amore fedele, dona slancio al proprio diaconato.
Interpretando il proprio diaconato nell'abbandono al progetto di Dio, introduce nuova vitalità nel matrimonio.
• Si precisa nella sequela di Cristo, servo e sposo della chiesa. È la sorgente della piena affermazione di sé, della vera grandezza: «Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20,26-28).
Il diacono, seguendo Cristo, percorre la strada del servizio come dono totale di sé; si impegna a rigenerare il fratello (anche la moglie ed i figli).
c) Gesù sta in mezzo a noi «come colui che serve» (Lc 22,27). Egli è Dio con noi e per noi. È venuto ad amarci ad a dare se stesso per noi (Gal 2,20).
- Espone tale volontà in un gesto significativo: lava i piedi ai suoi (comunità). Invita all'imitazione: «Vi ho dato l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,15).
- Il modello è affascinante ed impegnativo: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2,5). Servire significa 1) vivere la kenosis (perdersi nel dono), 2) per fare fiorire di bellezza nuova il fratello, 3) così che proclami che Gesù Cristo è il Signore.
Questo è il vertice della libertà: «mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri» (Gal 5,13).
Il diacono segue Gesù, se lo imita nel suo atteggiamento di servizio. La sua veste liturgica per eccellenza è il grembiule, la veste del servizio.
d) L'orizzonte della diakonia, inizialmente delineato come «servizio alle mense», si è progressivamente allargato all'evangelizzazione ed alla corresponsabilità nella conduzione della comunità.
La diakonia, «instaurata nella struttura fondamentale della chiesa stessa», si esprime in un triplice compito: annuncio della parola di Dio, celebrazione dei sacramenti, servizio della carità.
La spiritualità del servizio è il cuore dell'esperienza diaconale, ma caratterizza anche l'esperienza della comunione familiare nella quale ogni persona è chiamata non solo a vivere con le altre, ma ad esistere per le altre. Nel servizio, diaconato ed esperienza coniugale e familiare si incontrano e si accendono a vicenda.
Diversi e complementari
a) Il matrimonio ha una grande incidenza sul diaconato ed è di grande aiuto ad esso. Il diaconato a sua volta è di aiuto alla freschezza del matrimonio. Ambedue sono organici e strutturali (essenziali) alla vita della chiesa ed ambedue sono orientati alla salvezza altrui, sono per la missione (per l'esportazione nel mondo dell'amore di Dio per l'umanità e della tenerezza di Cristo per la chiesa).
Gli sposi attualizzano, nella loro relazione, il rapporto sponsale che unisce Cristo alla chiesa. Sono resi dallo Spirito Santo capaci di amarsi e amare come Cristo ama la chiesa.
Gli ordinati sono chiamati a vivere amore sponsale con la chiesa-sposa: un amore puro e sempre fedele. La radice del servizio è la sponsalità. Si serve perché si ama. Si serve, amando in modo sponsale
.
Il diacono sposato ha in casa la chiesa:
* Se vive e coltiva bene il suo matrimonio impara a fare il diacono, a servire la chiesa. Se fa bene il diacono, fa crescere il suo matrimonio. L'amore per la moglie è per il diacono la prova permanente del suo amore per la chiesa.
* La moglie, amando il marito diacono, può farlo diventare un grande diacono (capace di amare alla grande). Chi sa farsi uno con la moglie sa farsi uno anche con il corpo di Cristo che è la chiesa.
* Gli sposi attualizzano l'amore totale di Cristo che si incarna, si offre nella pasqua, dona lo Spirito Santo nella pentecoste.
Il diacono/sposo
* ama fino in fondo la realtà concreta del coniuge (incarnazione: Cristo ama tutta la chiesa nella sua bellezza e nella sua povertà, gratuitamente);
* ama spendendo tutto se stesso nel dono (pasqua: Cristo si perde nel dono alla chiesa, assumendo tutta la realtà concreta di essa; la rende sempre più bella);
* ama in modo fecondo (pentecoste: Cristo ama la chiesa, effondendo in essa la carezza dello Spirito Santo che è fecondatore).
Il servizio più bello che il diacono può fare alla chiesa è ridare alla chiesa il volto di Sposa di Cristo. Per questo servizio è vitale l'apporto della sposa.
b) Paolo sta parlando ai Corinzi degli idolotiti (i cristiani possono mangiarne?) e, difendendo il suo apostolato, dice che la carità deve prevalere sempre. In tale contesto, afferma: «Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente (donna sposata), come fanno anche gli altri apostoli ed i fratelli del Signore e Cefa?» (1 Cor 9,5).
La funzione di tali donne è la seguente: alleggerire gli apostoli dei problemi materiali ed offrire una testimonianza di vita coerente con il vangelo annunziato dal coniuge.
La totalità del dono, propria dell'amore coniugale, richiede che la moglie condivida il cammino spirituale che il marito compie nell'esercizio del diaconato.
Nessuna divisione può essere causata dal servizio diaconale del marito: sarebbe un'offesa al progetto primordiale donato da Dio che chiama i due ad esistere «in una sola carne».
c) La complementarietà nella coppia diacono-moglie ha anche una sua espressione giuridica nel consenso che la moglie dà all'ordinazione del marito (CJC 10031, 2).
Con tale consenso, la moglie non solo permette al marito di accedere al diaconato, ma accetta di ricevere nel suo matrimonio la grazia del diaconato del marito. Ella sarà la moglie di un ministro di Dio.
l consenso della moglie è accettazione del dono della grazia (diaconato del marito) che incide spiritualmente anche sulla donna, legata al diacono per il matrimonio.
È un contributo all'espansione della grazia del diaconato: il diacono può esplicare il suo ministero solo se la moglie consente e favorisce.
Esiste un'evidente analogia tra il fiat di Maria (permette al Verbo di farsi carne) e il consenso della moglie del diacono all'ordinazione del marito. Esso è un sì che rinnova la vita matrimoniale poiché la introduce più intimamente nel "mistero grande" dell'Amore.
d) Il diacono e sua moglie devono condurre una vita da consacrati e da sposi innamorati che ogni giorno si ripetono: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore» (Ct 8,6).
La moglie del diacono è una donna credente, innamorata, coinvolta nell'opera missionaria dell'apostolo (marito diacono). È sostegno, stimolo, consiglio per il marito. È attiva nella chiesa soprattutto attraverso il dono che fa del marito alla chiesa.
Il frutto di questo ministero condiviso è una famiglia che accoglie, sa ascoltare, parla di Dio, cura le necessità quotidiane (Aquila e Prisca: At 18,1-3.18-26).
e) Diaconato e matrimonio non sono in conflitto, ma si rafforzano a vicenda. Si sceglie insieme di costruire una famiglia; si decide insieme di vivere il diaconato. Tale scelta libera comporta responsabilità e si manifesta nella fedeltà reciproca. Nel matrimonio si vive la gratuità del dono per il bene dell'altro. Nel diaconato ci si dona reciprocamente ed insieme ci si dona a Cristo e alla chiesa.
f) Il diaconato permanente getta un ponte tra ordine e matrimonio. Si pongono degli interrogativi precisi:
- Come il sacramento dell'ordine, conferito solo al marito (diaconato), incide sulla vocazione matrimoniale dei coniugi?
- Come organizzare praticamente la vita familiare e gli impegni diaconali?
- Quale rapporto esiste tra il matrimonio e l'ordine in ordine alla santità?
Il sacramento del matrimonio «riprende e specifica la grazia santificante del battesimo» (FC 56). La vocazione alla santità avviata nel battesimo è ulteriormente definita nel matrimonio. Se i due sono diventati «uno nel Signore», la loro vita non può prescindere da questa realtà duale.
Il sacramento dell'ordine è un dono di grazia a beneficio della comunità. Tale dono si innesta sull'albero già cresciuto della vocazione sponsale. La moglie non può disinteressarsi della diakonia del marito o questi non può limitarsi a destinare un segno settimanale alla diakonia, ignorando la propria vita coniugale/familiare. Il diaconato coinvolge profondamente i coniugi, incidendo sulla loro vita spirituale che è vita spirituale di coppia/famiglia.
L'ordinazione diaconale è conferita allo sposo, ma tutta la famiglia è chiamata a vivere, secondo la possibilità di ciascun componente, la diakonia profetica (ascoltare, interiorizzare, incarnare, testimoniare la Parola), sacerdotale (pregare in famiglia e vivere il quotidiano come culto spirituale), della carità(rendere visibile nel mondo l'amore sponsale di Dio per l'umanità).
Sacra è la liturgia, ma «culto spirituale» è la concreta vita coniugale/familiare vissuta nell'amore.
Il diacono sperimenta nella vita coniugale/familiare il rapporto nuziale Cristo-chiesa. È chiamato, quindi, ad imprimere nella pastorale della chiesa quel carattere nuziale che rivela il suo cuore di sposa di Cristo e di famiglia di Dio.
Impegni concreti
Impegno fondamentale della famiglia del diacono è, quindi, servire e migliorare la relazione coniugale/familiare, mettendola al primo posto.
«Il servire è una dimensione dell'intera esistenza, non un frammento del nostro tempo o del nostro agire. E questo perché servire tocca la persona, non semplicemente le sue azioni e le sue cose. Servire è un modo di esistere, uno stile che nasce dal profondo di se stessi. È a questa profondità (cioè nel proprio modo di pensare e di ragionare più che di fare) che ci si deve costantemente interrogare, se davvero si vuole imparare a servire».
Il Signore ha guidato lo sposo/diacono a costruire una famiglia con la propria sposa. Il diacono è chiamato ad amare gli altri insieme con la propria moglie. Solo la fedeltà all'impegno di vivere nell'amore la relazione coniugale/familiare permette di vivere la diakonia verso i propri familiari e verso tutti i fratelli.
Ogni giorno la coppia diaconale è impegnata a scoprire la grazia che deriva dal matrimonio e dall'ordine e a riconoscere l'intreccio vitale che intercorre tra i due sacramenti che generano vitalità l'uno nell'altro.
I due sposi sono «una carne sola», coinvolti l'uno nella storia dell'altro. La sposa è partecipe della nuova condizione dello sposo/diacono. In un certo senso la coppia diventa «diaconale». Uno degli sposi è ordinato diacono, ma lo Spirito Santo effuso accarezza tutta la coppia. Nell'unità e nell'intimità coniugale, la sposa misteriosamente condivide con il suo sposo il sacramento da lui ricevuto.
Alle spose è richiesto un concorso della fede, un atto libero e responsabile di accoglienza del disegno di Dio sul proprio sposo e sul proprio matrimonio. È evidente l'analogia con l'incarnazione. «L'incarnazione fu non soltanto l'opera del Padre, ma anche l'opera della volontà e della fede della Vergine. Senza il consenso della purissima, senza il consenso della sua fede, quel disegno era irrealizzabile. Come voleva incarnarsi, così voleva che sua madre lo generasse liberamente con pieno consenso» (Nicola Cabasilas).
La
coppia diaconale è chiamata ad una vita sponsale che sia segno visibile
dell'amore sponsale di Cristo per la chiesa. Essa deve testimoniare amore fedele,
fecondo, educante. È impegnata a vivere la diakonia e la communio personarum,
immergendosi sempre più nel mistero della nuzialità.
Pier
Luigi Gusmittalunedì 23 gennaio 2012
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