TinyDropdown Menu diaconiperugia: V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

mercoledì 6 aprile 2011

V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

LA LITURGIA DEL GIORNO
10 Aprile 2011
















Colore liturgico: Viola


Antifona d'ingresso

Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 43,1-2)

Colletta

Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità,
che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.
Egli è Dio e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Ez 37,12-14)
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.

Dal libro del profeta Ezechièle
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 129)

Rit: Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

SECONDA LETTURA (Rm 8,8-11)
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 11,25.26)

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morirà in eterno.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 11,1-45 (forma breve: Gv 11,3-7.17.20)
Io sono la risurrezione e la vita

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Parola del Signore.


Preghiera dei fedeli

Fratelli e sorelle, chiediamo al Padre di accogliere le nostre preghiere, e soprattutto chiediamogli di educare e rendere sempre più piena e radicale la nostra fede, affinché possiamo vivere da cristiani, uomini e donne redenti dal Cristo.

Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa non si stanchi di annunciare al mondo il valore unico ed insostituibile di ogni persona agli occhi di Dio, preghiamo.

2. Per gli operatori sanitari, perché nella fede si impegnino a promuovere e a difendere la vita, preghiamo.

3. Per gli anziani e per coloro che sono provati dalla malattia, perché sappiano vivere le loro sofferenze come partecipazione alla croce di Cristo, preghiamo.

4. Perché lo Spirito infonda in coloro che sono nel lutto per la perdita di una persona cara la consolazione di Dio e la speranza della vita eterna, preghiamo.

5. Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia, perché i fratelli che incontreremo sulle strade del mondo percepiscano la nostra fede nella salvezza e nella vita eterna, preghiamo.

Esaudisci o Padre le nostre suppliche e concedici di custodire i doni che ci elargisci, perché possiamo vivere la nostra esistenza terrena come preludio della comunione eterna a cui tu ci chiami. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte

Esaudisci, Signore, le nostre preghiere:
tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede,
trasformaci con la potenza di questo sacrificio.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
La risurrezione di Lazzaro segno della Pasqua.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Vero uomo come noi, egli pianse l’amico Lazzaro;
Dio e Signore della vita, lo richiamò dal sepolcro;
oggi estende a tutta l’umanità la sua misericordia,
e con i suoi sacramenti
ci fa passare dalla morte alla vita.
Per mezzo di lui ti adorano
le schiere degli angeli e dei santi
e contemplano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, Signore,
che si uniscano le nostre voci
nell’inno di lode: Santo...

Antifona di comunione
“Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”,
dice il Signore. (Gv 11,26)

Preghiera dopo la comunione

Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli
di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo,
poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue.
Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
1 lettura: Ezechiele 37,12-14. Vi infonderò il mio spirito e vivrete.

Il profeta Ezechiele riceve la sua vocazione tra agli esiliati in Babilonia nei primi anni dell'esilio (cf. Ez 1,1-3). Il suo ministero fu determinante per la nascita del giudaismo. La sua predicazione purificò l'esperienza religiosa d'Israele e mantenne viva la speranza del popolo esiliato; a coloro che tornarono nella terra promessa annunciò il fondamento di una nuova religione, basata sulla trasformazione interiore del credente (cf. Ez 36,25-27) e su una nuova presenza di Dio in mezzo al popolo (cf. Ez 43,7.9).

Il Signore fece vedere ad Ezechiele una valle piena di ossa inaridite che riprendono vita e si trasformano in un'immensa moltitudine all’ascolto della parola profetica ed all’infusione dello spirito invocato dal profeta (cf. Ez 37,7-10). Dalla visione si passa alla sua interpretazione, dalla valle delle ossa ai sepolcri (vv. 12-14). Aprire i sepolcri e far uscire i morti sono espressioni simboliche che indicano la fine dell'esilio ed il ritorno del popolo nella terra d'Israele. Il ritorno da Babilonia non è solo un evento storico sorprendente, ma un'autentica resurrezione. La tensione non è semplicemente tra esilio e patria, ma tra vita e morte.

Per mostrare che quest’azione vivificante si basa sulla fedeltà di Dio, Ezechiele usa il vocabolario tipico dell'alleanza ("popolo mio", "saprete che io sono il Signore"). L'efficacia ed il risultato dell'azione vivificante si attribuisce allo spirito che Dio infonde nel popolo ("vi infonderò il mio spirito e vivrete").



2 lettura: Romani 8,8-11. Lo Spirito di colui che ha resuscitato Gesù dai morti abita in voi.
Per Paolo ci sono due forme di esistenza: "secondo la carne", dominati dagli istinti e dalle passioni, o "secondo lo Spirito", vivificati e guidati da Dio. Lo Spirito di Cristo che è lo Spirito di Dio, è donato a quanti credono in lui, come segno efficace di appartenenza (v. 9).
Lo Spirito che abita nel credente, non ispira solo azioni conformi alla verità di Cristo, ma prolunga la sua azione fino a vivificare totalmente la persona ("il vostro corpo mortale"), facendogli superare il limite della morte ed aprendogli il destino dell'immortalità, così come ha fatto nella resurrezione di Cristo (v. 11).



Vangelo: Giovanni 11,1-45. Io sono la resurrezione e la vita.
La resurrezione di Lazzaro è il settimo segno di Gesù nel vangelo di Giovanni, l'ultimo prima della sua morte. In lui si mostra la gloria di Dio, cioè, il potere salvifico che Dio dispiega in favore degli uomini attraverso l'opera del Figlio: Gesù si rivela vincitore della morte, prefigurando la sua stessa resurrezione e la resurrezione alla fine dei tempi.
Il dialogo con Marta ci offre l'interpretazione del segno realizzato da Gesù (vv. 21-27). Davanti alla promessa di Gesù che il fratello morto resusciterà, Marta non dubita di manifestare la sua fede nella resurrezione dei morti alla fine dei tempi (v. 24). Gesù, tuttavia, le dice: "Io sono la resurrezione e la vita" (Gv 11,25). Le rivela che lui è ed opera la resurrezione, perché è la vita; le rivela che il dono della resurrezione è già una realtà presente e non solo destinata al futuro escatologico. Nella sua condizione mortale, il credente riceve una vita superiore; e finendo la sua esistenza storica, la morte fisica non rappresenta una fine assoluta.
Davanti alla rivelazione di Gesù, l'evangelista mette sulla bocca di Marta la confessione di fede propria della comunità cristiana: "Io credo che tu sei il Messia, il Figlio di Dio, che deve venire nel mondo" (Gv 11,27). La frase contiene tre titoli cristologici propri dal vangelo di Giovanni (cf. Gv 1,49-51; 6,69; 20,29).
Il momento culminante è l'arrivo di Gesù al sepolcro. Davanti alla realtà della morte, Gesù invita Marta ad avere fede (v 40). Affronta la morte pregando, con una preghiera che è gratitudine al Padre e rivelazione per gli uomini (vv. 41-42). Il Figlio non ha niente da chiedere, poiché "il Padre ha messo tutto nelle sue mani" (Gv 3,35), ma deve proclamare al mondo la sua unità col Padre "perché credano che tu mi hai inviato" (v 42).
Alla fine risuona potente la parola di Gesù: "Lazzaro, vieni fuori" (v. 43). La sua parola vince la morte, come la parola del Creatore fece sorgere la vita all'inizio della creazione (cf. Gn 1; Rm 4,17). Gesù chiama Lazzaro a "uscire" dal regno della morte (cf. Sal 88,6-7), poi chiede ai presenti che lo "sciolgano e lo lascino andare" (v 44). "Scioglierlo" dalle bende è un gesto che esprime la sua liberazione "dai lacci degli inferi e dagli agguati della morte" (cf. Sal 17,5-6; cf. Atti 2,24).

SILVIO JOSÉ BÁEZ

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