TinyDropdown Menu diaconiperugia: gennaio 2000

mercoledì 5 gennaio 2000

 

Archivi categoria: Testi Magisteriali

Ad Gentes

CONCILIO ECUMENICO VATICANO II

DECRETO SULL’ATTIVITA’ MISSIONARIA DELLA CHIESA
AD GENTES

7 dicembre 1965


CAPITOLO II

L’OPERA MISSIONARIA IN SE STESSA

Introduzione

  1. La Chiesa, che da Cristo è stata inviata a rivelare ed a comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini ed a tutti i popoli, comprende che le resta ancora da svolgere un’opera missionaria ingente. Ben due miliardi di uomini infatti – ed il loro numero cresce di giorno in giorno – uniti in grandi raggruppamenti e determinati da vincoli culturali stabili, da tradizioni religiose antiche o da salde relazioni sociali, o non hanno ancora o hanno appena ascoltato il messaggio evangelico. Di essi alcuni seguono una delle grandi religioni, altri restano ancora estranei all’idea stessa di Dio, altri ne negano dichiaratamente l’esistenza, anzi talvolta l’avversano. La Chiesa quindi, per essere in grado di offrire a tutti il mistero della salvezza e la vita che Dio ha portato all’uomo, deve cercare di inserirsi in tutti questi raggruppamenti con lo stesso movimento con cui Cristo stesso, attraverso la sua incarnazione, si legò a quel certo ambiente socio-culturale degli uomini in mezzo ai quali visse.

Art. 1 – La testimonianza cristiana leggi tutto

NORME FONDAMENTALI PER LA FORMAZIONE DEI DIACONI PERMANENTI

CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA

RATIO FUNDAMENTALIS INSTITUTIONIS
DIACONORUM PERMANENTIUM

NORME FONDAMENTALI
PER LA FORMAZIONE
DEI DIACONI PERMANENTI

22 febbraio 1998

INTRODUZIONE

  1. Gli itinerari formativi
  2. Circa la formazione dei diaconi permanenti, le prime indicazioni furono date dalla Lettera apostolica Sacrum diaconatus ordinem.(1)

Esse sono state poi riprese e precisate nella Lettera circolare della Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica del 16 luglio 1969, Come è a conoscenza, con cui si prevedevano « diversi tipi di formazione » a seconda dei « diversi tipi di diaconato » (per celibi, sposati, « destinati a luoghi di missione o a paesi ancora in via di sviluppo », chiamati ad « esplicare la loro funzione in Nazioni di una certa civiltà e con una cultura abbastanza elevata »). Per la formazione dottrinale, si specificava che essa doveva essere al di sopra di quella di un semplice catechista e, in qualche modo, analoga a quella del sacerdote. Si elencavano poi, le materie che dovevano essere prese in considerazione per l’elaborazione del programma di studi.(2) leggi tutto

Conferenza Episcopale Italiana, I DIACONI PERMANENTI NELLA CHIESA IN ITALIA. ORIENTAMENTI E NORME 1° giugno 1993

Conferenza episcopale italiana

I diaconi permanenti nella chiesa in Italia. Orientamenti e norme (1993)

Dopo oltre vent’anni dalla restaurazione del diaconato permanente in Italia, e mentre il numero degli ordinati si avvicina al migliaio, la CEI «riprende la riflessione e aggiorna gli indirizzi nell’intento di accompagnare… la crescita dell’apporto che il diaconato permanente è chiamato a offrire alle chiese particolari» (Introduzione). Lo strumento scelto è un testo a carattere normativo, I diaconi permanenti nella chiesa in Italia. Orientamenti e norme, approvato dall’assemblea generale della CEI nell’ottobre del 1992 al termine di un lavoro di tre anni di preparazione (cf. Regno-att. 22,1991,696), e promulgato dal presidente, card. Ruini, il 19 maggio scorso, previa recognitio della Santa Sede. leggi tutto

Commissione teologica internazionale, IL DIACONATO: EVOLUZIONE E PROSPETTIVE 30 settembre 2002

Commissione teologica internazionale

Il diaconato: evoluzione e prospettive

Dopo un lavoro iniziato 10 anni fa su richiesta della Congregazione per la dottrina della fede, vede la luce ora il documento della Commissione teologica internazionale (CTI) Il diaconato: evoluzione e prospettive. È una ricerca scientifica storico-teologica: dopo un’analisi della ricorrenza del tema nella Scrittura e nei padri apostolici (cc. I-III), è affrontata la questione centrale della sacramentalità del diaconato e delle facoltà proprie del diacono (c. IV); quindi il significato, le forme e le funzioni del diaconato permanente com’è stato ristabilito dal Vaticano II e com’è oggi nelle diverse Chiese (cc. V e VI). Il c. VII tenta un approccio teologico nella linea del Concilio, per offrire un contributo all’elaborazione di «una teologia del ministero diaconale che possa costituire la base comune e sicura capace di ispirarne il rinnovamento». leggi tutto

Archivi categoria: Testi Magisteriali

 

Archivi categoria: Testi Magisteriali

Ad Gentes

CONCILIO ECUMENICO VATICANO II

DECRETO SULL’ATTIVITA’ MISSIONARIA DELLA CHIESA
AD GENTES

7 dicembre 1965


CAPITOLO II

L’OPERA MISSIONARIA IN SE STESSA

Introduzione

  1. La Chiesa, che da Cristo è stata inviata a rivelare ed a comunicare la carità di Dio a tutti gli uomini ed a tutti i popoli, comprende che le resta ancora da svolgere un’opera missionaria ingente. Ben due miliardi di uomini infatti – ed il loro numero cresce di giorno in giorno – uniti in grandi raggruppamenti e determinati da vincoli culturali stabili, da tradizioni religiose antiche o da salde relazioni sociali, o non hanno ancora o hanno appena ascoltato il messaggio evangelico. Di essi alcuni seguono una delle grandi religioni, altri restano ancora estranei all’idea stessa di Dio, altri ne negano dichiaratamente l’esistenza, anzi talvolta l’avversano. La Chiesa quindi, per essere in grado di offrire a tutti il mistero della salvezza e la vita che Dio ha portato all’uomo, deve cercare di inserirsi in tutti questi raggruppamenti con lo stesso movimento con cui Cristo stesso, attraverso la sua incarnazione, si legò a quel certo ambiente socio-culturale degli uomini in mezzo ai quali visse.

Art. 1 – La testimonianza cristiana leggi tutto

NORME FONDAMENTALI PER LA FORMAZIONE DEI DIACONI PERMANENTI

CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA

RATIO FUNDAMENTALIS INSTITUTIONIS
DIACONORUM PERMANENTIUM

NORME FONDAMENTALI
PER LA FORMAZIONE
DEI DIACONI PERMANENTI

22 febbraio 1998

INTRODUZIONE

  1. Gli itinerari formativi
  2. Circa la formazione dei diaconi permanenti, le prime indicazioni furono date dalla Lettera apostolica Sacrum diaconatus ordinem.(1)

Esse sono state poi riprese e precisate nella Lettera circolare della Sacra Congregazione per l’Educazione Cattolica del 16 luglio 1969, Come è a conoscenza, con cui si prevedevano « diversi tipi di formazione » a seconda dei « diversi tipi di diaconato » (per celibi, sposati, « destinati a luoghi di missione o a paesi ancora in via di sviluppo », chiamati ad « esplicare la loro funzione in Nazioni di una certa civiltà e con una cultura abbastanza elevata »). Per la formazione dottrinale, si specificava che essa doveva essere al di sopra di quella di un semplice catechista e, in qualche modo, analoga a quella del sacerdote. Si elencavano poi, le materie che dovevano essere prese in considerazione per l’elaborazione del programma di studi.(2) leggi tutto

Conferenza Episcopale Italiana, I DIACONI PERMANENTI NELLA CHIESA IN ITALIA. ORIENTAMENTI E NORME 1° giugno 1993

Conferenza episcopale italiana

I diaconi permanenti nella chiesa in Italia. Orientamenti e norme (1993)

Dopo oltre vent’anni dalla restaurazione del diaconato permanente in Italia, e mentre il numero degli ordinati si avvicina al migliaio, la CEI «riprende la riflessione e aggiorna gli indirizzi nell’intento di accompagnare… la crescita dell’apporto che il diaconato permanente è chiamato a offrire alle chiese particolari» (Introduzione). Lo strumento scelto è un testo a carattere normativo, I diaconi permanenti nella chiesa in Italia. Orientamenti e norme, approvato dall’assemblea generale della CEI nell’ottobre del 1992 al termine di un lavoro di tre anni di preparazione (cf. Regno-att. 22,1991,696), e promulgato dal presidente, card. Ruini, il 19 maggio scorso, previa recognitio della Santa Sede. leggi tutto

Commissione teologica internazionale, IL DIACONATO: EVOLUZIONE E PROSPETTIVE 30 settembre 2002

Commissione teologica internazionale

Il diaconato: evoluzione e prospettive

Dopo un lavoro iniziato 10 anni fa su richiesta della Congregazione per la dottrina della fede, vede la luce ora il documento della Commissione teologica internazionale (CTI) Il diaconato: evoluzione e prospettive. È una ricerca scientifica storico-teologica: dopo un’analisi della ricorrenza del tema nella Scrittura e nei padri apostolici (cc. I-III), è affrontata la questione centrale della sacramentalità del diaconato e delle facoltà proprie del diacono (c. IV); quindi il significato, le forme e le funzioni del diaconato permanente com’è stato ristabilito dal Vaticano II e com’è oggi nelle diverse Chiese (cc. V e VI). Il c. VII tenta un approccio teologico nella linea del Concilio, per offrire un contributo all’elaborazione di «una teologia del ministero diaconale che possa costituire la base comune e sicura capace di ispirarne il rinnovamento». leggi tutto

martedì 4 gennaio 2000

Archivi categoria: Archivio Storico

Archivi categoria: Archivio Storico

Ricostruzione di una memoria – don Tullio Citrini, anno 2000

Prezioso contributo di don Tullio Citrini che ricostruisce con precisione e con attenzione alle ragioni e alle motivazioni delle diverse scelte maturate il cammino di ripristino del diaconato permanente nella diocesi di Milano e il primo decennio della sua storia. L’articolo è stato pubblicato nel Dossier de “La Scuola Cattolica” dedicato a “Il diaconato permanente nella chiesa di Milano” (luglio-settembre 2000). leggi tutto

Cammino verso il Diaconato permanente nella Diocesi di Milano – dicembre 1987

Il documento, promulgato il 17 settembre 1987 e pubblicato sulla “Rivista Diocesana Milanese” nello stesso anno, costituisce una sorta di primo Direttorio diocesano per il diaconato permanente. Esso è stato prodotto dal Consiglio per il diaconato permanente, costituito dal card. Martini in data 1° giugno 1987, sulla base soprattutto di un testo discusso dal Consiglio presbiterale il 7 giugno 1983 e di un documento della Commissione Arcivescovile per il diaconato permanente del 29 maggio 1986. leggi tutto

Strumento per una presentazione – dicembre 1984

Il documento del dicembre 1984 è uno dei primi frutti del lavoro della Commissione Arcivescovile per il Diaconato Permanente, costituita dal Cardinale C.M. Martini con decreto del 22 aprile 1984, al fine di verificare tempi, modi e ragioni dell’avvio dell’esperienza del Diaconato in diocesi, studiando le caratteristiche pastorali e spirituali della figura del diacono e fornendo spunti per la formazione dei candidati. leggi tutto

Il Diaconato Permanente per la Diocesi Ambrosiana

Articolo pubblicato su “Ambrosius” 3/4-1984 – Atti della settimana Decani 1984

 

lunedì 3 gennaio 2000

CENNI STORICI

Cenni storici

 

Le origini

La Chiesa, sin dall’età apostolica, ha tenuto in grande venerazione l’ordine del diaconato. Nella prima lettera a Timoteo si parla di loro: «Siano dignitosi – si scrive – e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò prima siano sottoposti ad una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio» (1Tim 3,8-10.12-13).

Una consolidata tradizione ha visto l’inizio del diaconato nell’episodio dell’istituzione dei sette, di cui parla il libro degli Atti degli Apostoli (At 6,1-6). In questo racconto emerge bene il senso e lo scopo del ministero diaconale, che successivamente si definirà più chiaramente: collaborare con il ministero apostolico dei vescovi nella fedeltà ai suoi compiti essenziali (la predicazione della Parola di Dio) e nella sollecitudine per i bisogni più concreti delle persone (il servizio delle mense).

I primi secoli

Numerosi padri della Chiesa attestano per i primi secoli la diffusione del diaconato, ne illustrano il significato teologico e ne propongono la figura spirituale. L’antica Didascalia degli Apostoli raccomanda al diacono una comunione stretta e cordiale con il vescovo: foto chi siamo«Egli sia l’orecchio del vescovo, la sua bocca, il suo cuore, la sua anima: due in una sola volontà». La Tradizione apostolica di Ippolito descrive il rito di ordinazione dei diaconi mediante l’imposizione delle mani da parte del solo vescovo e spiega: «Perché il diacono non è ordinato per il sacerdozio, ma per il servizio del vescovo».

Con amore e devozione la Chiesa ha conservato la memoria di diaconi santi, in particolare: santo Stefano, diacono e primo martire della Chiesa apostolica, san Lorenzo, diacono e martire della Chiesa di Roma (sec. III), san Vincenzo, diacono e martire della Chiesa di Saragozza (sec. III-IV), sant’Efrem siro, dottore della Chiesa (sec. IV).

A partire dal sec. V, vicende storiche complesse portarono ad un lento declino del diaconato, che alla fine rimase solo come tappa intermedia per i candidati all’ordinazione sacerdotale.

Il Concilio di Trento e il Concilio Vaticano II

Il Concilio di Trento (sessione XXIII del 1563) decreta che il diaconato venga nuovamente ripristinato, in modo che «le funzioni dei sacri ordini» non appaiano inutili e siano «esercitate solo da coloro che sono costituiti nei rispettivi ordini». Questa delibera rimane lettera morta. Si deve attendere il Concilio Vaticano II (1962-1965) per vedere il ritorno del diaconato. Nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa (Lumen Gentium) al n. 29, il Concilio afferma che «i diaconi sono segnati dal carattere e sostenuti dalla grazia sacramentale dell’ordine ricevuto e chiamati al servizio del popolo di Dio in comunione con il vescovo e il suo presbiterio, nella liturgia della parola, della liturgia e della carità». Lo stesso Concilio delibera, poi, che nella Chiesa latina il diaconato «potrà in futuro essere restaurato come un grado proprio e permanente della gerarchia», ne indica una serie di funzioni proprie e si esprime a favore del conferimento del diaconato «a uomini di più matura età anche viventi nel matrimonio». Stabilisce, infine, che spetta alle Conferenze Episcopali nazionali decidere, con l’approvazione del Papa, sull’utilità del ripristino del diaconato nella propria nazione, secondo i bisogni della Chiesa.

La Conferenza Episcopale Italiana e la Diocesi di Milano

Con il documento “La restaurazione del diaconato permanente” la CEI si pronuncia ufficialmente per il suo ripristino l’11 marzo 1972. Quindi nel documento pastorale Evangelizzazione e ministeri, dell’agosto 1977, essa dichiara: «Col ripristino del diaconato permanente, la Chiesa ha la consapevolezza di accogliere un dono dello Spirito e di immettere così nel vivo tessuto del corpo ecclesiale energie cariche di una grazia peculiare e sacramentale, capaci perciò di maggiore fecondità pastorale» (n. 60). In seguito al Convegno diocesano “Farsi prossimo”, il 7 dicembre 1986, l’arcivescovo di Milano Card. C. M. Martini, nella lettera pastorale alla diocesi scrive: «Voglio annunciare ufficialmente la decisione di istituire nella nostra Diocesi il diaconato permanente, ministero che ha un ben preciso e diretto orientamento a servizio e per la promozione di una Chiesa dalla carità e nella carità».

sabato 1 gennaio 2000

Può esserlo un uomo sposato?

 

Può esserlo un uomo sposato?

 

Diaconato e matrimonio

È un dato di fatto che la gran parte dei diaconi permanenti siano sposati. Ciò significa che esiste un legame profondo tra la vocazione diaconale e la vita familiare.

A differenza di quanto si potrebbe immediatamente pensare, il diaconato non è un ostacolo alla vita familiare e tantomeno un annullamento della sua spiritualità. Il diaconato si innesta sulla vita familiare, portandola ad un singolare sviluppo e conferendole una fisionomia nuova e originale. Potremmo parlare di un nuovo approdo della identità della vita familiare. Ne consegue che il primo ambito di esercizio del ministero di un diacono sposato sarà la sua stessa famiglia. Per ogni famiglia che si trova a misurarsi con una vocazione diaconale esiste anzitutto un problema di impatto, che è bene non sottovalutare. Sia le mogli che i figli degli aspiranti al diaconato devono affrontare da subito un sorta di timore che sorge immediatamente: è la istintiva sensazione di perdere, in parte o del tutto, il marito o il padre. Questo sentimento va rispettato. Non sarebbe corretto suggerire ai familiari, come antidoto, un’anomala spiritualità del sacrificio, secondo la quale ci si dovrebbe rassegnare eroicamente a perdere il proprio marito o il proprio padre, chiamato da Dio ad un compito sacro. Il cammino, condotto insieme sulla base della reciproca fiducia e della comunione fraterna, permetterà di capire che non si tratta affatto di una cosa del genere, ma di un dono fatto alla Chiesa e alla stessa famiglia.


Diaconato e celibato per il Regno di Dio

A fianco della figura del diacono sposato vi è anche quella del diacono celibe. Sebbene il numero dei diaconi non sposati sia piuttosto ridotto rispetto a quello dei diaconi coniugati, essi sono una realtà e vanno considerati come un dono prezioso alla Chiesa. Chi diventa diacono da celibe resta celibe per tutta la vita, per la semplice ragione che il diaconato si riceve a partire da una scelta di vita che va considerata definitiva. Prima di intraprendere il cammino di formazione al diaconato e durante questo stesso cammino, la persona non sposata sarà invitata a compiere una verifica seria e serena su questo punto. Essa deve capire bene per quali ragioni non si sia sposata. La chiamata al diaconato può essere senz’altro l’occasione per riconoscere una precedente chiamata al celibato per il Regno di Dio, già presente e attiva in una vita di generoso servizio al prossimo. Una cosa comunque è certa: non ci si consacra allo stato verginale semplicemente perché non si è trovata la persona giusta e tantomeno perché non si è riusciti a formarsi una famiglia. Qualcuno però dirà: «Ma perché allora queste persone non sposate non diventano sacerdoti?». A questa domanda non si può dare che una risposta: «Perché la loro vocazione è quella al diaconato e non al sacerdozio». I due ministeri sono distinti e diversi e hanno uguale dignità. Sarebbe scorretto pensare che il sacerdozio valga più del diaconato ed essendo queste persone, in quanto non sposate, nella condizione di poter ricevere l’ordinazione sacerdotale, sia preferibile che diventino preti e non diaconi. Non sta a noi decidere che cosa una persona deve diventare. Il nostro compito è capire che cosa Dio vuole da lei.